In Marocco il governo accusa gli omosessuali di “minacciare i valori della società”
Articolo tratto da Tetù del 24 marzo 2009, liberamente tradotto da Dino
Dopo i dignitari religiosi, il governo (ndr Marocchino) ha ricordato a sua volta che intende proteggere “i valori morali della società marocchina” da “comportamenti ignobili” e dalla “apologia dell’omosessualità”.
L’omosessualità rimane nel mirino delle istanze politiche e religiose marocchine. Due settimane dopo che il Consiglio superiore degli ulema (esperti musulmani di scienze religiose, ndr) ha denunciato e condannato “l’apologia dell’omosessualità” è la volta del governo nel manifestare il suo rigore morale.
Il Ministero del’Interno ha espresso sabato la sua “determinazione a far fronte, con fermezza e in ottemperanza alle leggi in vigore, a tutte le azioni, gli scritti e i libri volti a minacciare i valori religiosi e morali della società marocchina”.
“E’ stato constatato in questi ultimi tempi che si alzano voci, tramite i media, che tentano di fare l’apologia di certi ignobili comportamenti, che costituiscono una provocazione per l’opinione pubblica nazionale”, rende noto il ministero in un comunicato.
Garantire la sicurezza morale al cittadino
Secondo una fonte vicina al governo, il testo prende in considerazione in particolare il moltiplicarsi di articoli di stampa che invitano ad una maggior tolleranza nei confronti dell’omosessualità in Marocco. Le autorità rutengono che essa sia invece contraria ai valori morali della società marocchina e della religione musulmana.
“L’obbiettivo, precisa il ministero, è di preservare la sicurezza morale del cittadino e di immunizzare la nostra società contro ogni comportamento irresponsabile che è agli antipodi della sua identità e dei suoi valori”.
La polizia e l’amministrazione, secondo il comunicato, proseguiranno la lotta “contro tutte le manifestazioni di deriva morale” (…) e interverranno per “reprimere gli autori di qualsiasi azione attentarice ai costumi”.
In Marocco l’omosessualità è un delitto contemplato dal Codice penale, che punisce con il carcere da 6 mesi a 3 anni e con ammende “chiunque commetta un atto impudico o contro natura con un individuo del suo stesso sesso”.
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