Le critiche dei preti USA alle affermazioni sui preti gay nel nuovo documento Vaticano
Articolo di Robert Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 21 aprile 2017, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Il documento vaticano sul sacerdozio del 2016, che ha rinnovato la proibizione per gli uomini gay di accedere al sacerdozio, secondo un’organizzazione nazionale di sacerdoti statunitensi è “irrispettoso” e “insultante”. L’Associazione dei Sacerdoti Cattolici Statunitensi (AUSCP) ha commentato così Il dono della vocazione presbiterale, il documento emanato lo scorso dicembre dalla Congregazione per il Clero. L’AUSCP descrive così la sua missione: “Siamo un’associazione di sacerdoti cattolici statunitensi che vuole offrire sostegno reciproco e una voce collegiale attraverso il dialogo, la contemplazione e l’azione profetica sui temi che riguardano la Chiesa e la società”.
L’AUSCP ha criticato l’utilizzo, da parte della ratio, delle espressioni “tendenze omosessuali” e “tendenze omosessuali profondamente radicate”, in quanto si tratterebbe di un linguaggio “ambiguo e irrispettoso della personalità [degli uomini gay]”. La dichiarazione, come citata dal National Catholic Reporter, continua così: “’A nostro avviso il documento è insultante e privo di fondamento’ ha dichiarato l’Associazione, secondo la quale la ratio ‘implica che i sacerdoti omosessuali che servono la Chiesa con onore si troverebbero in una situazione che impedirebbe loro di relazionarsi correttamente con gli uomini e le donne. Se la Congregazione per il Clero avesse ribadito che possono essere ammessi all’ordinazione gli uomini eterosessuali e omosessuali che vivono nella castità, sarebbe stata più rispettosa e inclusiva. Quello che si deve discernere è se il candidato ha integrato la sua identità sessuale con la fede e la spiritualità cristiane cattoliche”.
Questa dichiarazione, proveniente dai vertici dell’AUSCP, è stata spedita a tutti i vescovi statunitensi e “alla Conferenza Nazionale dei Direttori Vocazionali Diocesani, al Comitato Episcopale Statunitense per il Clero, la Vita Consacrata e le Vocazioni, al Comitato Nazionale dei Sacerdoti Cattolici Neri e all’Associazione Nazionale dei Sacerdoti Ispanici”.
Molti cattolici si chiedono come possa lo stesso Papa che ha detto “Ma chi sono io per giudicare?” in riferimento a un sacerdote gay, possa aver approvato un simile documento. Alcuni hanno criticato il documento per il suo utilizzo di informazioni poco attendibili sull’omosessualità e il ribadire le precedenti indicazioni fa davveero poco per rimediare alla piaga dei preti gay, costretti a rimanere nascosti e alla perpetuazione dell’omofobia negli ambienti clericali.
La dichiarazione dell’AUSCP vuole essere uno strumento di pressione contro il dannoso documento vaticano, uno strumento particolarmente incisivo, visto che proviene dalla categoria più colpita dal Dono della vocazione presbiterale. I fedeli cattolici non hanno esitato a sostenere i sacerdoti gay: circa 1.500 persone hanno detto loro “Grazie” firmandosi sul nostro sito e molti hanno indossato delle coccarde bianche come segno di solidarietà alla messa di Pasqua.
In ogni caso, i sacerdoti gay e bisessuali non hanno ancora avuto una loro Stonewall, come afferma la teologa Lisa Fullam; il principio che sottende la frase “Ma chi sono io per giudicare?” permetterebbe sul serio a questi sacerdoti una vita autentica e un ministero verace, per il bene dell’intero popolo di Dio.
Testo originale: Clergy Group Sharply Criticizes Vatican’s Ban on Gay Priests