Le mille declinazioni dell’omosessualità
Testo* tratto da “Homosexuality” di Patricia H Bazemore MD. Coautori: William H Wilson MD, Douglas A Bigelow, PhD pubblicato su emedicine.com
L’omosessualità rimane un fenomeno controverso e misterioso e spesso le persone omosessuali sono oggetto di discriminazione a livello individuale e sociale e sono discriminati, talora, anche dagli operatori sanitari. Ma le conoscenze e gli studi sull'omosessualità sono cresciuti in qualità e quantità negli ultimi 30 anni e garantiscono, oggi, una moderna consapevolezza di cosa è l’omosessualità che può aiutarci a combattere pregiudizi ed errori che spesso hanno caratterizzato l’approccio di tutti noi verso le persone omosessuali.
L’omosessualità non è un disturbo psichiatrico ma è associata ad un aumentato rischio di condizioni che richiedono l’attenzione di medici specialisti.
L’omosessualità è stata riconosciuta da molto tempo nelle popolazioni umane ed animali. Nonostante la relativa frequenza dell’omosessualità tra gli uomini e gli animali essa rimane un fenomeno controverso e misterioso. Le persone omosessuali sono spesso oggetto di discriminazione a livello individuale e sociale e sono discriminati, talora, anche dagli operatori sanitari.
Le conoscenze e gli studi sulla omosessualità sono cresciuti in qualità e quantità negli ultimi 30 anni e garantiscono, oggi, una nuova prospettiva dalla quale i medici possono ricavare le basi per fornire un valido aiuto. I medici che lavorano con pazienti gay possono diventare un modello di riferimento anche per la comunità e le istituzioni in cui operano. Senza una moderna consapevolezza del significato di omosessualità anche il personale sanitario è soggetto a pregiudizi ed errori che spesso hanno caratterizzato l’approccio clinico ai pazienti omosessuali.
Le informazioni che abbiamo oggi provengono da molte discipline, tra le quali, la psichiatria, la psicologia, le neuroscienze, la genetica, l’antropologia. Per questo motivo, spesso, i non specialisti e i non addetti ai lavori trovano difficoltà nell’orientarsi tra i dati disponibili. L’Associazione degli Psichiatri Americani ha riconosciuto la necessità di rendere la letteratura sul’argomento più facilmente accessibile e hanno promosso, pertanto, la stesura di un testo comprensivo Textbook of Homosexuality and Mental Health (Cabaj, 1996).
Un breve riepilogo delle definizioni utilizzate può essere di aiuto. L’espressione “identità sessuale” si riferisce alla sensazione interna di essere maschi o femmine. Secondo la psicologia dell’Io, l’identità sessuale si sviluppa molto precocemente nella vita dell’individuo consolidandosi normalmente già attorno al 2-3 anno di vita (Yule, 2000).
La maggior parte degli individui omosessuali hanno un’identità sessuale che coincide con quella anatomica. Per esempio un maschio omosessuale si percepisce come maschio né più né meno che un maschio eterosessuale. Qualora l’identità sessuale non si formi propriamente e rimanga confusa, il soggetto può fare esperienza di un disturbo psicologico intenso che viene definito “disforia di genere”.
L’espressione di “orientamento sessuale” fa invece riferimento al desiderio e alle preferenze dell’individuo riguardo al sesso della persona con cui egli si relaziona (McWhirter, 1990).
Come l’identità sessuale, anche l’orientamento sessuale si costruisce sulla base di di una catena di eventi psicologici consapevoli e non (Cass, 1996). Kinsey e collaboratori (Kinsey, 1948; Kinsey, 1954) hanno dimostrato che l’orientamento sessuale si configura più come una dimensione piuttosto che come una categoria.
Questo significa che gli individui non rispondono, per quanto riguarda i loro desideri sessuali, alla legge del tutto o nulla, nel nostro caso, gay o non gay, ma in tutti esistono a diverso livello pulsioni etero- e omo- sessuali (Offord, 1999).
Chi è omosessuale? Dal punto di vista della psicologia dell’individuo, la maggior parte degli adulti si pensano e riconoscono come o omosessuali o eterosessuali nonostante la ben riconosciuta mutevolezza dell’orientamento sessuale.
Un numero minore di persone ammette di avere solo una preferenza superiore per un sesso anziché per l’altro e si definiscono bisessuali. Il termine di gay e lesbica è stato adottato da un largo numero di individui omosessuali come l’espressione preferita per riferirsi al proprio orientamento sessuale, alla cultura ed alle comunità cui hanno dato vita.
Dal punto di vista sociale, negli Stati Uniti, esiste una bassa tolleranza per le varie espressioni dell’orientamento sessuale e il bisogno di identificare in modo assoluto i vari soggetti come o omosessuali o eterosessuali sembra essere categorico.
Per esempio, molte istituzioni militari, religiose, educative, e di volontariato mostrano, spesso, un vivo interesse nel conoscere l’orientamento sessuale dei loro membri e si riservano di decidere se avvalersi del supporto ed integrare le persone nel proprio ambito solo quando un’adeguata etichetta è stata applicata (Wood, 2000; Sobel, 2001).
L’intento è generalmente quello di espellere, o, in qualche modo, emarginare i soggetti omosessuali.
Le gradazioni dell’orientamento sessuale non sono prese in considerazione ed un comportamento omosessuale è spesso sufficiente per definire come tale la persona. Questo atteggiamento obbliga la rappresentazione del mondo in categorie rigide ed è alla base di tante altre visioni e pratiche razziste.
Si pensi alla divisione del mondo in bianchi e neri ed alla difficoltà di ammettere in tale rappresentazione le persone meticcie. Diversamente, nel contesto di importanti istituzioni culturali ed artistiche, tale rigidità sembra non sussistere e gli atteggiamenti discriminatori sono meno presenti.
Alcune persone di spettacolo hanno addirittura trovato vantaggi economici nel coltivare l’immagine di una sessualità ambigua. Anche in questi contesti, tuttavia, l’espressione di una omosessualità vissuta consapevolmente e responsabilmente può significare per il soggetto andare incontro a potenziali rischi e penalizzazioni.
A complicare il quadro c’è che l’identità, l’orientamento ed il comportamento sessuali spesso non si allineano sullo stesso registro ma entrano in contraddizione nello stesso soggetto.
Per esempio, alcuni che si pensano come eterosessuali hanno in realtà comportamenti omosessuali e viceversa. Altri aspetti entrano in gioco nella scelta del proprio patner. Ad esempio, alcuni preferiscono avere un ruolo più o meno attivo, altri sono condizionati dall’età o focalizzano l’attrazione erotica su particolari aspetti.
Alcuni sono orientati verso relazioni esclusive, altri no; alcuni integrano la loro sessualità con altri aspetti relazionali, altri mantengono rapporti su un piano strettamente sessuale. Ci sono tipi di famiglie e stili di vita estremamente variegati che superano spesso la concezione tradizionale della società e dell’individuo.
Ripetiamo che l’omosessualità non è un disturbo psichiatrico e nel prossimo paragrafo rivedremo alcuni dei disturbi psichiatrici che hanno a che fare con la sessualità e sono spesso confusi con l’omosessualità.
Per approfondire (sito esterno)
Homosexuality di Patricia H Bazemore MD. Coautori: William H Wilson MD, Douglas A Bigelow, PhD pubblicato su Emedicine.com il 19 dicembre 2005
* Traduzione e adattamento a cura di Francesco nell’ambito del progetto “traduttori di… buona novella”