La chiesa cattolica e il tabù dei preti gay
Articolo di Livia Garrigue pubblicato sul mensile Sciences Humaines (Francia) n°308 del novembre 2018, liberamente tradotto da Carole Oulato
«La Chiesa invita ad avere una doppia vita», confidava nel 2015 il prete Krzysztof Charamsa, dopo il suo coming out mediatico. Questo uomo di Chiesa omosessuale aveva allora tradito il segreto di Pulcinella: essere prete e gay significa vivere “in un sistema di menzogne sulla propria sessualità”.
Se il dispositivo sacerdotale del celibato ha sempre suscitato vocazioni tra gli omosessuali, rari sono quelli che ne parlano. Allora, come vivono i religiosi la loro omosessualità, in seno ad una istituzione bardata di interdizioni e cose non dette? Per affrontare queste questioni il politologo Josselin Tricou, che prepara un dottorato su «Le mascolinità sacerdotali nella Chiesa cattolica“, ha cercato di scoprire, tra i religiosi, le varie modalità con cui esse vengono affrontate. Il ricercatore si è in particolare interessato alla figura della “talpa”, profilo del prete gay che perpetua, tramite la clandestinità della sua sessualità, l’omofobia interiorizzata e l’ordine del silenzio o «dell’armadio» ecclesiastico, come viene denominato dal ricercatore.
Emissari del silenzio, le talpe incarnano il ritorno in forza di una politica del segreto all’interno della Chiesa. Inaccessibili, restii alle domande dei ricercatori vissute come una ricerca di testimonianze alla stessa stregua di una confessione, vedono l’inchiesta come una minaccia personale. Dopo la nascita della Manif pour tous, la Chiesa è diventata ancora di più per tutti il teatro di una dissimulazione crescente.
Mentre la società (francese) stabiliva una normalizzazione della coniugalità gay con la legge Taubira, l’istituzione (ecclesiastica francese) riattivava una propensione a disciplinare i comportamenti e le parole in un clima di omofobia crescente. Da cui delle pratiche al limite dell’ubiquità: «Tonaca di giorno e drag queen la notte», riassume un chierico al ricercatore J. Tricou, a proposito di uno dei suoi colleghi, omosessuale e apostolo della lealtà silenziosa verso le istituzioni o di una fedeltà all’armadio meglio sigillato della storia.
Josselin Tricou, «Refaire des “taupes”: gouverner le silence des prêtres homosexuels à l’heure du mariage gay», Sociologie, vol. IX, n° 2, 2018.
Testo originale: Le tabou des prêtres gay