Questione di cuore. Lidia, innamorata, timidissima e lesbica
Lettera inviata a Natalia Aspesi* tratta da Il Venerdì di Repubblica, 3 settembre 2010, p.117
Chi le scrive è probabilmente la diciannovenne più timida di tutta la riviera romagnola. Questa timidezza intralcia i miei goffi tentativi sentimentali. A ciò si aggiunga il fatto che essere omosessuali in un paesino non è proprio il massimo della fortuna. Di fare coming out non se ne parla proprio!
Dopo due innamoramenti finiti male anzi malissimo, ho conosciuto per caso una dolce e graziosa bibliotecaria i cui sorrisi sembrano nascondere un significato più profondo, naturalmente si tratta solo di una sensazione, ma al momento non c’è altro che riempia il mio desolato panorama sentimentale.
Vorrei appunto chiederle: è molto sciocco basarsi solo sul proprio intuito? D’altra parte è quasi normale che una bibliotecaria sia sempre gentile e accomodante con i suoi clienti. Ma perché deve essere tutto così difficile? Perché i sentimenti fra ragazze devono sempre essere così discreti e sottili?
Se lei è a conoscenza di un metodo infallibile che permetta di capire se una persona è o non è interessata, me lo sveli, la prego. Inoltre, saprebbe indicarmi un rimedio per questa eccessiva timidezza che mi impedisce di dialogare normalmente con la mia bibliotecaria preferita. Dovrebbe vedere quanto arrossisco!
Sono un caso disperato?
Lidia, Bologna
La risposta …
Per niente, sapesse quanta gente si sbaglia in amore, pensa di non essere amata e lo è, è sicura di aver suscitato un grande interesse invece neanche un po’. La timidezza si vince vivendo: io ero timidissima e balbettante, mi sono rassicurata quando ho potuto misurarmi con le vere difficoltà, e con la mia ambizione e passione per il lavoro che mi capitò di fare (mi capitò proprio: in quanto timida, mai avrei pensato di diventare giornalista).
Quanto alla sua bibliotecaria, le assicuro che ne ho conosciute, se non di villane, almeno di molto burbere: nel suo caso, però, fidarsi delle sensazioni non è sufficiente. Immagino che la ragazza, o signora, abbia qualche anno più di lei, sia in grado quindi di dare un significato preciso alla sua timidezza e ai suoi sguardi.
Toccherebbe quindi a questa signora fare, diciamo così, il primo passo. Però: non vorrei che si sentisse attratta da questa persona solo perché è gentile: non basta per parlare d’amore.
Quanto al coming out: a parte il paesino, penso che sia giusto farlo dopo aver avuto qualche esperienza importante e definitiva.