Il Vangelo che abbiamo ricevuto. Il cammino della parrocchia del Crocifisso della Buona Morte di Catania
Testo della comunità parrocchiale del Crocifisso della Buona Morte di Catania letto al convegno Il Vangelo che abbiamo ricevuto, Firenze, 16 maggio 2009
La nostra Comunità è cresciuta e maturata all’interno del “Crocifisso della Buona Morte”, parrocchia catanese sita in piazza Falcone, fra il quartiere delle prostitute e dei trans (il vecchio San Berillo) ed il centralissimo Corso Sicilia. A pochi metri dalla Chiesa, dentro fosse scavate nella sciara e destinate ad aree di parcheggio, si accampano periodicamente barboni e famiglie di extra-comunitari.
Alcuni di noi fanno parte del territorio parrocchiale; parecchi, invece, arrivano da zone della città anche molto distanti, se non addirittura da altri Comuni etnei. Ci riuniamo assiduamente: durante la settimana, intorno alla Parola, e ogni domenica per l’Eucaristia, nell’unica messa delle h.10.
Benchè assai eterogenei per provenienza, caratteristiche personali e motivazioni originarie, tutti riconosciamo, quale bagaglio e ispirazione comuni, l’annuncio del Vangelo, ricevuto e verificato grazie alla predicazione, alle scelte e all’esempio dei nostri due preti, padre Giuseppe Gliozzo e padre Carmelo Politi (attualmente parroco in altro quartiere).
Questi sacerdoti, nel Settembre del 1972, assunsero la guida della parrocchia, fino ad allora retta dai padri Clarettiani. Non fu un avvicendamento facile.
Appena conclusa l’esperienza del Seminario Arcivescovile, dove, insieme a padre Venturino, a padre Fallico e a padre Greco, in qualità di responsabili e coordinatori dei giovani seminaristi, avevano avviato un significativo processo di rinnovamento, padre Giuseppe e padre Carmelo si presentarono ai parrocchiani con istanze pastorali inedite, in anticipo sui tempi e, almeno per quell’epoca, considerate controcorrente: la gratuità totale, anche nell’amministrare i Sacramenti; la catechesi indirizzata soprattutto agli adulti e non finalizzata alle Prime Comunioni e alle Cresime; la proposta – radicalmente e sinceramente scevra da preoccupazioni di proselitismo – di un cammino di fede essenziale; l’ascolto e la riscoperta delle Scritture, come confronto col Signore e con i fratelli.
Insieme a tutto ciò, l’esperienza diretta della preghiera e della fraternità, di cui essi stessi, quotidianamente, hanno continuato ad offrire un modello credibile, con trasparenza e sobrietà paradigmatiche. Nella loro identità spirituale, inoltre, implicito e dichiarato, l’insegnamento dei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld.
I primi anni, dunque, furono segnati da entusiasmo e, al contempo, da non lievi contrasti: la gente si sentiva incuriosita da quei preti “diversi”, ammirata dalla loro coerenza, ma, talvolta, anche disorientata e irritata da tanto zelo, dalla rinuncia a compromessi ed accomodamenti.
Ciò che attirava gli uni, respingeva gli altri. Chi esultava e si commuoveva, raccontando di aver trovato finalmente veri e degni sacerdoti, e chi imprecava ed inveiva contro quegli arroganti, che con pretese, considerate assurde, e modi percepiti come scostanti, allontanavano dalla Chiesa persino i bene intenzionati, e facevano “perdere la fede” ai più pii…
Gradualmente, però, gli equivoci si sono diradati, le attese improprie sono state filtrate preventivamente. Oggi, chiunque cerchi un punto di riferimento nel “Crocifisso della Buona Morte”, si accorge subito della specificità di questo ambiente, sa cosa chiedere e, altrettanto, cosa gli viene richiesto.
E’ così che negli anni si è costituito un nucleo, non numeroso ma vario, il cuore rivolto verso la Croce , lo sguardo gettato al di là dei recinti e delle palizzate dell’appartenenza. Persone attente e impegnate a riconoscere la presenza del Signore nella vita di ognuno e nella Storia.
