L’esatta melodia dell’aria
Recensione di Silvia Lanzi
Una coppia di monaci sodomiti, un castrato melomane, una famiglia su generis. Anzi due. Un romanzo decisamente queer, quest’opera prima di Richard Harvell. La storia ci porta prima in Svizzera e poi a Vienna e narra la storia di Moses, fanciullo, con una voce stupenda, cresciuto da una coppia di monaci. E sarà proprio quella voce soave e angelica di ragazzino, a fargli perdere la virilità. Quelli che per il resto del mondo sono solo suoni, per lui sono vita.
Palpiti, sospiri, rumori, sono la porta attraverso la quale riesce ad entrare nella mente e nel cuore di chi gli è vicino. Nicolai e Remus, i due amanti benedettini che lo crescono, Amalia – bambina e poi donna – che Moses ama, Ulrich il maestro del coro… Prima nella città di San Gallo, e poi a Vienna alla ricerca dell’amore, Moses, alla fine, diventa padre del figlio della sua amata.
In questo libro tutto sembra sottosopra – invertito. Eppure è in questo andare oltre che risiede la bellezza del libro. L’amore indissolubile che lega i due monaci; quell’amore che lega la zoppa Amalia e l’evirato Moses; la fedeltà del nano Tasso, mentre di contro la rigidità dell’abate Celestino, incapace di guardare oltre la lettera e la tradizione; la pazzia di Ulrich; il perbenismo ad ogni costo della società viennese.
Verrebbe da dire, in modo assolutamente politically uncorrect, freak contro normali. Ma sono i cosidetti normali ad essere privi di cuore, mentre invertiti, eunuchi e, scherzi di natura sono i soli che hanno mantenuto la capacità di sentire – oltre che con le orecchie, con il cuore.
La grande capacità dell’autore sta nel descrivere i rumori che attorniano il protagonista – quei rumori e quei suoni che sono la sua vita. I rumori del mondo, come il rintocco delle campane di Vienna, il rosicchiare dei topi, le mille sfumature di un torrente in piena, il cigolio di una ruota ssformata, e quelle della dua amata: lo scorrere del sangue nelle vene, il suo impercettibile sospiro, il piccolo cuore che batte nel suo grembo…
E poi, la meravigliosa musica dell’Orfeo di Gluck, le emozioni che si riverberano nel corpo quasi fosse una cassa di risonanza. Un’opera prima sorprendente, che merita di essere letta.
Richard Harvell, L’esatta melodia dell’aria, ed. Nord, 2011