La forza interiore delle persone LGBT che restano nella Chiesa Cattolica
Riflessioni di Christopher Pett sul sito Advocate (USA) il 23 gennaio 2018, libera traduzione di Andrea Shanghai
Se sei un cattolico LGBT, tu puoi suscitare un movimento per il cambiamento. Ammetto che possa suonare contraddittorio. Non sono i movimenti situazioni che, coinvolgendo molte persone e non un semplice individuo, creano uno specifico impatto e spingono verso un traguardo perche desiderato o in risposta a un’ingiustizia? Provo a spiegarmi.
Alcuni mesi fa, durante una vacanza, uno dei partecipanti che si identifica come un gay Cattolico, ha espresso l’opinione che la Chiesa Cattolica si stia muovendo in una direzione positiva. È arrivato persino a identificare alcuni esponenti della chiesa locale come esempi di persone con cui ha intrattenuto profonde conversazioni riguardo agli omosessuali e alla loro inclusione nella chiesa, nominando anche un’organizzazione LGBT interna alla sua arcidiocesi come un chiaro esempio di progresso. Quando gli ho fatto notare che l’organizzazione di cui parlava era stata creata perche tutti i suoi membri accettando gli insegnamenti ufficiali della chiesa (in particolare che l’omosessualità è sia un disordine morale che intrinsecamente sbagliata) si mantenessero casti, mi ha risposto: “nessuno mi ha chiesto nulla del genere”.
Non è mia intenzione essere troppo duro con questa persona, che rispetto e che ha molti da offrire alla nostra comunità, ma ero meravigliato dalla sua poca conoscenza e comprensione di che cosa significhi davvero essere una persona LGBT e allo stesso tempo un membro della chiesa cattolica. In realtà l’esperienza di questa persona non è la stessa di molte altre persone omosessuali e sento la responsabilità di sottolineare questo aspetto.
Che ci crediate o meno, già il semplice fatto di essere una persona allo stesso tempo LGBT e Cattolica, vi rende protagonisti di un vitale sforzo di cambiamento della più vasta e potente istituzione del pianeta. Ognuno di noi è un segno del cambiamento. Ogni volta che abbracciate il vostro orientamento sessuale o la vostra identità di genere e la vostra fede cattolica, voi sfidate il punto di vista della chiesa, ovvero vi sia un conflitto implicito in questi diversi aspetti della vostra identità.
Ogni giorno che vivete in una relazione d’amore, in una relazione intima e rispettosa, state resistendo al potere di questa istituzione. Ogni volta che offrite alla vostra famiglia, ai vostri amici, ai vostri colleghi e ai vostri confratelli l’opportunità di accogliere il vostro vero io, contribuite ad avvicinare il giorno in cui questo falso dogma, propugnato troppo a lungo dal magistero vaticano finalmente crollerà in tutto il mondo. Alla fine le persone LGBT saranno viste come esseri umani completi, incarnando l’aspetto divino tanto quanto i nostri fratelli eterosessuali.
Quando questi insegnamenti dannosi e disumanizzanti saranno finalmente respinti, il fondamento oppressivo di molte discriminazioni sociali e legali finalmente svanirà. Quindi ci è voluta un’esperienza a un party vacanziero per riaccendere la fiducia nella mia capacità di realizzare il cambiamento, senza attendere che sia qualcun altro a creare il prossimo titolo o frase a effetto, per puntare il dito contro qualcosa che so non essere giusto e corretto.
Ho bisogno di continuare a credere che ognuno di noi sia un una scintilla per il cambiamento, chiamato a cambiare le percezioni comuni, a testimoniare la nostra storia, a parlare chiaro e a mostrarci, talvolta, come agire. A fare domande. A sfidare le autorità che vogliono mascherare gli insegnamenti della chieda cattolica dietro il guscio della “cura pastorale”, che è destinata solamente a quelli che si adeguano alle sue norme ufficiali, ma che non si occupa di quelli che sono lasciati ai margini della loro verità ed integrità.
Ritengo inoltre che essere un segno di cambiamento significhi anche assumersi il rischio a livello individuale di articolare la visione di un futuro desiderato, ricercato e pieno di spirito. Dobbiamo sforzarci a fare di più, oltre che semplicemente resistere, quanto non approviamo, persino in questo complesso ambiente sociale e politico in cui viviamo. Come persona di fede, io immagino una chiesa che sia davvero inclusiva e giusta, rispettosa di tutti i credenti e dei loro doni.
E nel momento stesso in cui formulo questa visione, intendo invitare tutti a condividerla. Può’ essere un impegno formale o informale, saltuario o continuato. Quando io sono un segno del cambiamento, divento un visionario pieno di speranza e allo stesso tempo riesco a spingere le strutture di potere della chiesa alle loro responsabilità.
Si, sono un segno del canbiamento e credo fermamente che nessuno di noi, in quanto membro della comunità umana e come credente, debba mai rinunciare all’opportunità – e al diritto – di portare tutto nel calore e nella benedizione di una società giusta e, per noi cattolici, una Chiesa giusta e rispettosa. E allora benvenuto a un nuovo anno. Siate coraggiosi! Siate belli! Siate il segno del cambiamento che siete!
* Christopher Pett è presidente di DignityUSA, un’organizzazione nazionale degli Stati Uniti impegnata nell’ottenimento dell’uguaglianza per tutte le persone LGBT cattoliche. E’ uno dei membri fondatori del Global Network of Rainbow Catholics e di Equally Blessed Coalition.
Testo originale: The Ultimate Rebels: Queer Catholics