Il vescovo Raul Vera Lopez attaccato per il suo impegno contro l’omofobia
Articolo tratto dal settimanale Témoignage chrétien (Francia), n° 3460, 29 settembre 2011, tradotto da www.finesettimana.org
Vescovo di Saltillo, nello Stato di Cohahuila, alla frontiera settentrionale del Messico, Monsignor Raul Vera Lopez è diventato suo malgrado una sorta di icona della lotta contro l’omofobia nel mondo di lingua spagnola, da quando è diventato il bersaglio di vari gruppi cattolici.
La polemica ha avuto inizio da un messaggio dell’agenzia cattolica peruviana ACI Prensa, che aveva comunicato in marzo che il vescovo aveva partecipato ad un incontro della comunità Sant’Aelredo (nome di un monaco cistercense inglese del XII secolo, considerato da certi storici uno dei primi santi disponibili all’accoglienza degli omosessuali).
La comunità Sant’Aelredo è un gruppo di cristiani omosessuali in rapporto con i servizi pastorali della diocesi e che rivendica certi diritti, tra cui
quello di vivere in coppia e di adottare bambini per le persone dello stesso sesso.
Oltre a questo sostegno simbolico, a Mons Vera Lopez si rimprovera di essersi pronunciato a favore della depenalizzazione dell’aborto.
Subendo da diversi mesi la pressione di gruppi di fedeli che chiedevano un “vescovo cattolico” a sostituirlo, Mons. Vera Lopez è stato recentemente chiamato a Roma. Lì ha incontrato dei responsabili della Congregazione per la dottrina della fede.
Secondo le dichiarazioni del vescovo riferite dal quotidiano locale El Heraldo de Saltillo dell’11 settembre, i responsabili della Congregazione romana, tra cui i cardinali William Levada e Marc Ouellet, non avrebbero avuto nulla da rimproverargli sulla posizione pastorale della diocesi di Saltillo.
Secondo alcuni osservatori, la campagna lanciata dall’agenzia ACI Prensa si inscriverebbe in un più ampio tentativo di screditare Mons Vera Lopez.
Conosciuto per le sue decise prese di posizione in materia di difesa dei diritti umani, in particolare delle minoranze indios, il vescovo di Saltillo darebbe fastidio anche alle autorità politiche denunciando l’ipocrisia della politica di sicurezza attuale contro le bande e i cartelli della droga.
Nel 2010, Mons. Vera Lopez ha ricevuto il premio della fondazione norvegese Rafto per i diritti umani.