Cambiare mentalità! Perchè i cristiani finiscono per giustificare l’omofobia
Articolo* di Symon Hill** tratto dal sito Ekklesia (Gran Bretagna) del 18 maggio 2011, liberamente tradotto da Adriano C.
Molta gente identifica il Cristianesimo con l’omofobia, la misoginia, il controllo sociale e l’abuso sessuale. Riesco a malapena a biasimarli per questo. Ogni sorta di male è stato giustificato in nome del Cristianesimo. Gran parte della Chiesa, in un modo o nell’altro, è omofoba.
Questa omofobia è perpetrata da fanatici che evidenziano la loro fede con il loro odio verso le persone omosessuali e dai liberali che non riescono a parlare di integrazione per un malriposto desiderio di unità.
L’ipocrisia che spesso accompagna questo pregiudizio è stata mostrata nella sua forma più rivoltante in alcune recenti rivelazioni legate agli abusi sui minori da parte di istituzioni ecclesiastiche.
Ma ci sono anche parecchi credenti, inclusi Cristiani, Quaccheri, Unitariani e comunità parrocchiali cittadine, che sono pronti a portare avanti i matrimoni tra persone dello stesso sesso. All’interno di grandi denominazioni, come la Chiesa d’Inghilterra e la Chiesa Cattolica Romana, ci sono individui e gruppi che vogliono la reintegrazione. Una parte di omosessuali Cristiani suggerisce che la loro omosessualità non è incidentale per la loro fede ma è ispirata e affermata dalla loro comprensione degli insegnamenti di Gesù.
E c’è un gran numero di cristiani che ha cambiato la loro mentalità, così come nel passato hanno rifiutato le relazioni omosessuali, ora mettono in discussione le loro convinzioni e sinceramente tentano di rivedere questi problemi.
La reazione contro i diritti LGBT. Abbiamo fatto passi da gigante nel nostro paese in termine di accettazione delle relazioni omosessuali e di diritti legali delle persone LGBT. C’è ancora molta strada da percorrere in termini di uguaglianza giuridica, non da ultimo in materia di riconoscimento del matrimonio. Ma siamo lontani anche dalla generale accettazione sociale. Sarebbe sciocco fingere che le relazioni omosessuali sono universalmente accettate. C’è una significativa minoranza di persone che li rifiuta, così come altri che si sentono in disagio con loro.
Inoltre stiamo vedendo ora i segni di una reazione sistematica contro i diritti LGBT. Alcuni gruppi (ndr in Ighilterra) – come Christian Concern e Christian Legal Centre – impiegano molte energie in campagne contro l’accettazione dell’omosessualità e della bisessualità. Una mozione lanciata da Christian Concern alla Camera dei Lords è riuscita ad annacquare la legge sulla parità dello scorso anno riducendo i diritti dei lavoratori in organizzazioni religiose per la libertà e la discriminazione. Allo stesso tempo c’è stato un incremento nella promozione della cosiddetta terapia di “guarigione” di persone gay e bisessuali.
Non sto suggerendo che i gruppi Cristiani, o anche i gruppi religiosi in genere, siano responsabili di tutta l’omofobia in Gran Bretagna. L’atteggiamento dei mezzi di comunicazione gioca un importante ruolo, non da ultimo nello scandalo del bullismo omofobico delle scuole britanniche. Viene segnalato che l’aumento di crimini d’odio omofobici e transfobici potrebbe essere dovuto all’incremento di visibilità di persone LGBT o forse il risultato di maggiori probabilità di crimini d’odio. Però i gruppi come Christian Concern giocano un ruolo vitale nel dare una facciata di rispettabilità morale all’omofobia. Ecco perché viene così spesso citato dal Daily Mail.
Gesù, la sessualità e i “Valori Cristiani”. Se vogliamo sconfiggere l’omofobia, dobbiamo cercare di capire perché alcuni sono così desiderosi di promuoverla. Ciò significa comprendere il ruolo per cui le dispute sessuali sono entrate in gioco con il Cristianesimo. Così, permettetemi di fare un giro turistico attraverso alcuni momenti significativi della storia del Cristianesimo..
