Il Vescovo Robinson: “le religioni, l’ostacolo più grande per i diritti dei gay, ma possono cambiare!”

Gene Robinson, il primo vescovo gay dichiarato parte di una importante comunità cristiana episcopale, sostiene che la religione è sempre stata il più grande ostacolo verso una piena uguaglianza e dignità, ma essa può anche contribuire a cambiare la situazione.
Queste osservazioni sono state pronunciate nel seminario tenutosi la scorsa settimana (ndr ai primi di aprile 2009) negli Stati uniti al Center for the Study of Law and Religion della Emory University.
“Siamo onesti, allla maggior parte delle discriminazioni… si è giunti per mano delle persone religiose e l’unico intralcio al riconoscimento dei diritti civili per gay, lesbiche, bisessuali e transessuali può essere ricondotto alla soglia delle tre fedi abramitiche: il cristianesimo, il giudaismo e l’islam”, sostiene Robinson.
Ma aggiunge: “Credo che ci sarà bisogno di voci religiose e persone religiose per annullare il danno e la rovina”.
Il vescovo Robinson del New Hampshire, che ha tenuto la Conferenza annuale in Diritto e Religione del CSLR a Currie, ha reso manifesta la sua omosessualità sin dagli anni ’80 ed è impegnato in una storia seria con il suo compagno da vent’anni.
Ma è stata la sua investitura a vescovo della Diocesi episcopale del New Hampshire, nel 2003, ad averlo catapultato al centro di una controversia quasi mondiale sul proprio orientamento sessuale.
“Perché la mia elezione a vescovo da parte di una diocesi conservatrice e rurale di una piccola città del New England dovrebbe trasformarsi in una controversia mondiale? Come potrebbe generare migliaia di lettere e email odiose?” si chiede Robinson.
“Perché dovrei, io che sono un cristiano nominato ed eletto dal clero e da persone di una diocesi affinché diventassi loro vescovo, ricevere minacce di morte da altre persone religiose e ho dovuto indossare un giubbetto antiproiettile per la mia consacrazione?”
Il membro anziano del CSLR nonché professore di teologia ad Harvard Mark Jordan, il quale ha fatto da difensore durante il seminario, ha affermato che è vitale ricordare che Robinson “non è il primo uomo gay nella successione apostolica.
Ne troviamo testimonianze nella storia di molte chiese. Ci sono stati – ci sono tuttora – altri vescovi gay anglicani, inclusi quelli con un compagno a lungo termine. Ma sono costretti a rimanere in silenzio”.
Rimanere in silenzio, sostiene Robinson, non è più una questione di scelta per lui. Cresciuto in una famiglia di mezzadri, in un Kentucky rurale e segregato, non ha mai pensato ad un mondo “in cui si sarebbe parlato apertamente dell’omosessualità, figuriamoci discuterne a livello nazionale e internazionale”.
Il suo duplice impegno di cristiano e cittadino, egli afferma, lo obbliga a battersi a nome di tutti per l’uguaglianza sociale. Egli ha citato Harvey Milk, politico gay di San Francisco assassinato nel 1978, che una volta ha detto: “Uscire allo scoperto è l’azione più politica che voi possiate fare”.
La battaglia di Milk ora è un film, che ha sbancato i botteghini, interpretato da Sean Penn, il quale si è pronunciato, dopo la premiazione degli Oscar, contro l’odio del gruppo della Westboro Baptist Church (ndr gruppo, che si definisce cristiano, fortemente omofono).
Forse ancora più importante, aggiunge il vescovo Robinson, la rivoluzione silenziosa che continua in privato all’interno delle famiglie i cui figli e le cui figlie rivelano ai propri genitori: “Sì, anche io sono gay”.
Un cambiamento culturale in favore della tolleranza e del rispetto “consente ai genitori di continuare ad amare i propri figli”.
