Le parole della Bibbia: hierón – il tempio
Testo di Annamaria Fabri tratto da Castello7 del 18 novembre 2007
Dalle testimonianze dei vangeli possiamo dedurre che gli ebrei del tempo di Gesù andavano molto fieri di tutto il complesso del tempio, riedificato da Erode il grande, e lo consideravano cosa di cui vantarsi e segno della devozione di tutto il popolo che lì trovava il luogo dell’incontro oltre che della preghiera e del sacrificio.
Considerato tutto questo si comprende lo sbigottimento degli apostoli di fronte alla distruzione di questo luogo così fortemente legato all’identità del popolo ebraico. Infatti la distruzione del tempio di Gerusalemme è sempre stata considerata la più grave “catastrofe nazionale”, come attestano anche gli scritti dei profeti, che legano la distruzione del tempio sempre all’insensibilità del popolo ebraico di fronte ai richiami della Parola di Dio.
Nella lingua greca “consi” indica un luogo sacro dedicato al culto di una divinità. Genericamente si può tradurre con tempio, ma va distinto dal “santuario”, il luogo dove c’è la presenza del dio (=naós).
Considerata una parola “profana”, hierón è entrata nel vocabolario biblico solo negli scritti meno antichi, ma sempre per indicare tutto il complesso delle costruzioni (mura, portali, sale cortili, giardini, portici…) e tutto quanto faceva parte di quello che si chiamava il “recinto del tempio”.
Matteo e Luca nel racconto delle tentazioni usano hierón per indicare anche il muro a strapiombo, che dominava la valle del torrente Cedron, detto appunto pinnacolo del tempio. Così intorno al tempio gravitano i sacerdoti (hiereus) e tutto il personale: inservienti, guardie …
Anche dalle testimonianze dei vangeli possiamo dedurre che gli ebrei del tempo di Gesù andavano molto fieri di tutto il complesso del tempio, riedificato da Erode il grande, e lo consideravano cosa di cui vantarsi e segno della devozione di tutto il popolo che lì trovava il luogo dell’incontro oltre che della preghiera e del sacrificio. Secondo Luca è proprio l’incontro con il tempio che diventa l’occasione del primo manifestarsi della missione redentrice di Gesù (Lc 2,27ss). In seguito egli parla spesso, quando è a Gerusalemme, all’interno del tempio (Mt. 21,23; Giov. 7,14) e così faranno i suoi discepoli (Atti 3,1ss; 5,21).
Considerato tutto questo si comprende lo sbigottimento degli apostoli di fronte alla distruzione di questo luogo così fortemente legato all’identità di tutto il popolo.
La distruzione del tempio di Gerusalemme è sempre stata considerata la più grave “catastrofe nazionale”, come attestano anche gli scritti dei profeti, che legano la distruzione del tempio per opera delle truppe babilonesi alla insensibilità del popolo di fronte ai richiami della Parola di Dio.
Ed è proprio in questo senso che anche i primi cristiani leggeranno la distruzione del tempio per opera dei Romani nel 70 d.C.