La testimonianza dei genitori con figli omosessuali nelle Scuole Superiori della Diocesi cattolica di Cleveland
Articolo di Ann Hoenigman pubblicato nel sito del Diocesan Council for Gay and Lesbian Family Ministry* della Diocesi cattolica di Cleveland (USA), liberamente tradotto da Vilian
Nell’Autunno del 2007 Suor Maria Harwood SND, Segretaria per lo sviluppo della vita Parrocchiale, mi chiese, come membro del Parents of Catholic Gays/LesbiansSupport Group (Gruppo di Supporto dei Genitori di Gay e Lesbiche Cattolici) di parlare agli insegnanti e ai professori di religione delle Scuole Superiori Cattoliche della zona, su cosa fosse possibile fare per aiutare gli studenti omosessuali delle scuole superiori.
Mandai un’email alla mia, allora 23enne, figlia lesbica, Alice, che viveva nell’Indiana. Lei invitò i suoi amici gay e lesbiche delle scuole superiori a condividere e a raccogliere tutti quei pensieri che sarebbero stati utili a sostenerli se, quando erano ragazzi, fossero stati sostenuti da differenti direttive scolastiche. Comunque, portarono alla luce molte situazioni particolari e fornirono buoni suggerimenti. I giovani discussero di quanto, allora, si sentivano soli, senza nessuno a cui poter rivolgersi per un consiglio od un aiuto. Una giovane signora disse: “La Chiesa insegna che sia i bambini omosessuali che eterosessuali dovrebbero osservare la regola dell’astinenza dai rapporti sessuali al di fuori del matrimonio. Ma non è mai stato questo il vero problema!”.
Il vero problema per questi ragazzi era di comprendere ed accettare sé stessi e la loro “strana” attrazione verso le persone dello stesso sesso. Questi ragazzi parlavano dei loro sentimenti di vergogna, di auto disgusto e di terribile solitudine.
Alice disse: “Ora, da adulta, sono in grado di affrontare questi problemi, ma da adolescente non sarei mai riuscita a trovare un punto da cui cominciare per affrontare tutti quei miei sentimenti confusi. Non dissi a nessuno alle superiori che io ero una lesbica, perché pensavo che mi avrebbero odiato, ed io odiavo me stessa.”
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Come riuscimmo a portare il nostro messaggio nelle Scuole Superiori Cattoliche?
Nell’anno scolastico 2006-2007 un gruppo di insegnanti, consiglieri ed amministratori provenienti da varie Scuole Superiori Cattoliche della diocesi contattarono l’ufficio di Wayne Uehlein, il Sovrintendente Associato delle Scuole Superiori Cattoliche.
Questi educatori espressero le loro preoccupazioni su come dover gestire la questione degli studenti omosessuali e chiesero quindi delle linee guida.
Dopo poco questa problematica, partita dal basso verso l’alto, fu discussa dal Vescovo Richard Lennon con Sour Rita Mary riflettendo su una pastorale diocesana da sviluppare al cui centro ci deve essere una grande cura nel Ministero della Famiglia anche per gay e lesbiche.
Dentro a questo ministero c’era grande attenzione verso i bisogni degli studenti delle scuole superiori e dei college, pertanto si venne a formare un Comitato Pastorale proprio nell’anno scolastico 2006-2007.
Al primo meeting furono proposti questi obiettivi e questa Missione:
• Assicurare che ogni persona in ogni scuola Cattolica comunitaria sia valutata e rispettata, indipendentemente dal suo orientamento sessuale o identità/espressione esteriore di genere.
• Utilizzare la dottrina Cattolica come fondamento delle pratiche e principi della Scuola Superiore Cattolica;
• Assicurare il rispetto e la dignità ad ogni persona/studente;
• Assicurare protezione dentro la nostra scuola e nei gruppi scolastici. Alcune problematiche da affrontare fra le quali: garantire sicurezza e benessere agli studenti omosessuali, punire il linguaggio inappropriato degli studenti contro gli omosessuali e prevenire il bullismo ed cyber bullismo, contro gli studenti che sono, o sono percepiti, come omosessuali.
