Storia delle veglie

Le Veglie per il superamento dell’omotransfobia nascono nel 2007 grazie all’iniziativa del gruppo cristiano LGBT Kairos di Firenze, che reagì al tragico suicidio di un giovane gay a Torino. In quell’anno furono organizzate veglie di preghiera in 14 città italiane, dando il via a un movimento che avrebbe assunto dimensioni sempre più ampie.

Fin dal principio, il Progetto Gionata ha iniziato il suo percorso come coordinatore delle veglie. Inizialmente, un piccolo gruppo di volontari si è dedicato alla creazione di libretti di preghiera specifici per ogni confessione religiosa, adattando i testi alle diverse sensibilità e necessità delle comunità coinvolte. Parallelamente, il Progetto ha facilitato incontri tra gruppi di diverse città italiane, incoraggiando scambi di esperienze e rafforzando i legami tra comunità lontane ma accomunate dallo stesso obiettivo. fornendo linee guida pratiche per organizzare le veglie. Fin dai primi anni, il Progetto ha organizzato incontri formativi per volontari e operatori pastorali, raccontando esperienze reali e condividendo storie di come le veglie abbiano trasformato le relazioni tra fede e inclusione. fornendo supporto diretto e pratico. Ha iniziato creando materiali liturgici adatti alle diverse confessioni religiose coinvolte, come libretti di preghiera e testi meditativi, e ha facilitato la comunicazione tra le comunità partecipanti. Inoltre, ha organizzato incontri formativi per volontari e operatori pastorali, condividendo buone pratiche per rendere gli eventi più inclusivi e coinvolgenti. e nella promozione di queste iniziative, fornendo supporto logistico e materiali liturgici per le comunità partecipanti. Negli anni successivi, il numero di città coinvolte è cresciuto costantemente: dalle iniziali 14 località italiane del 2007, nel 2024 si contavano eventi in decine di città in Italia, Francia, Malta, Spagna, Polonia e Paesi Bassi.

 

Le veglie hanno assunto un carattere ecumenico, coinvolgendo comunità cattoliche, valdesi, metodiste, battiste e veterocattoliche. Questo approccio inclusivo ha permesso di costruire un dialogo tra confessioni diverse, promuovendo un messaggio comune di accoglienza e rispetto.

L’impatto internazionale delle veglie si è reso evidente a partire dal 2008, quando l’iniziativa ha iniziato a diffondersi in Europa e America Latina. Già quell’anno si registrarono eventi in città come Madrid, Dublino, Buenos Aires e Lima. Negli anni seguenti, le veglie si sono estese ulteriormente, coinvolgendo città come Berlino, Amsterdam e Varsavia, consolidando una rete globale di comunità di fede impegnate contro l’omotransfobia.

L’impatto mediatico delle veglie è stato significativo. Numerose testate giornalistiche e portali web, tra cui “Riforma.it”, hanno dedicato articoli e approfondimenti alle iniziative, contribuendo a sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi dell’omofobia, della transfobia e dell’inclusione. Questi momenti di preghiera pubblica sono diventati uno strumento potente per richiamare l’attenzione sui crimini d’odio e per promuovere una cultura dell’accoglienza.

Per il movimento LGBT+, le veglie rappresentano un’occasione di visibilità e dialogo con le comunità religiose. La partecipazione attiva di gruppi cristiani LGBT+ e di genitori credenti con figli LGBT+ testimonia l’importanza di questi eventi nel costruire ponti, abbattere pregiudizi e favorire l’accettazione all’interno delle chiese e della società.

Ogni anno, un versetto biblico guida le riflessioni delle veglie, sottolineando il legame tra fede e impegno contro l’intolleranza. Ad esempio, nel 2024 il versetto scelto è stato “Siate forti, non temete, perché Dio cammina con te” (Deuteronomio 31:6). Questi momenti di preghiera assumono un valore simbolico e spirituale, trasformandosi in un atto collettivo di resistenza contro la violenza e la discriminazione.

Le Veglie per il superamento dell’omotransfobia sono oggi una testimonianza concreta dell’impegno delle comunità di fede nel promuovere una società inclusiva, in cui le differenze siano accolte e celebrate come un valore.

“Fare coming-out

è come

fiorire!”