Riflessioni* di Roy Clements presentate alla conferenza Evangelicals Concerned del giugno 2002, liberamente tradotte da Dino
Come ho detto all’inizio, viviamo in un mondo in cui troppo spesso le relazioni umane si rivelano essere poco felici. Nel suo libro The Sane Society (La società ragionevole), Eric Fromm fa notare che “Non si trova molto amore nella società contremporanea. Al suo posto c’è un’amicizia superficiale che dissimula una distanza, un’indifferenza, una sottile diffidenza”.
Come scrive anche Karen Homey in The Neurotic Personality of our Time (La personalità nevrotica della nostra epoca): “Il soggetto normale nel nostro tempo si sente isolato… Si trova di fronte ad un dilemma: desidera ardentemente affetto ma fa fatica ad ottenerlo”.
Nel suo libro
The Culture of Narcissism (La cultura del narcisismo), Christopher Lasch scrive: “Nella nostra società… è sempre più difficile mantenere delle amicizie, delle relazioni amorose e dei matrimoni che durano. La vita sociale è diventata sempre più bellicosa.
Le relazioni personali hanno assunto le caratteristiche del combattimento. Alcune persone nobilitano il combattimento offrendo dei corsi di rafforzamento della personalità; altri celebrano i legami temporanei che ne derivano con slogan del tipo “la relazione aperta”.
Ma facendo questo non fanno che accentuare l’insoddisfazione nei confronti della qualità delle relazioni umane, che è il centro del nostro problema. “Amicizia superficiale”, “isolamento emozionale” e “insoddisfazione generalizzata nei confronti della qualità delle relazioni”.
Queste espressioni vi suggeriscono qualcosa? A me sì. Come nell’epoca dei Giudici, anche ora non c’è nessuna fedeltà, nessuna alleanza d’amore e dunque il paese piange. Ma l’incoraggiamento che ci porta la storia di Ruth è che voi ed io possiamo avere un ruolo attivo per cambiare le cose.
Per farlo non è necessario avere un posto nei dicasteri; non c’è bisogno di camminare nei corridoi del potere per cambiare il corso degli avvenimenti della nostra società. Ciò che il libro di Ruth ha l’audacia di suggerire è che un solo atto d’amore eroico da parte di un membro insignificante di una minoranza socialmente disprezzata che ha rappresentato la chiave della completezza della benedizione futura d’Israele. Adesso vedete perchè Gesù ha affermato che le persone hanno bisogno di vedere come noi cristiani ci amiamo tra di noi?
Per questo mondo iniquo non possiamo fare nulla di più forte che dimostrare, come ha fatto Ruth nelle nostre relazioni la natura dell’alleanza d’amore di Dio. E’ un messaggio particolarmente pregnante per quelli che sono omosessuali. Siamo forse alle prese con la solitudine che spesso accompagna il nostro orientamento?
Abbiamo forse del risentimento verso di essa? Come Noemi, nel nostro intimo, ci sentiamo ingannati dal modo in cui Dio ci ha trattati. E’ una reazione comprensibile, beninteso. Ma l’essenziale è che noi non ci piangiamo addosso. C’è un’alternativa, un modo di sfuggire all’amarezza ed arrivare ad essere contenti.
Tutto questo richiederà fede e sacrificio da parte nostra, ma la nobiltà di Ruth dimostra che è possibile. Del fatto di non avere uno sposo lei fa non il suo destino, ma la sua scelta.
Lei si è impegnata in un’alleanza d’amore non con un marito, ma con un’altra donna. Non sto certo dicendo che tra loro vi era una relazione lesbica. Benché, francamente, se ci fosse stata una dimensione erotica non sono sicuro che la Bibbia avrebbe sentito il bisogno di dircelo.
Poiché la Bibbia s’interessa alla questione, molto personale, del quando e del come le persone diventano sessualmente eccitate molto meno di quanto la maggior parte dei cristiani pensi. La loro una storia ci parla di qualcosa di molto più importante e molto più al centro della morale biblica.
La loro è una storia che riguarda la virtù più alta e più nobile di cui un essere umano possa dar prova: un’alleanza d’amore. Penso ad una donna che ho incontrato una volta e che ha abbandonato la sua carriera per curare un parente anziano che soffriva del morbo di Alzheimer: ecco un’alleanza d’amore.
Penso ad un divorziato omosessuale che ha rifiutato una promozione molto redditizia allo scopo di poter trascorrere più tempo con i suoi figli: ecco un’alleanza d’amore.
Penso ad uno studente che conoscevo e che ha abbandonato il suo posto nei Primi Undici di Cambridge per accompagnare al McDonald’s, ogni sabato pomeriggio, un bambino disabile: ecco un’alleanza d’amore.
Penso ad un’infermiera lesbica che ha accettato il celibato permanente come il prezzo da pagare per vivere la sua vocazione di curare le vittime dell’AIDS in Uganda: ecco un’alleanza d’amore. Penso ad una persona che conosco la quale, malgrado le pressioni di una vita estremamente attiva e stressante, trova sempre il tempo di aiutare i suoi amici ogni volta che hanno bisogno di lei: ecco un’alleanza d’amore.
