Il valore della diversità nella teologia positiva sulle persone transgender
Testo di Austen Hartke tratto da “Transforming: The Bible and the Lives of Transgender Christians” (Trasformazioni. La Bibbia e le vite dei cristiani transgender), editore Westminster John Knox Press, 2018, 225 pagine), capitolo 3, liberamente tradotto da Diana di Torino, revisione di Giovanna di Parma
La “struttura della diversità” è il terzo modo attraverso cui Mark Yarhouse analizza (teologicamente) le identità transgender. Spiega che “questo modello evidenzia le questioni transgender e sostiene che riflettono un’identità e una cultura da celebrare, perchè espressione della diversità”.
Piuttosto che considerare le persone transgender come persone peccaminose che si ribellano a Dio, o come persone mentalmente malate che necessitano di cure che le aiutino a riorientarsi verso il sesso assegnato alla nascita, la struttura della diversità suggerisce che le differenze nelle identità di genere potrebbero essere una variazione naturale in un mondo vario.
Prima di entrare nei dettagli su come tale struttura comprenda le identità transgender, vale la pena notare i suoi risultati incoraggianti. A differenza di quanto ottenuto dalle altre due strutture – dove le visioni religiose negative delle persone transgender spingono spesso al suicidio i giovani transgender – i risultati incoraggianti della terza “struttura della diversità” hanno dimostrato una riduzione dei livelli di depressione ed ansia nelle persone transgender. Già questo rende questa struttura degna di essere presa in considerazione come opzione.
Parliamo di teologia e biologia. I Salmi spesso descrivono la creazione come una testimonianza dell’esistenza di Dio, del suo amore e della sua potenza – dalle stelle nel cielo, alle montagne, ai frutti, agli alberi, agli uccelli, fino alle piccole creature striscianti. Possiamo vedere l’opera di Dio in tutto il cosmo, dalle spirali nelle nostre impronte digitali alle galassie ad anni luce di distanza. Quando osserviamo il nostro mondo, è difficile non riconoscere le incredibili differenze tra le specie e nello spazio e nel tempo. Il Salmo 104 è un inno a questa biodiversità, e il salmista gioisce per il modo in cui Dio ha creato le cicogne, i conigli, i leoni e persino i mostri marini e a ciascuno di loro ha dato la dimora nel loro ambiente particolare.
Osservando la creazione troviamo un’enorme gamma di differenze fisiche e sociali quando ci si riferisce al sesso e al genere. Infatti, i termini “sesso” e “genere” hanno un significato poco differente per i biologi rispetto a quanto ritengono sociologi e teologi. Per chi studia la fisiologia e il comportamento degli animali, il “sesso” si riferisce a come un animale produce i gameti o le cellule del sesso. Un biologo esaminerà i gameti prodotti da un animale e li classificherà: come maschio se produce gameti piccoli, come femmina se sono grandi e come ermafrodita se sono sia grandi che piccoli. Negli esseri umani i gameti piccoli sono denominati spermatozoi e quelli più grandi ovuli, sebbene nessuno di questi sia l’unico fattore determinante per l’assegnazione del sesso.
Nel creato esistono diversi tipi di piante ed animali che passano da maschio a femmina – o tra la produzione di gameti piccoli o grandi – nel corso della loro vita. Il pesce azzurro, per esempio, sembra avere tre sessi distinti. Quando sono giovani sono asessuati; da adulti un terzo diventa maschio e un altro terzo femmina, mentre l’ultimo terzo sfida le nostre usuali categorie. Essi iniziano la vita in uno stato di non produzione di gameti o asessuati, poi diventano femmine che portano le uova e infine cambiano sesso producendo spermatozoi, assumendo il colore blu maschile e diventando più grandi dei maschi originali invariati.
Gli scienziati hanno notato che le differenze nell’habitat del pesce azzurro significano che a volte i maschi invariati hanno un tempo di riproduzione più facile, mentre altre volte hanno più successo i maschi modificati. Quando un branco di pesci azzurri vive in mezzo alle alghe, dove i maschi piccoli e invariati possono nascondersi meglio, tendono a fecondare più uova; ma quando il branco vive in mezzo alla barriera corallina, più aperta ed esposta, i maschi più grandi e modificati combatteranno contro i maschi invariati vincendo ed acquisendo la capacità di generare i propri figli. Questa diversità di sesso significa che il pesce azzurro può vivere in ambienti diversi e dovunque vivano, prosperano!
