La chiesa cattolica è pronta ad accogliere senza ipocrisia i preti gay?
Articolo di Renee K. Gadoua pubblicato sul sito Religion News Service RNS (Stati Uniti) il 22 ottobre 2005, liberamente tradotto da Ciuti Sara
UTICA (New York). Soltanto due anni dopo la cerimonia di ordinazione come sacerdote della Chiesa Cattolica, il reverendo Fred Daley ha ammesso di essere probabilmente omosessuale.
“Stavo scendendo le scale per la messa del mattino, quando ho avvertito questa profonda sofferenza e dolore in fondo allo stomaco” ricorda.
“Era la prima volta che mi rendevo conto che la mia attività come religioso in realtà mascherava una sofferenza, nel tentativo di evitare qualcosa”.
“Mi si è accesa una lampadina in testa”, ha affermato. “Sono improvvisamente diventato consapevole dei miei istinti e desideri sessuali”, ha continuato il sacerdote. Al tempo, aveva 27 anni.
Quasi trent’anni più tardi, dopo un percorso doloroso e segnato da molte preghiere e dalla solitudine, quest’uomo ha dichiarato apertamente il proprio orientamento sessuale alla comunità cristiana di Utica, nel maggio del 2004.
Fred Daley, pastore della chiesa San Francesco di Sales (St. Francis de Sales Church) della città di Utica (Stati Uniti), è il primo sacerdote delle sette contee della Diocesi Cattolica di Syracuse ad aver dichiarato pubblicamente la propria omosessualità. È considerato uno dei pochissimi preti omosessuali del paese ad aver compiuto tale gesto.
Mentre c’è chi specula sul fatto che il Vaticano abbia preparato un documento per vietare il sacerdozio agli omosessuali, Daley afferma di essere orgoglioso di essere un prete casto e gay.
Citando fonti Vaticane anonime, i media avevano riferito a settembre (2005) che il documento, presentato a Papa Benedetto XVI avrebbe vietato il sacerdozio agli uomini omosessuali.
Successive inchieste da parte dei media hanno poi annunciato che tale documento non avrebbe escluso completamente i sacerdoti omosessuali, purché questi avessero praticato l’astinenza sessuale da almeno tre anni e non avessero dichiarato pubblicamente la propria omosessualità.
Daley afferma che molti all’interno della Chiesa (omosessuali ed eterosessuali) sono preoccupati: “quando si tratta di escludere, è lì che la Chiesa si mostra poco devota al Signore”, ha affermato.
“Dovrebbe piuttosto rallegrarsi della volontà e disponibilità degli uomini omosessuali ad utilizzare le proprie doti per conferirle nuova energia. Privare la Chiesa di queste persone talentuose rappresenta una perdita tremenda”.
Daley sostiene che l’attenzione tutta rivolta all’orientamento sessuale faccia sì che vengano incolpati i sacerdoti omosessuali per i problemi interni alla Chiesa, come lo scandalo degli abusi sessuali da parte del clero, o la mancanza di sacerdoti.
Inoltre, vengono rafforzati così gli stereotipi che vedono gli omosessuali come persone immorali ed incapaci di controllare i propri istinti sessuali, asserisce Daley; “fino al punto che la Chiesa fa uso di informazioni datate e imprecise sull’orientamento omosessuale, ed in questo modo istiga indirettamente all’oppressione e alla violenza fisica contro le persone omosessuali”.
Il sacerdote non vuole rivelare l’omosessualità di altri preti, ma sostiene che la Chiesa debba conoscerne tanto il numero, quanto i contributo che danno ed afferma “Siamo molti”.
Daley ha anche dichiarato di amare il proprio lavoro pastorale: “Mi sento fortunato per il fatto che Dio mi abbia elargito il dono di essere prete”.
Dailey, 58 anni, è cresciuto a Syracuse, dove ha frequentato scuole cattoliche e dove ha ricevuto l’ordinazione al sacerdozio nel 1974.
I suoi incarichi includono il servizio sacerdotale alla chiesa di Sant’Agnese (St. Agnes Church) e di Blessed Sacrament, entrambe ad Utica. Ha inoltre prestato servizio come vicario regionale nel dipartimento orientale della diocesi, e come direttore delle vocazioni per la diocesi dal 1981 al 1988.
È anche molto conosciuto per il suo impegno per la giustizia sociale. Nel 1987, ha condotto 16 cattolici locali in un ritiro di 10 giorni in Nicaragua, ed ha manifestato in modo esplicito la propria opposizione alla guerra.
Nel settembre del 2012, gli organizzatori di un servizio religioso interconfessionale per commemorare gli attacchi terroristici dell’undici settembre, hanno depennato Daley come oratore principale a seguito di alcune critiche mosse al sacerdote per il suo sostegno a favore degli omosessuali e per aver celebrato messe che accoglievano gay cattolici.