Il cambiamento si sta verificando lentamente nelle chiese e anche alcuni preti cattolici riconoscono, spesso in privato, di essere gay; alcune congregazioni di battisti del sud si offrono per benedire le coppie dello stesso sesso (rischiando di essere scomunicati) e alcuni ebrei conservatori consentono agli studenti rabbinici gay e lesbiche l’accesso ai loro seminari.
“Molti anglicani da ogni parte del mondo continuano a chiedermi di dimettermi, in quanto credono semplicemente che se andassi via, il problema sparirebbe”.
Ma se è vero che lui è diventato il simbolo di questa lotta, la battaglia per i diritti e il riconoscimento dei credenti e del clero gay nelle chiese cattoliche, così come per le altre religioni del mondo, chiede ancora una soluzione.
Anche se le traduzioni della Bibbia affermano nel Levitico che “Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio” punibile con la pena capitale, anche se molte cose che oggi la gente fa quotidianamente in quanto società moderna, incluso mangiare la carne di maiale, venivano viste da Dio come un “abominio” o comunque erano severamente proibite, come ad esempio indossare due tipi di vesti, tatuarsi, mangiare molluschi oppure piantare due tipi di semi nello stesso campo.
“Inoltre, questi pochi versi delle scritture vengono citati come se nulla fosse cambiato nella nostra visione sin dai tempi biblici”, afferma Robinson.
In questo dialogo aperto sui diritti civili dei gay, sostiene, “parliamo del cambiamento delle nostre idee – come cultura, nazione e comunità religiose -, di qualcosa di cui siamo certi da migliaia di anni”.
Ad alcuni, ciò può sembrare un rifiuto delle verità antiche, afferma Robinson, ma secondo lui “lo Spirito Santo ci insegna e ci guida incessantemente” verso l’integrazione, il rispetto e l’uguaglianza di tutti.
“Sempre più persone si sentono benevole nei confronti dei gay e delle lesbiche”, sostiene Robinson, “ma non sarà mai abbastanza. Le leggi “non chiedere, non dire” ricordano ai gay e alle lesbiche che le loro identità, le loro vite e le loro relazioni sono di seconda classe.
“Più di mille diritti vengono garantiti automaticamente ad una coppia che si sposa”, afferma. “A Britney Spears sono stati riconosciuti quei diritti la sera in cui decise per gioco di sposarsi a Las Vegas – mentre ad una coppia gay , che sta insieme da 30, anni sono negati”.
Se, come nazione, non ci siamo mai sentiti a nostro agio parlando di sesso, sostiene Robinson, egli crede che “l’agguerrita resistenza” ai diritti dei gay affondi le sue radici in qualcosa di molto più profondo e vasto.
“Credo con tutto il cuore che quello con cui siamo alle prese in questa battaglia è l’inizio della fine del patriarcato”.
“Per molto tempo, molte decisioni riguardanti il mondo sono state prese da bianchi, eterosessuali, istruiti, occidentali. Gradualmente, le persone di colore sono state invitate alla conversazione, poi le donne e adesso i gay e le lesbiche. E le cose non sono più le stesse quando gli oppressi fanno sentire la propria voce”.
Il regno civile, sostiene il vescovo Robinson, è strettamente legato a quello religioso. “Sono speranzoso per il futuro.
La fede mi dice che Dio sta preparando la venuta del Regno in cui tutti saremo rispettati, tutti saremo apprezzati, tutti saremo inclusi”, afferma. “E alla fine, Dio trionferà”.
* Il Center for the Study of Law and Religion (CSLR) alla Emory University ospita una gran varietà di studenti riconosciuti a livello internazionale e forum sui fondamenti religiosi del diritto, della politica e della società.
Offre competenze su come si sono formati gli insegnamenti e le pratiche del cristianesimo, del giudaismo e dell’islam e come questi continuino a trasformare le idee e le istituzioni fondamentali della nostra vita pubblica e privata.
Testo originale
Bishop says religions are biggest obstacle to gay rights, but they can change