Insegnanti transgender nelle scuole cattoliche. Qualcosa si muove
Articolo di Francis DeBernardo pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 14 maggio 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Tre delle principali figure della storia recente sulle insegnanti transgender nelle scuole cattoliche hanno parlato con il San Francisco Chronicle, condividendo alcuni dei loro pensieri su questo caso che è una pietra miliare. Le loro riflessioni offrono importanti informazioni che potrebbero aiutare altre istituzioni cattoliche a seguire il loro esempio, se si trovassero ad occuparsi di questioni di lavoro LGBT.
Il racconto del giornale dice che la decisione delle suore di tenere Gabriel Bodenheimer, l’insegnante in questione, nel personale della (scuola cattolica) Mercy H.S. di San Francisco era “l’unica decisione che in linea con i loro valori”.
Suor Laura Reicks, RSM, presidente della regione del Midwest delle Sorelle della Misericordia, patrocinatrici della Mercy H.S., ha detto al giornale che, anche se ci sono stati molteplici aspetti in questo caso, un’idea sola è balzata agli occhi come la più importante: “Sostenere la dignità di ogni persona a prescindere dalla razza, dalla religione, dall’orientamento sessuale o dall’identificazione di genere, è stato fondamentale”.
Suor Laura ha anche spiegato che le Sorelle hanno esaminato il carisma e le tradizioni della loro congregazione e hanno capito che, sebbene per loro il caso fosse nuovo, erano guidate dai principii sui quali è stata fondata la loro comunità: “Prima non abbiamo avuto altri insegnanti che richiedessero un qualunque tipo di coming out. Questo è solo il nostro modo di continuare a vivere ciò che le fondatrici delle Sorelle della Misericordia hanno sempre detto, cioè che a prescindere del tipo di pregiudizi o sentimenti della società, dobbiamo imboccare una strada più alta e guardare alla persone e a come possiamo essere di aiuto ad ognuno”.
Oltre a considerare la decisione come basata su principii morali, sembra che le le Sorelle abbiano anche visto la loro decisione come una buona politica professionale: “Suor Laura ha detto che la decisione ha esemplificato la posizione generale all’interno dell’ordine di assumere docenti senza considerare l’identità di genere, la razza, la religione o l’orientamento sessuale. ‘Le loro vite personali sono completamente separate dalle loro qualifiche come insegnanti,’ ha detto: ‘Noi ci occupiamo dell’educazione di giovani donne e non consideriamo criteri personali quando assumiamo la persona migliore per ogni posizione’”.
A commentare il caso è stata anche Diane Lawrence, preside del Mercy H.S., che ha notato come finora nessuno della comunità scolastica abbia protestato per la decisione. La Lawrence ha notato anche il valore educativo di una tale decisione, dicendo: “Lavoriamo con le ragazze perché siano rispettose della dignità degli altri. Per me, questo è un esempio di ciò che stiamo insegnando”.
E, allora, ecco Gabriel Bodenheimer, l’insegnante transgender ebreo che dice di amare l’insegnamento al Mercy H.S. e di non aver “mai cercato di essere all’avanguardia nei diritti transgender”, ma anche che “dopo quattro anni era ora di uscire allo scoperto. È stato molto importante parlare e darmi un nome senza stare in silenzio. La risposta che ho avuto è stata tremendamente positiva”.
Gabriel ha descritto un piccolo incidente nel corso degli ultimi giorni che sembra avergli toccato il cuore. Il giornale ha raccontato l’episodio: “… Mercoledì sera aveva ricevuto una e-mail da uno studente: una semplice, banale nota circa lo spostamento di un incontro a causa di un appuntamento dal dottore. Iniziava con, ‘Caro Mr. Bodenheimer. Questo è davvero un grande momento’ ha scritto, notando come gli studenti, preoccupati per gli esami finali, erano in gran parte turbati dalla notizia. ‘Ciò è coerente con quello che sono. Non si tratta di qualche informazione scioccante’”.
Si possono raccogliere tante lezioni da questo caso:
-l’importanza che i leader religiosi siano fedeli ai loro valori
-il capire che l’identità di genere non influisce sulla capacità professionale dell’insegnante
-il riconoscimento che una scuola non insegna solo attraverso le sue lezioni in aula, ma anche attraverso le sue decisioni amministrative
-la necessità di essere fedeli a se stessi
-la sorprendente accettazione della generazione più giovane dei diversi generi e identità sessuali
I dirigenti di altre istituzioni cattoliche dovrebbero prendere tempo per riflettere su queste idee e su questi fatti, così, quando si dovranno confrontare con situazioni simili, potranno rispondere anche loro in modo autentico e giusto.
Testo originale: Key Figures in Transgender Teacher Story Reflect on Their Experiences