Tuttavia, Daley è elogiato per il suo sostegno all’ Utica’s Hospitality Row, un centro che offre servizio mensa ai senzatetto, programmi di accoglienza per le donne, negozi di mobili usati, un ospizio ed un programma che aiuta le famiglie a basso reddito ad ottenere ricette e prescrizioni di farmaci, situato nel quartiere vicino alla Chiesa di San Francesco.
Daley ha pubblicamente rivelato il proprio orientamento sessuale ad un giornalista qualche giorno prima di accettare un premio elargito dall’organizzazione locale di servizi sociali United Way of the Greater Utica Area nel marzo 2004.
Qualche giorno dopo, la sua comunità religiosa lo ha elogiato con una standing ovation dopo un’omelia molto toccante nella quale egli ha descritto le difficoltà affrontate per accettare il proprio orientamento sessuale.
Daley ha dichiarato di aver dovuto lottare per un po’ di tempo conl fatto di voler uscire allo scoperto. Afferma di aver passato anni a nascondere la propria natura, sentendosi per questo un disonesto; tale sentimento si è poi accresciuto alla vista degli omosessuali che venivano incolpati per lo scandalo degli abusi sessuali.
“Come prete omosessuale, mi sentivo un ipocrita a rimanere in silenzio” ha sostenuto il sacerdote.
Il suo silenzio riguardo al sesso è ciò che ha caratterizzato i suoi anni da seminarista: “erano gli ultimi giorni di dedizione al voto di castità, in cui non dedicavo né tempo né energie alla sessualità umana”, afferma Daley. “Ero completamente distaccato dalla mia sessualità”.
“Non era strano”, continua il sacerdote, che ha frequentato il seminario di Wadhams Hall a New York nei primi anni Settanta. “Etero o gay, la repressione della sessualità era, per molti, l’unico modo di gestirla”, ha continuato. “Non c’è mai stato ufficialmente nessun confronto col sistema (formativo) riguardo alla sessualità o all’astinenza sessuale”.
Durante una vacanza qualche anno dopo la consacrazione come sacerdote, Daley ha visitato un bar gay ed ha compreso l’origine di quel malessere che giaceva nelle profondità delle sue viscere. “Non riuscivo neanche a dire la parola ‘omosessuale’ a me stesso”, ha confessato, “ma questo ha consolidato nel mio cuore il fatto che io fossi gay. Mi resi conto di essere sessualmente attratto dagli uomini”.
Tuttavia, questa realizzazione non lo ha portato alla pace interiore. “Credevo fosse un male. Pensavo fosse una cosa terribile”, ha continuato il sacerdote. “Dieci minuti più tardi trovai una chiesa vicina ed andai a confessarmi. Pensavo fosse peccato anche solo entrare in un posto come quel bar. Consideravo il tutto come una minaccia tremenda al mio amato sacerdozio”.
Durante un ritiro qualche settimana dopo ha confessato la propria omosessualità ad un consigliere spirituale: “speravo che non mi condannasse ma che mi aiutasse a rinnegare questo sentimento”, ricorda Daley.
“Avevo il desiderio di purificare i miei pensieri e le mie emozioni per andare avanti con la mia vita”.
Daley considera che sia merito di quei 10 anni di preghiera intensa fianco a fianco se il consigliere spirituale lo ha aiutato ad accettare sé stesso: “mi ha aiutato ad accettare il mio orientamento sessuale, ha capito che non c’era nessun problema e che Dio mi aveva creato così. Allora fui in grado di superare i timori omofobici che mi attanagliavano il cuore e di accettare me stesso”.
Daley afferma che le difficoltà si presentano per tutti i preti, i quali hanno la necessità di affrontare la propria sessualità nel momento in cui prendono la decisione di vivere una vita di astinenza religiosa. Le preoccupazioni riguardo alle regole del Vaticano e i pettegolezzi riguardo al liberartá dei seminaristi omosessuali creano un’atmosfera che non è né cristiana, né salubre, afferma il sacerdote: “la mia paura è che questo atteggiamento vada poi a creare un’atmosfera che spinge quei giovani uomini a non occuparsi di tali questioni. È uno spaventoso passo indietro”.
Daley considera la reazione avuta al suo coming out una riprova del fatto che la comunità cristiana è pronta ad accettare preti omosessuali.
Il suo vescovo, James Moynihan, non ha rilasciato commenti su di lui per le sue dichiarazioni. La sua stessa comunità lo ha appoggiato, e Daley ha ricevuto centinaia di messaggi di sostegno provenienti da tutto il paese. “Non sto esagerando”, ha detto, “di tutte le centinaia di lettere e telefonate, ho ricevuto una lettera, molto cortese, da parte di una persona preoccupata che sarei andato all’inferno per questo, ed una sola telefonata in cui mi dicevano che davo una brutta immagine della Chiesa”.
Il sacerdote però non si pente della propria decisione: “c’è una tale pace e libertà nella mia vita, ed una sensazione interiore di integrità”, ha detto, “spero di dimostrare col mio esempio che essere gay non implica affatto la fine del sacerdozio”.
Testo originale: Openly Gay Priest Says Catholic Church Ready to Accept Gay Clergy