Naturalmente gli esseri umani non sono pesci e le persone transgender non possono scegliere di cambiare il tipo di gameti che producono, ma gli scienziati cominciano a sospettare che la diversità nel sesso e nel genere che vediamo negli esseri umani possa anche essere benefica per la nostra specie.
Nel 1975 il biologo E.O. Wilson scrisse Sociobiologia: La nuova Sintesi, in cui avanzò l’ipotesi della selezione dei parenti, usata per la prima volta per spiegare perché esistano così tante persone gay, lesbiche e bisessuali anche se la maggior parte di esse non trasmette i propri geni tramite la procreazione. L’ipotesi della selezione dei parenti deriva dalla scoperta che più bambini sopravvivono e prosperano quando hanno zii e zie omosessuali. Questo perché molte mani rendono il lavoro leggero, come si suole dire.
I genitori che crescono un figlio spesso hanno il vantaggio di avere una terza persona che dà loro una mano e questa sarà più disponibile ad aiutare se non ha figli propri. In cambio la persona omosessuali che non trasmette i propri geni aiuta a trasmettere i geni che condivide col fratello. In definitiva, le famiglie con membri omosessuali possono permettersi il tempo e l’attenzione necessari per crescere più bambini a vantaggio dell’intero gruppo!
Questi stessi vantaggi ora sembrano applicarsi alle persone transgender e alle loro famiglie all’interno di culture che supportano le persone trans. Diversi studi condotti sui fa’afafine – le persone del terzo genere che vivono nelle isole di Samoa – confermano quanto suggeriva l’ipotesi di selezione parentale: che le persone transgender accettate nelle loro famiglie sono più disposte ad investire nei loro nipoti rispetto ad altri parenti cisgender. E questo significa, a sua volta, che le famiglie che accettano i loro figli e fratelli transgender hanno maggiori probabilità di prosperare insieme.
Se riconosciamo la diversità nella creazione e vediamo che le persone transgender la cui identità viene accettata hanno migliori risultati di salute mentale e, se consideriamo che i gruppi che accettano al loro interno i membri transgender tendono ad avere successo, perché non tutti sono d’accordo con la struttura di diversità?
Nella sua descrizione di tale struttura Yarhouse dice: “I Cristiani sono comprensibilmente diffidenti nei confronti della struttura della diversità. Essi vedono tra coloro che aderiscono a tale struttura un gruppo piccolo che si fa sentire e chiede la decostruzione delle norme relative al sesso e al genere. Io descrivo tali sforzi come una componente forte della struttura della diversità (in contrasto con quella debole che si concentra principalmente sull’identità e sulla comunità) … Tali affermazioni sfidano non solo le norme sul genere ampiamente comprese e socialmente strutturate, ma anche il sesso binario come qualcosa di fisso e stabile, legato a una visione essenzialista con fondamenti biologici”.
Senza voler semplificare troppo, pare che il maggior ostacolo per molti cristiani, quando si parla della struttura della diversità, sia la convinzione che il sesso biologico sia quello perfetto e che sia stato decretato da Dio. Yarhouse prosegue affermando che “la componente forte” della struttura della diversità è inaccettabile per la maggior parte dei cristiani, proprio per questo motivo, la “componente debole” che dà alle persone transgender un senso di identità e comunità, può essere degna di venir preso in considerazione. Alla fine, egli sostiene una “struttura integrata” che prenda il meglio di ogni struttura e crei uno spazio in cui le persone che si ispirano alle tre strutture (teologiche) possano dialogare tra loro.
Nei successivi capitoli ascolteremo le storie delle persone transgender le cui vite oggi sono molto influenzate da questi punti di vista e dalle relative discussioni. Parleremo di Genesi e della prima descrizione del sesso e del genere, ed esploreremo la reazione di Dio verso le persone al di fuori degli schemi.
Viaggeremo con gli Ebrei nel deserto; incontreremo uno dei primi convertiti al cristianesimo e ci immergeremo nelle lettere di San Paolo. Ci chiederemo se il genere è davvero scolpito nella pietra e se Dio ha decretato qualche tipo di conformità di genere.
Spero che entrando in argomento continuerete a porre domande. Continuate a chiedervi cosa significhi avere una fede con una storia così ricca e cosa significhi far parte di una famiglia di fede che comprende tanti tipi diversi di persone. Quando ci aggrappiamo alle nostre idee preferite e quando le lasciamo andare?
Quando ci piantiamo vicino al fiume della verità non è quando ammettiamo che ci limitiamo a guardare la realtà attraverso un vetro opaco? Soprattutto, come possiamo amare al meglio Dio, il nostro prossimo e noi stessi?
Per scoprirlo dovremo tornare indietro, all’inizio.
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