La festa dell’espiazione dello Yom Kippur, le persone omosessuali e la religione ebraica
Riflessioni di Benjamin Cohen tratte da pinknews del 29 settembre 2009, liberamente tradotte da Domenico Afiero
E’ anche il giorno in cui il Signore decide chi avrà un buon anno davanti a sé e chi dovrà fare i conti con un anno di veri e propri sacrifici. Poiché ieri ho abbandonato la funzione religiosa, mi è sembrato corretto riprendere un mio vecchio articolo e rimetterci mano.
Nonostante le rivendicazioni ortodosse della Sinagoga Unita, la maggior parte di quelli che vi appartengono non sono sicuramente ortodossi nel più stretto senso della parola. Gente, infatti, che va in sinagoga di solito, ma spesso guarda la tv e guida la macchina nel giorno dello Shabbat ( il sabato ebraico). Tutta roba interdetta ad un vero ortodosso.
Quanto alla moralità, specie quella sessuale, i rabini delle sinagoghe di questo movimento non hanno riconosciuto i progressi fatti sia dalla società che dalla comunità ebraica, soprattutto quelli negli ultimi anni.
Molti amici dei miei genitori concordano con la dottrina ortodossa moderna. Osservano il kosher (ndt -l’insieme di regole religiose che governano la nutrizione degli Ebrei osservanti.),si astengono da qualsiasi forma di lavoro durante il sabato (perfino accendere la luce) e vanno in Sinagoga almeno una volta a settimana.
Ma tutti questi amici dei miei genitori hanno accettato la mia omosessualità. Uno di loro mi ha perfino detto che io sono stato ‘sciocco a pensare che si sarebbero comportati diversamente’. Eppure, mentre ero in sinagoga per la festa dello Yom Kippur ieri pomeriggio,mi sono detto che il movimento ha ancora molta strada da fare. La lettura della Torà di ieri pomeriggio era tratta dal Levitico. Si trattava della parte inerente alle relazioni sessuali interdette.
Mentre la maggior parte della gente di buon senso crede giustamente che un uomo non debba andare a letto con la madre o che una donna non dovrebbe fare sesso con un animale, la pratica dell’omosessualità è interdetta.
Sembra anacronistico il passo del Levitico “Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole”.
Il predetto versetto è una traduzione letterale , non proprio equivalente, dall’antico ebraico in inglese di “V’et zachar lo tishkav mishk’vey eeshah toeyvah hee”. Alcuni commenti a questo passo vedono un’interdizione per due uomini di dormire insieme nel letto di una donna, specie a sua insaputa. Il che è anche questione di vero e proprio galateo.
Altri commenti , invece, interpretano il versetto come un’interdizione al sesso anale durante i riti religiosi del paganesimo. Ma la Sinagoga Unita sembra preferire una traduzione che bandisca la pratica del sesso gay. Così , due anni fa, uscii dalla sinagoga mentre veniva letto questo passo del Levitico.
La protesta silenziosa era soprattutto dovuta alle interpretazioni del movimento e alla pratica della lettura del predetto versetto in sinagoga. Quest’anno ho deciso di non andare affatto in sinagoga.
Tuttavia, nell’arco della giornata , mi sono ritrovato a riconoscere l’abominio come peccato. Il che, forse, a causa della descrizione della Torà in cui l’uomo che va a letto con un uomo è ‘abominio’, roba che, stando ai racconti biblici, ti faceva condannare alla pena capitale.
Potevo scegliere, ovviamente, di entrare a far parte del movimento liberale o di quello riformista, i quali hanno completamente eliminato dalle loro funzioni qualsiasi allusione alla condanna dell’omosessualità.
Il giudaismo liberale, infatti, ha introdotto il matrimonio gay e vi fanno parte parecchi rabini gay o lesbiche dichiaratamente omosessuali che sono anche a capo delle loro comunità. Ma adoro andare alle funzioni della Sinagoga Unita, dove mi siedo vicino a mio padre, mio nonno, mio cognato ed incontro gli amici e la famiglia.
Mi dispiace davvero che debba sembrare molto inappropriato che il mio compagno gay non ebreo non può sedersi accanto a me in sinagoga.
Spero che rimanere all’interno di questo movimento religioso, sia per me che per tanti altri gay ebrei , possa essere uno stimolo per iniziare le riforme, non solo per i diritti LGBT ma anche per migliorare il ruolo delle donne a capo della nostra comunità.
Temo, però, che sia nelle comunità liberali/progressiste e ultraortodosse, che continuano ad aumentare in Gran Bretagna, che la Sinagoga Unita possa vacillare anziché centrare il vero principio di eguaglianza circa il sesso o la sessualità.
* Benjamin Cohen è il fondatore del Pinknews.co.uk ed è un inviato speciale per Channel4News.
Testo originale