Incoscienti giovani… o adulti negli affetti e nella fede?

Testimonianza di Tiziano Fani Braga, Coordinatore di Mosako – Cristiani LGBT+ e volontario del Progetto Adulti Cristiani (PAC).
Si può parlare senza filtri di affettività e relazioni in un contesto di fede? Questa è stata la sfida del ritiro del Progetto Adulti Cristiani (PAC), che si è appena concluso a Napoli dal titolo altamente stimolante: “Incoscienti giovani… o adulti negli affetti e nella fede?”.
Dal 9 all’11 maggio, persone LGBT+ dai 30 ai 50 anni si sono ritrovate per vivere tre giorni di profonda intensità, tra spiritualità, relazioni e speranza.
L’intero incontro si è svolto a partire da tre dimensioni fondamentali, che hanno fatto da filo conduttore a ogni momento condiviso: la psicologia, intesa come base necessaria per comprendere se stessi e costruire relazioni umane autentiche, superando difese, paure e automatismi per aprirsi a una comunicazione più profonda e sincera; la fede, che offre profondità alla relazione con Dio e ci rende capaci di amare e accogliere l’altro nella sua unicità, ricordandoci che ogni persona è dono e mistero, degna di rispetto e ascolto; e la condivisione, esperienza viva e concreta che ci permette di crescere, stando l’uno accanto all’altro e non solo nella teoria, ma nella concretezza del quotidiano, fatta di volti, storie e cammini.
Queste tre dimensioni non sono rimaste concetti astratti, ma si sono intrecciate nelle attività, nelle riflessioni comuni, nei momenti di silenzio e nelle parole scambiate, trasformando l’incontro in un’opportunità reale di crescita personale e comunitaria.
La ricchezza di ogni intervento, la profondità dei dialoghi e la semplicità dei gesti condivisi hanno testimoniato quanto la cura delle relazioni, radicata in una visione integrale della persona, possa generare spazi di autentica umanità.
Questi elementi si sono intrecciati anche con momenti conviviali e nel divertimento. Perché la fede cristiana si vive sempre nella gioia del Risorto e il cristiano deve mostrare la bellezza dello stare insieme, nell’autenticità di un cammino condiviso.
Tra i momenti più significativi, l’incontro con Chiara d’Urbano, che ha guidato con empatia e profondità un dialogo vivo sull’affettività e le relazioni. Tocca il cuore anche l’intervento di Paolo Spina, che ha offerto uno spazio di riflessione teologica partendo dal Vangelo del giovane ricco e da un testo di Mahmood, per rileggere insieme la sete di senso e di amore che abita ogni persona.
Un grande grazie va anche al gruppo *Ponti da Costruire*, di Napoli, che hanno arricchito l’incontro grazie all’ospitalità fraterna, che distingue i partenopei e la cura dimostrata durante tutto il weekend.
Un momento simbolico, profondo e conclusivo è stato il gesto della consegna, attraverso Padre Carmelo, dell’Ancora dei Pellegrini di Speranza, segno di un cammino che continua nella fiducia e nell’accoglienza.
Questo incontro è stato vissuto anche alla luce di un evento di grande rilevanza ecclesiale: l’elezione di Papa Leone.
Un passaggio che ha riacceso alcune paure, ma che ha anche fortificato le speranze di una Chiesa capace di continuare il cammino di ascolto, accoglienza e valorizzazione di ogni credente. In un tempo di incertezza, eventi come questo ritiro sono un segno concreto che la pastorale LGBT+ può crescere, fiorire e offrire bellezza, profondità e autenticità alla vita della Chiesa.
Dio è passato e si è fermato con noi, tra una parola, un sorriso e un abbraccio, rendendo indimenticabile questo bellissimo momento di Grazia, perché ogni volta che ci si incontra così, la fede si fa più umana, la speranza più concreta, e l’amore più libero.