Il vescovo di Parma Solmi parla con gli studenti di fede, sesso e di gay
Articolo di Luca Molinari tratto da Gazzetta di Parma del 27 febbraio 2009
Omosessualità, rapporti prematrimoniali, caso Englaro. Ma anche libertà, verità di fede e attenzione ai poveri. Durante l’incontro di ieri mattina con gli studenti dell’istituto Toschi (ndr di Parma), il vescovo Enrico Solmi (ndr Vescovo di Parma dal 19 gennaio 2008) ha toccato numerosi temi caldi, senza sottrarsi alle domande dei presenti.
Dopo la presentazione iniziale del preside Roberto Pettenati ed i saluti di Gabriele Ferrari, assessore provinciale alle Politiche scolastiche, è iniziato il lungo dialogo tra il presule e i giovani. Subito è stata posta l’attenzione su contraccezione, valore della castità e rapporto Chiesa-giovani.
Lasciando perdere le cause di questa condizione, basta ascoltare una canzone di Sanremo per averne una, non mi sento di affermare che il progetto di Dio è di avere omosessuali, ma dico che quella persona è una grande ricchezza, che ama e avrà certamente un buon rapporto con Dio. Ognuno ha il diritto di vivere pienamente la sua esistenza, col proprio concetto di amore e nell’accettazione di altrui ideali».
In merito al matrimonio fra gay o lesbiche, il vescovo ha sottolineato come «il matrimonio, al di là della fede, sia l’unione tra un uomo e una donna con un atto pubblico, con la prospettiva di generare dei figli. L’incontro tra due uomini e donne non rientra in questa definizione. Se si parlerà di altre unioni, bisognerà valutare il loro impatto sociale».
A questo tema monsignor Solmi ha legato quello della genitorialità, possibile solo con coppie formate da un uomo e una donna. «Penso che quando manchi uno di questi elementi ha precisato – l’accoglienza di un figlio venga messa in difficoltà».
Relativamente al caso Eluana, il presule ha posto l’accento sul fatto che «non ci si trovi davanti ad un discorso di fede, ma di scelte di umanità. Eluana era un essere vivente, un tutt’uno con il proprio corpo, che viveva una situazione di disabilità particolare, e aveva bisogno di essere accolta e nutrita attraverso un sondino.
E il nutrimento non è un intervento di carattere terapeutico. Noi siamo liberi di ammazzarci, ma ciò non corrisponde al dono della nostra umanità».
Monsignor Solmi ha poi affermato di essere «fan della carta costituzionale italiana» e rimarcato come i preti possano esprimere la propria preferenza politica, ma non «iscriversi a un partito». Monsignor Solmi ha infine lasciato la propria mail per domande e risposte più approfondite (vescovoenrico@diocesi.parma.it).