Le parole non amate dai cristiani: Cattolico
Riflessioni* di Jean-Marie de Bourqueney** pubblicate sul sito Protestants dans la Ville (Francia) il 9 giugno 2020, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Quando nel I secolo nacque (progressivamente, all’interno del giudaismo) il cristianesimo, esso aveva l’abitudine di prendere a prestito le parole del vocabolario politico greco per dare un nome alle sue novità e alle sue aspirazioni. Scelse così il termine Chiesa (ekklesia in greco), un termine che indicava la comunità dei cittadini liberi delle città greche, per designare il suo nuovo modo di fare assemblea. Una parola che era tutta un programma!
Il cristianesimo fece poi la stessa cosa per esprimere la sua vocazione universale, vocazione indicata simbolicamente dal finale del vangelo di Matteo: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli” (Matteo 28:19a). Un cristianesimo universale, dunque, ma in che modo? Le discussioni vertono su due parole che possono designare tale vocazione: katholikos e oikoumene.
Contrariamente a quanto si potrebbe credere, il primo termine è infinitamente preferibile al secondo; infatti, oikoumene significa l’estensione del territorio dell’Impero in una logica di conquista, un’universalità “centrifuga” che conquista terre e anime: in un certo senso, l’antenato del colonialismo.
Al contrario, il termine katholikos esprime l’universalità come accoglienza, in cui ogni chiesa locale è parabola dell’universalità e accoglie l’altro nella diversità dei percorsi e delle origini: è un’universalità “centripeta”.
Se guardiamo all’origine delle parole, credo quindi che la Chiesa abbia la vocazione ad essere “cattolica” nel senso dell’accoglienza universale, e che non debba affatto essere “ecumenica”, nel senso della conquista e dell’imposizione arbitraria di una verità la cui essenza consiste proprio nell’essere fallibile e parziale.
Ricordiamo poi ancora che la parola santa significa che appartiene a Dio, quindi dico volentieri ”credo la santa Chiesa cattolica”. Paradossi verbali!
* Il passo biblico è tratto dalla versione Nuova Riveduta.
** Jean-Marie de Bourqueney è pastore della Chiesa Protestante Unita a Parigi-Batignolles. Partecipa alla redazione e alla direzione di Évangile et Liberté. Si interessa soprattutto di dialogo interreligioso e teologia del processo.