La Chiesa cattolica e le persone trans: verso un approccio pastorale
Articolo di padre James Martin SJ* pubblicato sul sito LGBTQ cattolico Outreach (Stati Uniti) il 17 maggio 2022, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro, parte prima
Che dire dell’attenzione che negli ultimi tempi la Chiesa Cattolica dedica alle persone transgender? Diverse diocesi statunitensi hanno emanato delle direttive, destinate alle parrocchie, alle scuole e ad altre istituzioni cattoliche, su come comportarsi con loro.
I vescovi del Minnesota, con la diocesi di Marquette, hanno deciso che le persone transgender non possono ricevere i sacramenti se non si pentono; l’anno scorso [il vescovo di Arlington, in Virginia] ha dichiarato che non esistono le persone transgender; [il vescovo di Des Moines, nell’Iowa] ha definito il concetto di persona transgender “fondamentalmente un errore”. Recentemente un vescovo statunitense mi ha confidato che un suo confratello ritiene che la “priorità più urgente” della nostra Conferenza Episcopale sia emanare un documento ufficiale (contro) le persone transgender.
Queste nuove linee guida stanno producendo i loro effetti. Un amico mi ha raccontato dello sconcerto di un adolescente transgender a cui è stata negata la Cresima nella sua parrocchia.
Ci sono persone transgender cattoliche disperate per queste nuove regole, e soprattutto per essere escluse dai sacramenti. Christine Zuba, una donna transgender cattolica che è ministro dell’Eucarestia nella sua parrocchia in New Jersey, mi ha detto “Personalmente mi chiedo spesso perché devo essere presa di mira da tutte queste critiche e condanne”.
Tutta questa attenzione verso le persone transgender potrebbe forse indicare che stanno invadendo le parrocchie e le scuole cattoliche, ma non è così, dato che solo lo 0,6% della popolazione si identifica come transgender, secondo un sondaggio del 2021.
D’altra parte questo tema è al centro dell’attenzione non solo perché le persone transgender sono sempre più visibili, ma anche perché molti Stati vogliono restringere l’accesso degli adolescenti transgender alle terapie mediche per cambiare genere; Greg Abbott, governatore del Texas, ha definito “abusi sui minori” certe terapie rivolte ai giovani transgender. (1)
Eppure le maggiori organizzazioni americane dei medici, degli psicologi e dei pediatri hanno concluso che “le cure mediche per modificare il genere sono necessarie, da un punto di vista medico, fin da giovani, e hanno alle spalle decenni di ricerche”; altri studi, però, mettono in discussione questi risultati, e, come mi ha detto un sacerdote, “Queste sono prove di basso livello usate per giustificare alti livelli di fiducia in determinate affermazioni”.
Ci si può chiedere anche perché così tanti vescovi siano stati così svelti a utilizzare il linguaggio del peccato e del pentimento per un fenomeno così nuovo, almeno nelle sue manifestazioni pubbliche, così poco compreso, e fonte di un aspro dibattito scientifico.
Perché la Chiesa è stata così svelta nel condannare delle persone che affermano sovente di voler essere ciò che Dio le ha chiamate ad essere, che sono fortemente a rischio di suicidio e di autolesionismo, oltre che di violenze e maltrattamenti, come quasi tutti gli studi in proposito riportano?
In mezzo a queste regole restrittive, troviamo però segni di accompagnamento pastorale. L’anno scorso il vescovo di Davenport Thomas Zinkula ha istituito un “Comitato per il genere” per aiutare la diocesi a riflettere sulle molte questioni legate alle persone transgender, promettendo di ascoltare le loro esperienze e di riflettere su come svolgere al meglio il ministero cristiano per questa comunità: “Più abbiamo incontrato le persone transgender e i loro cari, e abbiamo parlato con loro, meglio le abbiamo comprese, assieme ai loro sentimenti. Sono diventate per noi degli esseri umani. Il nostro approccio verso questa tematica è cambiato: probabilmente pubblicheremo una dichiarazione, piuttosto che delle linee guida” ha dichiarato padre Thom Hennen, vicario generale della diocesi e membro del Comitato, al giornale diocesano.
(1) In seguito Abbott ha invitato i Texani a denunciare i genitori che sottopongono i loro figli alle terapie per modificare il genere. La pena era il carcere, ma un giudice ha ordinato di fermare questo progetto. La Corte Suprema del Texas, però, ha ribaltato la decisione del giudice, confermando il diritto a denunciare le famiglie dei giovani transgender.
* Il gesuita americano James Martin è editorialista del settimanale cattolico America ed autore del libro “Un ponte da costruire. Una relazione nuova tra Chiesa e persone Lgbt” (Editore Marcianum, 2018). Padre James ha portato un contributo sull’accoglienza delle persone LGBT nella Chiesa Cattolica all’Incontro Mondiale delle Famiglie Cattoliche di Dublino e ha portato una sua riflessione anche al 5° Forum dei cristiani LGBT italiani (Albano Laziale, 5-7 ottobre 2018).
Testo originale: The church and the transgender person