Le chiese Battiste Metodiste Valdesi e le persone omosessuali
Riflessione di Kathrin Zanetti-Eberhart*, pastora della Chiesa Valdese di Perugia
Le chiese protestanti BMV, cioè dei Battisti, Metodisti e Valdesi dal 2 al 4 novembre 2007 si sono ritrovate insieme per la 4° Assemblea-Sinodo congiunta. Ma come avviene spesso in famiglia “quando ci si ritrova, si discute, si scambiano le idee, a volte si litiga e si cerca di convincere della propria opinione chi ne ha un’altra. Io ho partecipato al gruppo che si è occupato dell’atteggiamento delle chiese BMV nei confronti dei fratelli e delle sorelle omosessuali” e dove ci si è confrontati su due modi di leggere la bibbia e di vedere l’omosessualità che portano ad accogliere o a condannare le persone omosessuali. Questo è il racconto di quei giorni visti con gli occhi di chi c’era.
Dal 2 al 4 novembre 2007 ha avuto luogo la 4° Assemblea-Sinodo della “famiglia” delle chiese protestanti BMV, cioè dei Battisti, Metodisti e Valdesi che nel 1990 hanno dato inizio ad un percorso comune.
Come giustamente avviene in famiglia quando ci si ritrova, si discute, si scambiano le idee, a volte si litiga e si cerca di convincere della propria opinione chi ne ha un’altra. Abbiamo discusso in plenaria (difficile con 250-300 persone) e in gruppi di lavoro tematici. Io ho partecipato al gruppo che si è occupato dell’atteggiamento delle chiese BMV nei confronti dei fratelli e delle sorelle omosessuali.
La “famiglia” che si è trovata a Roma-Ciampino, era costituita da deputati/e e pastori delle tante comunità locali delle tre chiese evangeliche. Le discussioni perciò avvenivano “Bibbia alla mano”. Saprete che per noi la Bibbia è molto importante, l’amiamo, e l’argomentazione biblica gioca un ruolo decisivo per la nostra vita, privata, di chiesa e nella società.
Il ruolo della Bibbia però può essere anche pericoloso, se non teniamo conto del fatto che ci separano più di 2000 anni dalla Bibbia ebraica, l’Antico Testamento, e un po’ meno di 2000 anni dai testi del Nuovo Testamento.
Non dobbiamo leggere in maniera a-storica e lettera-lista questi testi, come se fossero lettera per lettera una rivelazione di Dio valida per tutti i tempi.
È importante considerare il contesto, in cui le parole bibliche hanno parlato per la prima volta, e studiare anche le antiche civiltà dalle quali sono state influenzate. Facendo una lettura contestuale, scopriamo che nei passi che spesso vengono citati per condannare l’omosessualità, uomini gay e donne lesbiche, non si parla affatto di relazioni di amore tra esseri umani adulti e consenzienti, visto che la coppia omosessuale stabile è conosciuta da relativamente poco tempo, forse da Freud in poi.
Se la Bibbia parla di omosessualità, parla di atti imposti e spesso dettati da violenza, soprusi e prevaricazioni, che a ragione condanna. Un rapporto d’amore fedele, duraturo e amorevole è tutt’un altra cosa, e possiamo ben chiederci, perché un rapporto così oggi non dovrebbe essere benedetto dal Signore, che è la fonte d’amore? I tempi cambiano, e noi cambiamo in essi.
Perfino Dio cambia, o la comprensione che gli uomini hanno di Dio. Da sterminatore dei nemici è stato riconosciuto come Colui che ci dice di amare perfino i nemici. Per arrivare a tanto, lo Spirito di Dio ha agito potentemente. E infatti, nella Bibbia troviamo la parola di Dio, se lo Spirito la rende viva.
Stasera non posso soffermarmi ulteriormente sul nostro modo di capire la bibbia che, letta in modo letteralista, potrebbe anche sancire la poligamia, la schiavitù, le guerre, la strage dei nemici, la donna come oggetto e proprietà del maschio e tante altre cose, superate nel corso dei secoli.
Torniamo all’Assemblea-Sinodo: Avevo l’impressione che all’interno del mio gruppo di lavoro la maggioranza dei deputati fosse d’accordo sull’accoglienza incondizionata di persone omosessuali all’interno delle nostre chiese.
Ma c’erano anche dei fratelli e una sorella che amano la Bibbia come noi, ma la leggono in modo letteralista, saltando il fosso dei 2000 anni di storia per arrivare ai giorni di oggi, senza distinguere tra il messaggio autentico del testo ed il suo “vestito”, legato alla cultura del tempo in cui è stato pronunciato.
Per questi fratelli, uomini e donne con un’identità sessuale diversa, sono dei peccatori tout court, che hanno bisogno di essere guariti o obbligati a vivere astenendosi da atti “abominevoli”. Dimenticano che siamo tutti dei peccatori, e tutti salvati per grazia, e non per etica.
Io vengo da un cantone svizzero, in cui le persone omosessuali da qualche anno hanno i diritti civili personali e di coppia come tutte le altre, e dove possono far registrare la loro unione.
Nella mia chiesa di Berna sono possibili le benedizioni delle coppie gay e lesbiche, e perfino i e le pastore di orientamento sessuale diverso sono ammessi, senza essere temuti ed accusati di essere potenziali pedo-fili dalle loro comunità.
