La Via Crucis di un ragazzo omosessuale: Il corpo di Gesù è deposto nel sepolcro
Riflessioni sulla Via Crucis inviateci da un ragazzo omosessuale
Quattordicesima stazione: Il corpo di Gesù è deposto nel sepolcro
Giuseppe d’Arimatea avvolse Gesù nel lenzuolo e lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. (Marco 15:46)
Ma ora che tutti sono andati via, voglio baciartele anche io tutte le ferite, una ad una. A cominciare dalla prima ferita: quella che avevano lasciato sul tuo volto le labbra di Giuda, quando venne a baciarti per il segnale concordato coi soldati.
Forse tutte le altre ferite non ti hanno fatto male come quella prima – la ferita di un bacio che mente. E poi tutte la altre: quelle dei flagelli sulla schiena, quelle delle spine sulla tua bellissima fronte, i lividi delle cadute sul tuo corpo, il segno del legno sulla spalla forte, le mani, i piedi, il costato aperto. Le ferite dell’Amore.
Una volta ho letto la storia di uno che era morto, e in cielo un angelo gli chiede: «Mostrami le tue ferite». Quello risponde: «Ferite? Non ne ho». E l’angelo a lui: «Dunque non hai mai amato?».
Ecco, Gesù: tu non sei uno che può dire «Ferite non ne ho». Tu me le mostri, una ad una. E la mia felicità sarà riuscire a dire: «Dunque mi hai amato sul serio».
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