Cominciamo con Gesù, che ha esercitato una radicalità totale, ha sfidato e insegnato la potenza del perdono, la non violenza e l’amore per tutte le persone, inclusi i nemici. Ha proclamato la libertà – libertà dalle oppressioni sociali, politiche, religiose ed emotive. Hanno ucciso Gesù perché era troppo libero.
Gesù ha più volte spezzato le convenzioni sessuali del suo tempo. Questo punto viene costantemente trascurato. Ha permesso alle donne di entrare in contatto fisico con lui in una società che lo trovava scioccante.
Ha ridefinito la famiglia dicendo: “Chiunque fa la volontà di Dio è mio fratello, mia madre, mia sorella”. Ha condannato il divorzio in una società in cui solo un uomo avrebbe potuto avviare un divorzio, riducendo la moglie ad una disgrazia sociale e spesso alla povertà. Ha socializzato con le prostitute. Ciò non vuol dire che ha approvato la prostituzione, ma ha riservato le sue parole più dure per i ricchi e i potenti e per gli ipocriti religiosi. Non c’è da stupirsi che Gesù sia stato di profondo imbarazzo per il Cristianesimo.
Oggi, coloro che parlano maggiormente di “valori Cristiani” sono spesso coloro che prestano meno attenzione allo stile di vita di Gesù e ai suoi insegnamenti. Non sto dicendo che Gesù sarebbe stato tollerante sull’etica sessuale o avrebbe condonato tutte le pratiche sessuali della nostra società. Egli ha condannato gli abusi sui minori. I suoi princìpi di amore e fedeltà sono in contrasto con l’attività che è egoista, coercitiva, manipolativa, ingannevole o senza amore per gli altri che vengono coinvolti.
Gli insegnamenti di Gesù lasciò ai primi Cristiani delle radicali forme di comunità che hanno sfidato la natura gerarchica della società che li circondava. L’apostolo Paolo nella sua lettera ai Galati scrive: “Non c’è più né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; poiché voi tutti siete uno in Cristo Gesù “.
La Cristianità e il compromesso. Ma non passò molto tempo prima che i Cristiani cominciassero a compromettere i valori di Gesù con le opinioni di coloro che detenevano il potere intorno a loro. Non sono in grado di giudicarli, per molti di noi sono molto più lontani dai compromessi dei nostri principi di quanto vorremmo ammetterlo. Uno degli ultimi scritti del Nuovo Testamento – la lettera agli Efesini – dice alle mogli di obbedire ai mariti. La lettera agli Efesini viene attribuita a Paolo, anche se quasi tutti gli studiosi concordano sul fatto che non l’abbia scritta lui.
La deriva verso la rispettabilità sociale continua. Più tardi, nel IV secolo, l’impero Romano addomestica il Cristianesimo facendolo diventare la religione dell’Impero. Gli stessi capi Cristiani si trovano a difendere l’Impero, le sue guerre e le oppressioni, sostenendo idee e valori che in precedenza aveva attaccato. Sono sicuro che potreste pensare a parecchi confronti con la società moderna. Mi astengo dal fare troppe battute sui ministri liberali democratici.
Da quando la Chiesa è entrata a far parte del sistema, è diventato molto più facile attaccare i peccati sessuali degli individui che non quelli legati allo sfruttamento e alla guerra. I teologi come Agostino hanno sviluppato il concetto di “peccato originale” sostenendo che il sesso sia stato il mezzo attraverso il quale il peccato originale ci è pervenuto. Allo stesso tempo hanno abbandonato il pacifismo dei primi Cristiani a favore della teoria della “guerra giusta”. L’effetto combinato è stato che ci si è focalizzati sul sesso tralasciando l’attenzione sulla violenza.
Questo fu l’inizio della Cristianità, una situazione che continuò in Europa sino al XX secolo e resta attuale, almeno in parte, in altre aree del mondo d’oggi. Il termine “Cristianità” descrive la situazione nella quale la Chiesa emette approvazioni morali allo stato ed in cambio ottiene privilegi e protezione dalle leggi e degli eserciti dello Stato.
Opportunità o minaccia? Nel corso degli ultimo decenni, la Cristianità si è andata dissolvendo in Inghilterra poiché il nostro Paese è divenuto più eterogeneo e multietnico. Molte meno persone hanno familiarità con il Cristianesimo. Alcuni gruppi Cristiani, come Ekklesia, vedono il post-cristianesimo come una eccitante opportunità di voltare pagina ai compromessi di ricchezza e potere del Cristianesimo e riscoprire nuovamente i sovversivi insegnamenti di Gesù.
