
A cura dell’agenzia NEV del 5 maggio 2010
Si è concluso il Sinodo della chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), svoltosi a Verona dal 30 aprile al 3 maggio presso il “Centro Carraro” […]. Tra le mozioni approvate quella riferita alle “unioni di vita”, in cui si afferma che tutte le persone, senza discriminazione alcuna, hanno il diritto di essere accompagnate nella fede, e in particolare che: “le coppie dello stesso sesso che vivono in un legame vincolante di convivenza sono accompagnate come qualsiasi altro membro di chiesa.
Per queste coppie può esservi anche un culto di benedizione. Il culto si differenzia nella forma liturgica dal matrimonio”.
“Sono lieto che la mia rielezione coincida con una decisione in un certo senso storica per l’Italia, quale l’avvio di un percorso – per la prima volta da parte di una chiesa – che potrebbe portare all’approvazione della benedizione delle unioni di vita diverse da quelle tradizionali. Un percorso non facile, ma da affrontare con serenità e coraggio e in cui conciliare gli aspetti pastorali e umani” è stato il commento di Milkau a conclusione dei lavori sinodali che hanno visto l’istituzione di una commissione incaricata di approfondire la questione per il prossimo Sinodo. Tra i membri della commissione dovrà figurare almeno una persona che viva una relazione omosessuale.
“La commissione non dovrà stabilire se essere favorevoli o meno a forme di convivenza non tradizionali o alle unioni omosessuali, ma semplicemente lavorerà per capire come operare per accogliere e rispettare realmente tutti, anche chi è diverso dalla maggioranza – continua il decano Milkau -.
Se il matrimonio, con il suo valore peculiare nella tradizione cristiana, non è equiparabile ad altre forme di convivenza, la chiesa luterana ritiene legittimo che persone che vivono un sentimento d’amore desiderino valorizzarlo con la benedizione di Dio, che non sarebbe comunque un’affermazione etica bensì pastorale-religiosa. D’altronde, al centro della convinzione evangelica del luteranesimo vi è l’ascolto della parola giustificante di Dio e il reciproco riconoscimento di chi vive percorsi di vita diversi”.
Molta soddisfazione è stata espressa dalla presidente del Sinodo, Christiane Groeben, per come si sono svolti i lavori, e in particolare per la presentazione del nuovo innario interamente bilingue, frutto di quasi dieci anni di lavoro, che permette alle comunità di lingua italiana e tedesca di cantare e pregare contemporaneamente.
“Un bel traguardo per le nostre comunità il cui segno distintivo è proprio il bilinguismo – ha spiegato la Groeben -. Il culto di insediamento dei pastori Milkau e Eckert di domenica pomeriggio è stato molto commovente anche per questo fatto: per la prima volta tutti insieme abbiamo potuto celebrare il culto scegliendo la lingua preferita”.
Il Sinodo – tra le altre cose – ha anche approvato la rendicontazione dell’operato del Concistoro (organo esecutivo della CELI) e il gemellaggio con le chiese luterane di Slovenia e Ungheria. Inoltre, si è discusso delle realtà in cui i luterani sono impegnati in vario modo: dalla Casa editrice Claudiana alla Scuola a Santa Maria La Bruna, dal Centro Idelmo Poggioli al progetto culturale diffusione teatro, passando per il Centro Melantone di Roma.
Contestazione di un gruppo cattolico tradizionalista al Sinodo della CELI
Un’azione di volantinaggio e due striscioni appesi ai lati dell’ingresso del Centro Carraro. Così un gruppetto di tradizionalisti cattolici ha contestato lo svolgimento del Sinodo della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), tenutosi a Verona dal 30 aprile al 3 maggio scorso.
Motivo della contestazione la “benedizione di unioni sodomite”, per usare gli stessi termini con cui i manifestanti hanno definito il dibattito sulle “unioni di vita” – cioè di tutte quelle forme di convivenza diverse dalla famiglia tradizionale – all’ordine del giorno del Sinodo (vedi notizia precedente).
Il gruppo di contestatori è comunque già noto sia ai cattolici che ai luterani della città scaligera: si tratta degli stessi che, in concomitanza con la visita di Benedetto XVI alla chiesa luterana di Roma lo scorso 14 marzo, hanno organizzato un rosario riparatore.
Soprattutto, sono i componenti del “Comitato perché la chiesa di S. Pietro Martire resti cattolica”, il luogo di culto concesso dal precedente vescovo Flavio Roberto Carraro alla chiesa luterana veronese per lo svolgimento delle sue attività.
In una lettera inviata, tra gli altri, all’attuale vescovo di Verona, Nicola Zenti, e al Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, William Joseph Levada, gli esponenti del gruppo tradizionalista hanno reiterato la richiesta affinché la curia revochi la concessione della chiesa di S. Pietro Martire – luogo consacrato e dedicato al co-patrono della città – ai luterani, chiedendo altresì di impedire lo svolgimento del Sinodo luterano presso il cattolico Centro Carraro, dove comunque il Sinodo si è svolto regolarmente.
A fronte della contestazione, una delegazione luterana, composta dalla presidente del Sinodo Christiane Groeben e dai pastori di Verona Kerstin e Thomas Vogt, è stata ricevuta dal vescovo Zenti: un incontro cordiale nel quale Zenti ha rassicurato i rappresentanti della CELI che la contestazione non cambierà i rapporti fin qui stabiliti tra la curia veronese e la chiesa luterana.
Per approfondire:
Dossier: Il cammino delle Chiese Luterane per l’accoglienza delle persone omosessuali