Più che le attività tradizionali, sono gli incontri a distinguere e caratterizzare la vita di questa parrocchia. Lo stile comunitario, infatti, ha continuato a privilegiare la domanda e la ricerca interiori, l’ascolto e il dialogo, la condivisione solidale, compassionevole e gioiosa.
L’annuncio del Vangelo, a partire dall’autenticità e dalla freschezza accreditate ai nostri preti, ci rimanda alla testimonianza personale, vissuta nella distanza e nella diaspora.
Ci sembra, comunque, che la presenza della nostra comunità nel quartiere e nella diocesi catanese costituisca tuttora un’alternativa sia a itinerari di fede strutturati in maniera rigida e gerarchica, sia alle prassi più usuali, valide, certo, dal punto di vista organizzativo, ma sempre vicine a sconfinare nell’attivismo e nella separazione tra il gruppo interno e “gli altri”.
A questo punto sarà opportuno aggiungere quattro elementi, forse non superflui per un quadro della nostra evoluzione più recente: da qualche anno il “Crocifisso della Buona Morte” ospita la Comunità rumena ortodossa, che si riunisce in un locale appositamente adibito; da noi, inoltre, trova sede l’Elpìs, punto di riferimento per Catania (e non solo) dei fratelli omosessuali credenti, alcuni dei quali parte viva della nostra stessa Comunità; l’avvicinamento, poi, al mondo delle prostitute e dei trans ha determinato incontri stabili di preghiera e lettura della Bibbia all’interno del quartiere; infine, alcuni membri della Comunità partecipano settimanalmente al servizio di ristoro e di assistenza, organizzato a Catania a beneficio di indigenti e di“ senza fissa dimora”, collaborando con la Charitas e con altre organizzazioni umanitarie, come il “Centro Astalli”.
In questa piazza, che in passato era destinata alle esecuzioni capitali (da cui il nome di “Crocifisso della Buona Morte”!), così vicina alla stazione dei treni e al porto delle navi, grazie all’accoglienza attuata da padre Giuseppe e padre Carmelo, e in virtù della loro apertura interiore, abbiamo ricevuto la Grazia di conoscere e testimoniare stupende storie di conversione e redenzione, abbiamo valicato definitivamente schemi e pregiudizi, abbiamo compreso come peccatori siamo tutti, tutti salvati e tutti amati: nessuno escluso dalla Tenerezza e dalla Misericordia di Dio Padre.
Bello e doveroso sarebbe condividere l’infinita galleria di esperienze e di figure che, in quasi quarant’anni, ci sono divenute familiari e ci hanno parlato del Signore. Ma, trovandoci già oltre i limiti concessi alla presente relazione, ci congediamo con abbraccio fraterno, in attesa di nuove opportunità di confronto.
Documenti e relazioni
16 maggio 2009, a Firenze incontro-convegno “Il Vangelo che abbiamo ricevuto” (gionata.org)
“Per una chiesa della fraternità e della sororità, della libertà, della povertà e della misericordia”, relazione di Giuseppe Ruggieri, convegno “Il Vangelo che abbiamo ricevuto”, Firenze, 16 maggio 2009 (file pdf)
“Il Vangelo che abbiamo ricevuto”. Interventi inviati da singoli e da gruppi in preparazione all’incontro (statusecclesiae.net)
Il Vangelo che abbiamo ricevuto. Il cammino dei cristiani gay de ‘Il Guado’ (gionata.org)
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Rassegna stampa
Quel disagio dentro la Chiesa cattolica che non si cura con il silenzio di Alberto Melloni in Corriere della Sera del 17 maggio 2009 (file pdf)
Concilio, memoria e «bussola» di una Chiesa fraterna di Andrea Fagioli in Avvenire del 17 maggio 2009
E’ disagio, non dissenso: la Chiesa ha mille colori di Mauro Bonciani in Corriere Fiorentino del 16 maggio 2009 (file pdf)