La Via Crucis di un ragazzo omosessuale: Gesù cade per la prima volta
Riflessioni sulla Via Crucis inviateci da un ragazzo omosessuale
Terza stazione: Gesù cade per la prima volta
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti (Is 53, 6)
La croce è pesante – è pesante per chiunque, figuriamoci per uno come te, Gesù, già flagellato, colpito, ferito. Così cadi, forse già dopo i primi passi, forse per aver perso l’equilibrio. La folla che si accalca curiosa ai lati della strada sta ferma, resta a guardare.
Qualcuno non si scompone, ti guarda freddo, forse pensa: «Se l’è cercata». Qualcuno che forse ha l’istinto di venire a sollevarti forse c’è, ma lo sguardo degli altri e la minaccia dei soldati lo fermano.
A me viene in mente quel bambino – ora adulto – che a scuola si beccava addosso tutto l’odio feroce (che solo i bambini sanno avere) di alcuni – non tutti – i compagni, a prenderlo in giro. Anche allora ce n’erano altri, ai lati della strada. Qualcuno restava fermo. Qualcun altro aveva paura. E così quel bambino restava a terra, schiacciato.
Non smettere di prenderti cura di quel bambino, dolcissimo Gesù…
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