Penso a due uomini omosessuali che abitano insieme, fedeli l’uno all’altro da quasi due decenni, che si sono dati aiuto reciproco durante periodi di disoccupazione, di cattiva salute e nelle difficoltà personali: anche questo, cari amici, è un’alleanza d’amore.
Non permettete a nessuno di ridicolizzare un tale amore. Io vi dico che un tale amore ha il potere di cambiare il mondo.
Quello che facciamo, voi ed io, nel piccolo ed apparentemente insignificante campo delle nostre relazioni personali, è importante, in una scala molto più grande delle nostre piccole vite. Quanto all’alleanza d’amore è un’azione che potrebbe sembrare inutile e senza importanza per gli altri ma potrebbe essere, agli occhi di Dio, un avvenimento cruciale nel suo grande piano cosmico.
Permettetemi di fare un paragone, Ruth lascia la sicurezza del suo paese per curare una donna più vecchia e inacidita. Gesù Cristo lascia la gloria del paradiso per morire in solitudine su di una croce di legno. Cosa dobbiamo pensare di questi due avvenimenti? Un sacrificio inutile? Un gesto senza scopo? No, è un’alleanza d’amore. La stessa sorte del nostro mondo dipende da tali manifestazioni individuali di alleanza nell’amore..
Ecco il concetto che questa storia cerca di aiutarci a comprendere. E’ in un senso molto reale, proprio ciò che Gesù voleva dire quando ha detto “prendete su di voi la vostra croce e seguitemi”. E’ una storia del vero senso dell’amore. Una storia destinata ad allontanarci dal nostro atteggiamento egoista, individualista, ed è terapeutica verso l’amore.
Una storia concepita per incoraggiarci a credere che, se vogliamo sapere a fondo cosa significa l’amore nella sua forma più completa e ricca, dobbiamo accettare l’impegno ed il sacrificio come il premio d’amore.
Nel suo libro Civilisation l’autore Kenneth Clarke commenta: “Noi possiamo distruggere con il cinismo tanto quanto con le bombe”. E’ una constatazione arguta. E’ troppo facile, quando la negatività aumenta, diventare scoraggiati e pessimisti.
Molte persone idealiste si abbandonano alla delusione e al dubbio, sotto le pressioni di un mondo in cui il bene troppo spesso sembra essere perdente. Da un certo punto di vista è proprio il pericolo rappresentato da Noemi nella storia. Lei era una donna di fede, ma era ridotta in uno stato di ostinato risentimento dall’impatto devastante delle circostanze.
“L’Onnipotente mi ha dato tanto dolore”, dice. In questa espressione esprime il lamento di ogni credente che si sente la vittima innocente di una divina provvidenza ostile. “Come si può continuare a credere nell’amore di Dio, quando succedono tali cose?” ci chiediamo.
Il modo è troppo misero, troppo addolorato dalla sofferenza, troppo tragico, troppo ingiusto perchè possa sopravvivere una qualche fiducia in Dio, tranne forse in un Dio indifferente e senza pietà.
Ma Noemi ha scoperto che il suo cinismo era fuori luogo. Dio è amore e alla fine la promessa del suo amore gli è stata riconfermata. In che modo? In conseguenza della sua esperienza personale dell’amore umano di Ruth.
Ecco come la sua fede nell’alleanza d’amore del Dio di Israele è stata ripristinata; ecco come la sua anima è stata salvata. Dato che un altro essere umano le aveva dimostrato un’alleanza d’amore.
Se noi eviteremo i rischi del cinismo nel nostro mondo che va a pezzi, ecco come possiamo ottenere un appoggio per la nostra fede e come anche noi dobbiamo cercare di sostenere la fede degli altri.
Abbiamo bisogno di modelli di un’alleanza d’amore devoti ed altruisti. E di tali modelli c’è necessità nella comunità gay più che da qualsiasi altra parte. E da dove verranno questi modelli se non dai cristiani?
Vedete in quell’epoca turbolenta (l’epoca del Libro dei Giudici – ndr), quando sembravano dominare il mondo degli uomini “machos” che traevano piacere dalla violenza e dalle violenze di una notte, non è stato di certo l’eroismo fisico della forza di Sansone che ha fatto progredire al massimo il progetto di Dio e ha portato la sua benedizione sul mondo.
Ma è stato l’eroismo morale dell’amore di Ruth. Un’alleanza d’amore, un amore sacrificale, un amore redentore. Ma noi ci crediamo veramente in un amore di tal genere?
Un amore che non è semplicemente un’intensità di sentimento posta da qualche parte tra il cervello e l’inguine, ma che è un impegno verso un altro essere umano?
Se vogliamo vedere il modello ultimo di un tale amore è necessario girarci verso una croce: una croce sulla quale
Dio stesso ha dimostrato fino a che estremo arriverà un’alleanza d’amore nel suo impegno e nel suo sacrificio, nella sua determinazione assoluta a fare del bene all’amato. E inchiodato a questa croce, stasera egli ci dice: “Amatevi gli uni gli altri, così come io ho amato voi”.
* Testo tratto dal suo libro “People Who Changed History” (Le persone che hanno cambiato la storia).