La strada stretta. Il cammino decennale delle donne e degli uomini del Kairos di Firenze
Relazione di Matteo del gruppo Kairòs letta all’Assemblea su “Omosessualità e omofobia” del Liceo scientifico Castelnuovo di Firenze del 14 gennaio 2010
Buongiorno a tutti e a tutte. Mi chiamo Matteo e sono qui a parlarvi in rappresentanza del gruppo Kairòs di Firenze.
Il Kairòs è il gruppo di uomini e donne cristiani e omosessuali di Firenze. Fa parte di quella rete di gruppi di cristiani omosessuali (una ventina in tutta Italia), circa 150 in tutta Europa, sorti a partire dagli anni Ottanta-Novanta e in grande espansione negli ultimi anni.
Tengo a precisare che il punto di vista che esporrò qui oggi è quello della nostra associazione (e mio in particolare), e non la dottrina ufficiale della Chiesa cattolica.
Se dovessi attenermi a quest’ultima, semplicemente non sarebbe possibile per me, oggi, parlare in pubblico.
Credo però che quando si ragiona del rapporto fra fede, omosessualità e omofobia non si possa prescindere dalla Dottrina della Chiesa.
Il fatto che questa sia fortemente intrisa di pregiudizi omofobici e contribuisca essa stessa ad alimentarli, è una realtà che non ho bisogno di esemplificare.
Né c’è tempo di esaminare, qui, le ragioni storiche e teologiche che hanno portato a questo atteggiamento.
Mi limito qui a rammentare i due elementi chiave del Magistero della Chiesa cattolica sulla omosessualità:
1) La condanna degli atti omosessuali («oggettivamente disordinati») ed il richiamo ad una vita di castità; accompagnata da un invito all’accoglienza ed alla benevolenza nei nostri confronti.
2) Anche la semplice inclinazione omosessuale viene definita come «intrinsecamente disordinata»; anche quando è vissuta in castità, anche in soggetti in cui essa appare «profondamente radicata».
Due sono quindi le conseguenze che purtroppo sperimentiamo nelle persone gay e cristiane che si avvicinano al nostro gruppo:
1) Spesso la distinzione, che dovrebbe essere cura della Chiesa mantenere, fra errore (da condannare) ed errante (da perdonare e da accogliere) viene a cadere.
Mi spiego: il rifiuto di ciò che si ritiene “peccato” spesso induce al rifiuto delle persone, specialmente quando i gay o le lesbiche ritengono, in coscienza, di non essere “peccatori”.
Da qui i toni talvolta apertamente omofobi delle Gerarchie ecclesiali cattoliche verso i gay, sia nel discorso pubblico, che nella prassi pastorale.
La reazione è la percezione della propria esclusione ed una profonda ferita individuale, che portano spesso alla perdita della fede o ad un forte risentimento nei confronti del Papa, della Chiesa, della religione in genere.
2) La seconda conseguenza è un forte grado di omofobia interiorizzata da parte dei cristiani omosessuali, che spesso reprimono i propri sentimenti e colpevolizzano le proprie inclinazioni.
Ne deriva un rapporto non sereno con la propria sessualità che è fonte di stress psichico e talvolta di problemi psico-patologici.
Ma che soprattutto conduce ad un rapporto non autentico con Dio e con i sacramenti, con la famiglia, coi propri amici e con la comunità di fede; si parla della propria omosessualità solo in confessionale, si tenta di mascherare o “correggere” la propria omosessualità dichiarandosi eterosessuali o tentando deleteri percorsi psico-terapeutici di riorientamento sessuale.
Cosa fa Kairòs di fronte a tutto ciò:
1) Porta avanti un dialogo con le istituzioni ecclesiali. Non è questo l’aspetto più importante per cui nasce il gruppo, che risponde essenzialmente a esigenze di altro tipo.
E’ però nostra cura dialogare sia con i vertici della nostra diocesi, sia con singoli parroci o comunità cattoliche particolarmente aperte e bendisposte nei nostri confronti. Più agevole è invece il dialogo con le chiese cristiane non cattoliche, valdese e battista in primo luogo.
2) Organizza incontri di riflessione, di preghiera, di condivisione in cui è possibile operare un libero scambio di esperienze.
3) Accoglie le persone che a qualsiasi titolo e per qualsiasi finalità ci contattano, indipendentemente dalla loro inclinazione sessuale, età, idee politiche o credo religioso.
4) Cerca di riconciliare la fede in Cristo con il nostro orientamento sessuale; ed tenta quindi di operare un rasserenamento complessivo della nostra condizione esistenziale.
Nel portare avanti queste istanze, si crea un forte legame fra i membri del gruppo.
Il Kairòs intraprende inoltre diverse iniziative pubbliche (partecipazione ai Pride, le Veglie per le vittime dell’omofobia ecc.) ed incontri con le diverse realtà associative gay e lesbiche (Ireos, Arcigay, Azione gay e Lesbica) per la promozione dei diritti dei gay e delle lesbiche e per la lotta contro ogni forma di intolleranza e di omofobia.