Altri cristiani trovano la post-cristianità inquietante. Le persone che sono abituate ai privilegi difficilmente vi rinunciano. Anzi, essi non sanno, quasi per definizione, d’essere privilegiati, e vedono l’altrui domanda d’uguaglianza come una richiesta irragionevole.
Questo è il modo in cui i ricchi spesso rispondono al socialismo, come hanno reagito parecchi uomini al femminismo, come gli eterosessuali hanno urlato contro l’avvento LGBT, e i non-disabili ai movimenti per il diritto dei disabili. Naturalmente ci sono eccezioni in ogni caso, ma spesso le persone in posizione privilegiata davvero non capiscono quanto siano privilegiati. Ciò succede con quei Cristiani che sono indignati di come la morale cristiana non sia più vista come principio guida nei tribunali, nelle scuole e nella Camera dei Comuni.
Prima di affrettarsi a giudicare, chiediamoci quanto siamo bravi ad adattarci ai cambiamenti e quanto ci accorgiamo se siamo beneficiati ad esclusione di altri. Abbiamo le stesse caratteristiche umane dei nostri avversari. Questo non significa che non debbano essere contestati.
Forse perché gli atteggiamenti sociali e legali verso le relazioni omosessuali sono cambiati in tempi relativamente brevi, l’omosessualità è divenuta una questione fondamentale per i gruppi socialmente conservatori, come Christian Concern e Anglican Mainstream. Certamente è andata ben al di là dall’essere una questione chiave. Quasi evidenziano la loro religione su di essa.
Ciò è teologicamente assurdo quanto moralmente ripugnante. Anche se dovessimo interpretare la Bibbia come una condanna alle relazioni omosessuali, difficilmente ne faremmo una missione di campagna per i Cristiani. La Bibbia dice molto di più sull’uso del denaro di quanto non faccia del sesso. Eppure non ho mai visto campagne di Christian Concern o Anglican Mainstream contro l’ideologia politica dominante che sacrifica la compassione o la carità sugli altari del Libero mercato.
Cambiare le mentalità. Per sfidare l’omofobia promossa da questi gruppi, dobbiamo riconoscere che proviene da una paura di perdita dello status. Per capire, non per giustificare. Ma capire cosa abbiamo di fronte ci aiuterà a superarlo. Potrebbe aiutarci il fatto di provare compassione per coloro che ci contestano, anche se siamo sconvolti da ciò che rappresentano. E ci darà maggiore possibilità di cambiare la mentalità delle persone.
Parlo come qualcuno la cui mentalità è stata modificata. Quando sono diventato Cristiano, ho erroneamente pensato che l’etica Cristiana fosse quella di seguire le regole. Ho soppresso gran parte della mia sessualità. Con vergogna ammetto di avere fatto campagne contro le relazioni omosessuali. Dopo aver cambiato i miei atteggiamenti, sono diventato consapevole del dolore al quale ho contribuito.
Il prossimo mese ho intenzione di fare un cammino da Birmingham a Londra come pellegrinaggio di pentimento per la mia ex-omofobia. Farò interventi nelle chiese lungo il percorso, esortando a lottare per l’uguaglianza. Arriverò a Londra il giorno prima del Pride, e parlerò nel centro della città quella sera stessa. Se riuscirò sarò alla Chiesa Centrale Battista di Bloomsbury in Shaftesbury Avenue alle 7.00 della sera del primo di luglio.
Sono inorridito dal fatto che i Cristiani non siano in prima Iinea nella lotta contro l’omofobia. Penso sia fondamentale che la maggior parte di noi debba essere in prima linea contro di essa.
Affrontare insieme l’omofobia
Dopo aver parlato un po’ circa la natura dell’omofobia Cristiana in Gran Bretagna, mi piacerebbe suggerire quattro modi con cui penso si possa affrontarla.
