La nostra impossibilità è lo spazio d’azione di Dio (Matteo 19:23-30)
Riflessioni di don Fabio
Matteo 19:23-30: “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna”.
Per capire meglio il senso di ciò che ci viene proposto nel Vangelo di oggi, dovremmo leggere il versetto immediatamente precedente, che è la conclusione dell’incontro con il giovane ricco: “Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze”. In gioco non sono le ricchezze, i beni, i soldi, le proprietà e quant’altro, ma la relazione che noi abbiamo con tutto questo.
Tutto ciò che esiste è dono di Dio, e non è proprietà privata di nessuno… Quando noi, anziché godere della creazione e delle relazioni con le persone e con i beni, strumentalizziamo persone e beni, e ne diventiamo inconsapevolmente schiavi. Ci sembra di possedere cose e persone, ma in realtà sono loro che ci possiedono, perché senza di esse ci sentiamo vuoti.
Là dove ci sembra impossibile staccarcene, impossibile fare delle scelte, impossibile vivere senza alcune cose o persone… inizia lo spazio di Dio: la nostra impossibilità è lo spazio d’azione di Dio.
Se glielo permettiamo, chiaro!
Con affetto, Fabio!