Io e mia sorella. Piccoli sprazzi di luce dopo il buio
Testimonianza di Piccolaluce* pubblicata su NoemiForum il 21 novembre 2010
È passato quasi un anno da quando mi sono ‘guardata allo specchio’ e mi sono accettata per ciò che sono. Ed è da quasi un anno che porto silenziosamente questo segreto…ho vissuto con il terrore che nessuno in famiglia potesse accettare.Siamo una famiglia numerosa, chiassosa e con idee contrastanti su tutto, figuriamoci sull’omosessualità!
Spesso in passato con i miei fratelli abbiamo avuto forti e pesanti discussioni sui ‘finocchi’ e alcune affermazioni mi avevano fatto male. Io sono una quasi trentenne semplice, che studia, che lavora, che cerca ogni giorno di vivere il Vangelo.
Non ho grilli per la testa. Quell’idea dell’omosessuale come un pervertito mi faceva star male e non avevo alcuna intenzione di dire a nessuno in famiglia che il mio cuore quando batte, batte per un cuore di donna. Negli ultimi mesi però qualcosa è cambiato. Tramite social network ho notato che le posizioni di mia sorella minore sull’argomento erano, come dire, cambiate, si erano addolcite.
Le mie amiche mi dicevano: ‘Parla con tua sorella, diglielo’. Tra i tanti della casa, la mia sorellina minore è la più intelligente, quella che davvero guarda lontano ed ha un grande cuore. Però…io sono molto chiusa e solo l’idea di parlare di me …mi faceva venire i lacrimoni, mi si stringeva un nodo alla gola. Pensavo tra me: “Meglio così se ha capito”.
Una sera, stranamente, mia sorella mi contatta (eh si…sto parlando di facebook) e mi chiede se ho voglia di uscire con lei.
Dico stranamente perché noi non siamo mai uscite insieme. Dopo molti tentennamenti, dopo che mi dice che mi comprerà le patatine e le crocchette, decido di uscire. 🙂
Dopo aver trascorso una piacevole serata in un pub, giocando al cervellone, mangiato misto fritto e bevendo birra, ci mettiamo in macchina per rientrare. Mentre cantavamo: Gli uomini non cambiano di Mia Martini, complice la birra, le ho detto: “ Vuoi chiedermi qualcosa?”. Lei mi sorride e dice: “No, cosa dovrei chiederti?”.
Avendo capito che aveva colto perfettamente incalzo: “Non so, magari hai qualche dubbio…”. Allora mi guarda e dice: “Io non ho dubbi. Sono almeno tre anni che ho capito, per questo ti risparmio anche di dirmelo, perché capisco che non è facile dirlo”. E così per due ore, sotto casa, abbiamo parlato di me, di cosa vivo, di come sto da quando la mia fidanzata mi ha lasciata. E abbiamo parlato di lei, dei suoi amori folli, della paura di crescere…
Entrambe visibilmente emozionate ci siamo rese conto che qualcosa stava cambiando… ci siamo ‘trovate’, come mai era successo. Sono crollati tanti muri. Lei continuava a ringraziarmi perché, grazie alla mia autenticità, lei aveva scoperto che gli omosessuali non sono piume e lustrini, ma persone normalissime che vivono il quotidiano come tutti.
“Ora – mi ha detto – non sei più sola, ora sei più forte, perché ci sono io con te”. Piccoli spazzi di luce… non sempre è tutto nero.
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* Ringraziamo l’autrice per averci autorizzato a pubblicare queste sue riflessioni personali.