La Tenda diventa casa per tutti. Un pellegrinaggio giubilare per i fedeli Lgbtq+ e le loro famiglie
Articolo di Pietro Angelo Gangi pubblicato sul mensile ZETA, periodico del Master in Giornalismo e Comunicazione multimediale dell’Università Luiss di Roma, n. 22, Gennaio 2025, pag.44
«La Chiesa siamo anche noi». Poche parole, ma ad una persona queer e cattolica potrebbero bastare per spiegare come il proprio orientamento sessuale possa convivere con la fede, in una comunità non famosa per le sue posizioni di apertura. Sembra un paradosso, ma le grandi istituzioni sono fatte delle persone che le vivono e, nel 2025, chi vive la Chiesa (cattolica) non è solo chi ne sostiene gli aspetti più conservatori.
Il 6 settembre prossimo, tra gli eventi ufficiali dell’Anno Santo, è prevista una giornata dedicata ai fedeli Lgbtgia+, alle loro famiglie e agli operatori pastorali che li accompagnano. A proporla è stata l’associazione La Tenda di Gionata, che riunisce realtà cattoliche impegnate nell’accoglienza e nel sostegno verso le persone omosessuali nel mondo cristiano.
L’obiettivo è di creare una comunità dove ciascuno possa sentirsi accolto senza timore e giudizio, e possa vivere la spiritualità che per alcuni è indispensabile. «Per questo noi abbiamo chiesto di fare un pellegrinaggio giubilare — spiega Tiziano Fani Braga, coordinatore del gruppo Mosaiko a Roma, parte della rete di Gionata – sarà un momento di preghiera, senza manifestazioni o rivendicazioni: vogliamo sentirci e farci sentire come membri della Chiesa».
Il titolo dell’evento non lascia spazio a fraintendimenti: “Chiesa, casa per tutti. Cristiani LGBT+ e altre frontiere esistenziali”. Non una provocazione, ma un’opportunità per aprire un dialogo con chi abita le “periferie” della comunità cattolica. Si tratta di persone escluse e marginalizzate per pregiudizi radicati che la religione porta con sé da secoli.
Basta tornare al Giubileo del 2000, quando Papa Giovanni Paolo II definì il World Gay Pride – organizzato non a caso a Roma – come “un’offesa ai valori cristiani”. E non mancano episodi più recenti: dalle dichiarazioni di alcuni esponenti della Curia, fino alle controverse parole di Papa Francesco sui seminari e la presunta “troppa frociaggine”.
«La Chiesa è come una madre – riflette Tiziano – accoglie, cura, ama senza condizioni ma può anche inciampare, crescere e imparare dai propri errori. La cosa importante è che oggi si parli di argomenti che, fino a pochi anni fa, erano impensabili. È un inizio».
Il pontificato di Papa Francesco ha aperto spiragli di miglioramento, ma la strada è ancora lunga e per percorrerla bisogna rileggere e contestualizzare la Bibbia, che per i fedeli rappresenta la parola di Dio e che spesso viene usata come argomento per delegittimare l’omosessualità, facendola passare come una “tendenza” peccaminosa. Uno dei testi biblici più citati dai conservatori contro la comunità Lgbtgia+ è quello di Sodoma e Gomorra, contenuto nella Genesi. «Il peccato di cui si parla non riguarda l’orientamento sessuale – precisa Tiziano – ma la mancanza di ospitalità verso i viandanti e i pellegrini. Interpretato correttamente questo testo richiama al valore dell’amore verso gli altri, non alla condanna dell’omosessualità».
Per chi parteciperà, il 6 settembre sarà una giornata di preghiera, di speranza ma soprattutto di accoglienza. D’altronde, se la Bibbia per la religione è un testo eterno, allora la Chiesa deve saper parlare anche al presente.