La Flotilla e i suoi angeli custodi
Riflessioni di Massimo Battaglio
Ci sono momenti in cui è giusto ricordare che i nostri diritti sono i diritti di tutti. E ci sono momenti in cui è bello riconoscere che i diritti di tutti sono i nostri diritti, come cittadini e come persone di fede. La vicenda della Global Sumud Flotilla segna precisamente uno di questi momenti e non possiamo tacere.
Ieri sera (1 ottobre 2025), l’esercito di Israele ha sequestrato decine di navi e deportato centinaia di attivisti disarmati che portavano aiuti e volevano riaprire un corridoio umanitario nel mare di Gaza. Lo ha fatto in acque internazionali, nel disprezzo di ogni concetto di diritto, affermando ancora una volta che ciò che conta è la forza.
Le reazioni sono state diverse. Alcuni governi si sono mostrati indignati. In Francia, il ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot ha invitato le autorità israeliane a “garantire la sicurezza dei partecipanti”. Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha sottolineato che “non rappresentano né un pericolo né una minaccia per Israele”, aggiungendo: “Spero che neanche il governo di Netanyahu rappresenti una minaccia per questa flottiglia”.
Altri governi – tra cui quello italiano – si sono arrampicati sui vetri per ribadire la loro sudditanza ad Israele in nome di un’altra sudditanza ancora più vergognosa: quella con gli USA di Trump. Ma i cittadini italiani stanno scendendo in piazza, in modo pacifico, quasi sereno, sperimentando la stessa forza della nonviolenza mostrata dagli stessi naviganti della Flotilla.
Ancora una volta, la Chiesa è divisa. Il card. Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, e Matteo Zuppi, presidente della CEI, hanno offerto appoggio e disponibilità alla mediazione (ne dà notizia Avvenire). A Roma è partita la mobilitazione dei “Preti contro il genocidio”, una rete di sacerdoti e religiosi formatasi per denunciare le violenze e la tragedia umanitaria a Gaza. Chiedono la fine del conflitto e la pace basata sulla giustizia.
Viceversa, papa Leone ha assunto posizioni di sfacciato moderatismo. Ha definito “realista” il piano ideato da Trump in cui si immagina un “cessate il fuoco” improntato sostanzialmente su una resa bilaterale che di fatto non farebbe che consegnare la Palestina a nuovi padroni, cioè al controllo occidentale. “Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti…” cantava Manzoni.
Personalmente, non ho mai creduto che la fine di un genocidio (e questo, sì, è un genocidio) fosse competenza del Papa, soprattutto quando il conflitto vede un governo formalmente ebraico contro un popolo formalmente musulmano. Il rischio di dare alle malefatte di Netanyahu un’aura di guerra di religione è già alto. Anche no.
Ma penso che questo Papa, così capace a mostrarsi silenzioso, avrebbe potuto esercitarsi nella sua virtù. E invece no. “Speriamo che Gaza accetti”, ha detto.
Intanto, non tutta la Flotilla è persa. In queste ore si viene a sapere che un’altra Flotilla è pronta a partire. Pare di assistere allo scontro di Davide contro il gigante Golia – in cui, alla fine, è il piccolo Davide ad averla vinta.
Nella giornata della nonviolenza e nella festa degli Angeli Custodi (che cadono proprio oggi), Mikeno non può non ricordare il biblico Tobia, il personaggio ebraico che, completamente cieco, va avanti impassibile nella sua missione di portare conforto ai suoi fratelli prigionieri in Assiria. Procede sicuro nonostante tutto, indifferente ai pericoli, perchè Yahweh, commosso dal suo desiderio di carità, gli ha posto a fianco l’angelo Raffaele.
Chissà chi è l’angelo della Flotilla. Chiunque sia, dev’essere un tipo in gamba.
Quante meraviglie sta insegnando questa barchetta a tutti noi, anche noi popolo LGBT+. Ci ricorda che anche noi siamo nati come movimento nonviolento (e ancora oggi, i pride sono pressoché le uniche manifestazioni in cui non si sono mai verificati disordini). Ci rammenta che la nostra bandiera è identica a quella della pace, che, a sua volta, riproduce l’arco che Dio pone nel cielo a ricordo dell’alleanza ristabilita con Noè.
E ci sprona ad andare, andare, andare, con la forza del piccolo che vincerà il gigante.

