“Il principio di pastoralitá”. La sfida di far dialogare la pastorale e la teologia con le vite dei cristiani LGBT+

Recensione di Innocenzo Pontillo de La tenda di Gionata
“Sogno una Chiesa in cui non ci sia bisogno di un gruppo di cristiani Lgbt+”.
È con questa frase carica di speranza pronunciata da un giovane credente Lgbt+, che si apre uno dei capitoli del nuovo libro di Luca Lunardon, sacerdote della diocesi di Vicenza, classe 1984.
Il volume, pubblicato da Studium, nel 2025, si intitola: “Il principio di pastoralità. Recezione in teologia morale e pratica teologica nel campo dei cristiani Lgbt+, ed è il frutto della sua tesi di dottorato alla Pontificia Università Gregoriana.
Ma non lasciatevi spaventare dal titolo! In realtà, questo libro parla alla Chiesa di oggi, alle nostre comunità, ai nostri cammini di fede.
Chi è Luca Lunardon
Luca Lunardon è sacerdote dal 2015 e insegna etica della vita e delle relazioni. Ha studiato a Roma, ma il suo ministero si nutre soprattutto di ascolto, di relazioni e di storie concrete.
In questo libro prova a rispondere a una domanda semplice e difficile allo stesso tempo: come può la Chiesa accompagnare davvero, con amore e rispetto, le persone Lgbt+? E ancora: come possiamo annunciare il Vangelo non “nonostante” la loro storia, ma proprio partendo da essa?
Cosa vuol dire “principio di pastoralità”?
Per don Luca, la Chiesa non può limitarsi a ripetere formule o applicare regole astratte. Deve partire dalla realtà concreta delle persone, dalla loro esperienza, dalla loro ricerca di Dio.
Citando la definizione del teologo Christoph Theobald, scrive: “L’evangelizzazione può avvenire solo coinvolgendo attivamente le persone destinatarie, perché il Vangelo è una realtà già operante in loro.”
È un cambio di prospettiva importante: non siamo noi a portare Dio nelle vite degli altri, ma riconosciamo che Dio è già all’opera, anche dove non ce lo aspetteremmo.
Ecco perché la relazione pastorale – cioè il modo in cui accompagniamo le persone – non è un’aggiunta, ma un luogo dove si manifesta la fede in modo autentico.
Perché parlare di cristiani Lgbt+?
Don Luca dedica un intero capitolo proprio a questa realtà. Non perché sia “di moda” o per rispondere a una pressione esterna, ma perché è un’urgenza emersa in modo chiaro nel cammino sinodale della Chiesa.
Scrive infatti: “Si tratta di una realtà significativa, anche per lo scopo di questa ricerca: è una questione emersa nei recenti Sinodi dei vescovi (2014 e 2015 sulla famiglia, 2018 sui giovani) e nel Sinodo 2021-2024 sulla sinodalità.”
E cita le parole della Conferenza Episcopale Italiana nella fase sapienziale del Sinodo (2023-2024):
“C’è l’esigenza di aprire strade da percorrere perché tutti abbiano posto nella Chiesa, a prescindere dalla loro condizione socio-economica, dalla loro origine, dallo status legale, dall’orientamento sessuale.”
Don Luca prende sul serio queste indicazioni. Non si limita a dire che “tutti sono accolti”, ma cerca di capire come rendere questa accoglienza vera, concreta, rispettosa, umana.
Cosa propone il libro
La proposta è semplice ma profonda:
ascoltare, raccogliere esperienze (come quelle nate nei Cantieri di Betania), non partire da giudizi, ma dalla vita vissuta.
Solo così, spiega l’autore, possiamo superare l’opposizione tra teoria e prassi, tra astrattezza e realtà, dentro la nostra Chiesa.
“Questo approccio consente di aggiornare il suo insegnamento nelle questioni in cui, solo fondandosi sulla Scrittura e sulla legge naturale, essa non riesce a illuminare adeguatamente le coscienze.”
Non si tratta di “adattare la dottrina”, ma di fare teologia a partire dalle relazioni, come ci ha insegnato a muoverci anche papa Francesco. E come don Luca cerca di fare in queste pagine: con rispetto, profondità e chiarezza.