Con queste esperienze alle spalle mi è sembrato quasi impossibile che nelle chiese BMV ci fossero ancora delle posizioni come quella descritta prima, e non ero l’unica. C’è stato una discussione molto animata, perché il documento preparatorio aveva assunto una posizione molto aperta, al punto che qualcuno sulla rivista Gioventù evangelica aveva espresso la convinzione che la benedizione delle coppie omosessuali ormai era una scelta matura!
In mezzo al confronto animato tra le convinzioni contrastanti si è alzata una voce riconciliante, che ha ricordato che la Bibbia ha un messaggio sconvolgente che in primo luogo sconvolge noi e ci converte ad un amore più forte e più integro, che ci deve portare alla capacità di relativizzarci, noi stessi, e le nostre prese di posizione. “Chi è convinto di avere tutta la verità, è pericoloso!” ha detto e “Come chiesa non dobbiamo giudicare; non dobbiamo accusare né condannare nessuno, nemmeno colui che la pensa diversamente da noi. L’omofobia è una paura, ma non ci dev’essere paura nell’amore.
Se non va bene che certi fratelli considerano le persone di diverso orientamento sessuale dei peccatori per antonomasia, non va neanche bene che noi, che qui sembriamo essere in maggioranza, li critichiamo al punto da dire loro che non hanno capito niente. L’incapacità di dialogo è il vero peccato.
È vero, non spetta a nessuno nella chiesa di dire ad un altro: Tu sei un peccatore! La confessione di peccato è libera e dettata dalla propria coscienza, e anche il ravvedimento è personale: Rispondiamo a Dio direttamente e per i fatti nostri, e non ci spetta dire a qualcuno: Tu sei un peccatore”.
Non ho capito se dopo queste parole ispirate eravamo tutti concordi nel pensare che gli omosessuali non sono più peccatori di noi altri, ma la maggioranza dei partecipanti al gruppo era d’accordo, che li dobbiamo e li vogliamo accogliere senza riserve, visto che siamo chia-mati ad accogliere tutti e in special modo chi è debole e discriminato.
Non è possibile, anzi è assurdo, dire “Ti accolgo, fratello gay, ma tu devi astenerti da atti omosessuali”. Non sarebbe accolto come quello che è, cioè non sarebbe affatto accolto. – Le chiese evangeliche non hanno un magistero che decide, e così la discussione dovrà andare avanti.
Qualche volta può essere faticoso, ma riteniamo che la nostra testimonianza richieda un confronto aperto sulla base della Scrittura e delle domande poste dalla realtà che cambia, in un atteggiamento di ascolto e di dialogo nei confronti di chi professa altre visioni della realtà. Le diversità in fin dei conti ci arricchiscono.
Alla fine, l’assemblea congiunta ha prodotto vari atti e documenti, anche uno sull’accoglienza delle persone omosessuali in quanto tali nelle chiese valdesi, metodiste e battiste che recita:
L’assemblea
1. crede in un Dio d’amore che per primo ci ha accolti chiamandoci ad una vocazione all’accoglienza nello spirito del passo di Romani che dice: Perciò acco-glietevi gli uni gli altri, come anche Cristo vi ha ac-colti per la gloria di Dio. (15,7)
2. crede che l’essere umano sia fondamentalmente un essere in relazione, con Dio e con il suo prossimo, e che la relazione umana d’amore, vissuta in piena reciprocità e libertà, sia sostenuta dalla promessa di Dio;
3. (esprime apprezzamento per il fatto che molte chiese locali, associazioni regionali battiste e circuiti delle chiese valdesi e metodiste abbiano affrontato, sulla base del documento prodotto dal Gruppo di lavoro sull’omosessualità, in incontri anche congiunti, il tema dell’omosessualità, serenamente, senza preclusioni e pregiudizi;)
4. mentre confessa il peccato della discriminazione delle persone omosessuali e delle sofferenze imposte loro dalla mancanza di solidarietà, condanna ogni violenza verbale, fisica e psicologica, ed ogni persecuzione nei confronti di persone omosessuali;
5. invita tutte le credenti e tutti i credenti a sostenere quelle iniziative tese a costruire una cultura del rispetto, dell’ascolto e del dialogo;
6. invita le chiese ad accogliere le persone omoses-suali senza alcuna discriminazione;
7. invita le chiese, nell’ottica di uno Stato laico, (con un atteggiamento di neutralità religiosa, cioè con l’assenza di privilegi o discriminazioni nei confronti delle diverse religioni, chiese e visioni del mondo) a sostenere e promuovere concretamente progetti e iniziative tesi a riconoscere i diritti civili delle persone e delle coppie discriminate sulla base dell’orientamento sessuale;
8. auspica che il confronto e la riflessione, informati ad una lettura approfondita ed esegeticamente attenta della Scrittura, proseguano ancora nel futuro, partendo dal riconoscerci sorelle e fratelli nella comune fede in Gesù Cristo.
Ecco ciò che ho riportato da Roma all’inizio di questo mese (ndr di novembre 2007). Sulle prime mi sentivo delusa, ma poi ho visto come fatto positivo la pazienza e la volontà di riconoscersi sorelle e fratelli nella comune fede in Gesù Cristo.
Mi sono anche chiesta: “Come vive una persona che ha un orientamento affettivo e sessuale diverso dal mio questa situazione? Che esperienza hai fatto tu?”.
* Intervento pronunciato alla Conferenza sul tema "Le chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi ed il loro atteggiamento nei confronti dei fratelli e delle sorelle omosessuali" tenutasi il 23 novembre 2007 presso la Chiesa Valdese di Perugia