Nell’anno scolastico 2007-2008 il comitato si allargò includendo altri direttori, amministratori di campus, insegnanti e professori di religione. Avendo compreso l’importanza di mettere bene in chiaro questa missione nelle Scuole Cattoliche, il gruppo lavorò allora allo sviluppo di una dichiarazione che fosse affissa nelle classi delle scuole, ed impressa su ogni manuale studentesco.
Come risultato di questo lavoro, e con l’approvazione del Vescovo, a tutte le scuole superiori della Diocesi venne chiesto di includere la seguente dichiarazione nei loro Manuali:
“Fatti ad Immagine e Somiglianza di Dio” Questa (Nome della Scuola) cerca di far nascere e crescere una comunità scolastica nella quale tutti gli individui vengono trattati con dignità, integrità, e rispetto.
Alla luce di ciò, ogni persona ha una dignità umana che la comunità della (Nome della Scuola) è tenuta a sviluppare e proteggere. Noi crediamo che ogni individuo sia “creato ad immagine e somiglianza di Dio”.
Per queste ragioni, la comunità di (Nome della Scuola) è una nelle quali ogni facoltà, studente e persona ha il diritto di raggiungere il suo massimo potenziale intellettuale, sociale, spirituale, emotivo e fisico.
Qualsiasi tipo di molestia interferisce con questo sviluppo e, pertanto, non sarà tollerata. Le molestie avvengono quando un individuo viene intimidito, schernito, bullizzato, minacciato, o discriminato a causa di fattori come razza, religione, età, genere, apparenza fisica, stato socioeconomico ed orientamento sessuale.
I molestatori creano un ambiente offensivo, ostile ed intimidatorio.. Esempi di questi comportamenti includono, ma non solo, le Molestie Verbali, Fisiche, Visive e Sessuali.
La scuola tratterà seriamente ogni accusa di molestia e riesaminerà ed investigherà tali casi prontamente, confidenzialmente e con criterio.
Come membro della famiglia della (Nome della Scuola), siamo fiduciosi nel fatto che condividerete e praticherete questi principi sia nel campus che nelle vostre abitazioni”.
Le comunità scolastiche trattarono ogni accusa di molestie molto seriamente e questo fece grande differenza nelle nostre scuole superiori. Nell’anno scolastico 2008-2009, le facoltà di quattordici Scuole Superiori Cattoliche si riunirono in gruppi di 3-4 scuole per un’analisi approfondita sulla presentazione dell’omosessualità, dell’insegnamento della chiesa, con considerazioni di carattere emotivo e psicologico, con considerazioni e contributi del Comitato Pastorale e con riflessioni sul punto di vista dei genitori. Quattro genitori del gruppo dei Genitori di Gay e Lesbiche parteciparono a queste presentazioni.
Tutti i genitori presenti percepirono d’aver ricevuto feedback positivi.
L’obiettivo per il 2009-2010 invece avvenne attraverso il coinvolgimento di tutti i genitori degli studenti in un atto di maggior comprensione e di sensibilità riguardo all’impatto che hanno le molestie, di ogni tipo, includendo anche quelle verso gli omosessuali, sulla vita o sui nostri studenti in generale. Attraverso alcuni genitori che parlarono ad altri genitori di omosessualità si realizza il modo in cui la Diocesi, il Comitato Pastorale, ed il gruppo di Genitori di Omosessuali sperano di poter lavorare assieme il prossimo anno, per portare avanti questa iniziativa.
Noi del Gruppo di Genitori di Omosessuali di Cleveland siamo ottimisti. Il processo può essere lento; comunque, noi percepiamo tutto ciò è già un ottimo inizio.
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* Il Diocesan Council for Gay and Lesbian Family Ministry (Consiglio del Ministero Diocesano per le famiglie con gay e Lesbiche) ha la seguente missione: “Il Corpo di Cristo nella Diocesi cattolica di Cleveland è chiamata a vedere ogni persona come un riflesso unico della presenza di Dio in mezzo a noi. Ci impegniamo a diventare una comunità per la cura, l’assistenza, formazione, la riconciliazione e la testimonianza della giustizia con e tra le persone gay e lesbiche, i loro genitori e familiari di questa comunità. Per informazioni sui gruppi di sostegno parrocchiali visitare il loro sito web
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Testo originale: Parents of homosexuals speak in Catholic High Schools in Cleveland Diocese