L’epifania transgender. Diventare visibili al mondo
Riflessioni bibliche di Elijah Nealy, Sarah Carpenter-Vascik, Colleen Fay e Allyson Robinson, tratte dal sito Out in Scripture (Stati Uniti), del dicembre 2012, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro.
Durante il Natale, Gesù viene chiamato Emmanuele – Dio con noi. Isaia 9,2 proclama la buona novella che il popolo che ha camminato nelle tenebre ha visto una grande luce. Seguendo questo tema nelle letture per l’Epifania, Isaia grida al popolo di Dio “Levatevi! Splendete, perché la vostra luce è venuta.”
Nel periodo tra Natale ed Epifania evolviamo; non solo abbiamo visto la luce, ma diventiamo luce per gli altri. La manifestazione di Cristo in questo mondo richiede una risposta da noi. Come persone trans, le nostre “epifanie” corrispondono spesso al nostro coming out, al nostro diventare visibili al mondo, all’esperienza di portare la nostra luce e i nostri doni al mondo.
I magi portano doni al bambino Gesù. Possiamo pensare alla nostra questione del genere come a un dono? Possiamo fare spazio ai doni che le persone trans offrono al mondo, alle loro voci uniche, alla loro particolare esperienza di Dio in se stessi?
Abbattendo le barriere dei ruoli e delle aspettative di genere e spingendosi oltre quei binari, le persone trans possono permettere a tutti i cristiani di diventare più liberi di offrire pienamente se stessi e i loro doni al mondo.
Ma le differenze di genere non sono l’unico dono che offrono le persone trans. Dobbiamo stare attenti a non sfruttare e non trattare come oggetti le persone trans in mezzo a noi. Non possiamo aspettarci che abbattano da soli gli storici compartimenti di genere della Chiesa o insistere che facciano tutto il lavoro sporco per la Chiesa.
In Giovanni 1,10 leggiamo “La Parola si fece carne, ma il mondo non la riconobbe”. Pensiamo ai momenti in cui siamo usciti allo scoperto e gli altri ci hanno detto “Oh, forse questa è una buona notizia per te. Ma non è una buona notizia per noi. È troppo, troppo confuso, troppo destabilizzante per noi.” Gesù fu autenticamente “troppo”, troppo diverso dalle aspettative della gente e così venne spesso frainteso.
Allo stesso modo, sono le nostre aspettative, le nostre presunzioni e preconcetti che ci fanno fraintendere una persona, una situazione, o l’esperienza della presenza di Dio in questo mondo.
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Testo originale (PDF): Epiphany and the days that follow