In primo luogo è fondamentale che i Cristiani si schierino con fermezza contro l’esclusione e l’emarginazione delle minoranze sessuali. Fintanto che i gruppi anti-eguaglianza potranno affermare di rappresentare la Cristianità, avranno la possibilità di dare l’impressione di avere un gran numero di sostenitori, mentre invece fanno un cattivo uso del linguaggio dei diritti e delle libertà per promuovere il loro programma.
Comprendo che molti Cristiani si prendano a cuore l’unità e non sto suggerendo che dovremmo trattare tutti coloro che lottano per questo, come dei veri e propri bigotti. Tuttavia ci sono momenti in cui dobbiamo scegliere tra l’idolo dell’unità e il Dio dell’amore.
In secondo luogo, a favore della parità i Cristiani devono prepararsi a lavorare con le persone di altre religioni o con gli atei per combattere l’omofobia, sebbene questa possa significare una campagna assieme ai non-cristiani contro altri cristiani. Allo stesso modo, ci serve il sostegno nelle nostre lotte dai non-Cristiani che si impegnano a garantire le parità. Mi rattrista che talvolta vengano attaccati da persone che sostengono i diritti LGBT, ma chi è così anti-Cristiano da non accettare l’idea di una campagna Cristiana per l’uguaglianza?
In terzo luogo, dobbiamo essere saldi contro l’omofobia, senza mai scendere al livello di odio personale per gli omofobi. Come so dalla mia esperienza, le loro mentalità possono essere cambiate. Non sosterrò mai l’idea che gli omofobi possano permettersi di discriminare, per esempio, la fornitura a bed and breakfast. Ma sosterrò sempre la loro libertà di parola. Questo per ragioni sia di principio che di tattica. Loro reclamano che si vedono negare la libertà di coscienza. Non giochiamo con le loro stesse armi.
Come quarto punto, dobbiamo riconoscere che l’omofobia è una delle molte ingiustizie della nostra società, che le persone LGBT sono uno dei molti gruppi che continuano a sperimentare l’emarginazione. L’omofobia è stata storicamente un mezzo di controllo sociale, che tiene le persone in strutture che servono agli interessi di coloro che hanno ricchezza e potere. I potenti sono sempre pronti a cooptare preesistenti movimenti radicali per i propri fini. Negli ultimi anni, molte imprese e aziende hanno visto la cosiddetta cultura gay come un’opportunità per arricchirsi. La Gran Bretagna ha ora la sua prima “rivista per il matrimonio gay”, che offre lo stesso messaggio consumistico equivalente agli eterosessuali.
Non combattiamo per l’uguaglianza in modo da poter essere semplicemente sfruttati economicamente come le persone etero. La lotta contro l’omofobia deve essere parte di una più ampia lotta contro il capitalismo.
Amare i nemici non è la stessa cosa che non aver nemici. Gesù amò i potenti e li esortò a pentirsi. Li affrontò comunque. Rovesciò i tavoli dei commercianti sfruttatori nel Tempio di Gerusalemme.
Trovò alcune delle peggiori ingiustizie e ipocrisie nel Tempio stesso, così come noi possiamo trovarle nella Chiesa moderna. Seguire Gesù è combattere i valori dominanti della nostra società e affrontare i pregiudizi di coloro che cercano di farci conformare ad essi. Seguire Gesù significa affrontare i potenti e, alle volte, affrontare anche la Chiesa.
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* Desidero ringraziare il Camden LGBT Forum, che mi ha invitato a parlare al loro evento intitolato “La globalizzazione dell’omofobia” il 17 Maggio. Il testo del mio intervento è qui riportato di seguito (sebbene ci siano delle leggere differenze tra il testo qui riportato e le esatte parole utilizzate a quel tempo, la sostanza è la stessa).
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** Symon Hill è Direttore associate di Ekklesia. Nell’estate del 2011, ha camminato da Birmingham a Londra per un pellegrinaggio di pentimento per la sua ex omofobia (si veda http://www.repenting.wordpress.com). L’articolo riportato e stato originariamente presentato quale intervento al convegno ‘La globalizzazione dell’omofobia’, un evento promosso dall’Università di Londra il 17 maggio 2011, organizzato dal forum Camden LGBT (si veda http://www.camdenlgbtforum.org.uk) per celebrare la Giornata Internazionale contro l’omofobia.
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Testo originale: Christianity and homophobia in Britain today