Le persone LGBTQ, io e il “marmottaio”
Riflessioni di Alessandra Maria Starace
Ricordi Ismaele, il protagonista di Moby Dick, cosa dice nelle prime 20 righe? “Quando mi scende un novembre piovigginoso nell’anima mi metto in cerca dell’acqua”. La sua malinconia è un “novembre piovigginoso”. La mia, invece, è un “marmottaio” emozionale e spirituale. E la tua, come la definisci?
E che c’entra il “marmottaio” con i cristiani LGBTQ? C’entra, c’entra… La risposta breve è che il mio percorso, quello che racconto nel mio libro, è stato fondamentale per superare la sfiducia nei dogmi della Chiesa cattolica.
La risposta lunga è: se vuoi sapere cosa succede in queste cinquanta paginette formato A5 di scoppiettante ironia, attualmente in (feroce) revisione, a novembre potrai leggerle (gratuitamente) sul sito de La Tenda di Gionata.
Il libro è un testo breve* che racconta di un percorso umano. È anche una narrazione corale dove le voci dei cinque operatori pastorali che hanno collaborato con me (e solo per questo ho saputo che li hanno fatti santi subito) emergono man mano che ci incontriamo e ci confrontiamo sui fondamenti dell’accompagnamento pastorale delle persone LGBTQ.
Chi sono gli operatori pastorali? Giusto, bisogna fare le presentazioni! Allora, oltre la sottoscritta, abbiamo: un professore di esegesi biblica del Nuovo Testamento e incaricato pastorale per le persone LGBTQ a Torino; una suora missionaria ignaziana e pedagoga delle dinamiche dell’accompagnamento spirituale, una pastora valdese che, in Italia, ha fatto la storia dell’accoglienza dei primi gruppi dei credenti LGBTQ e un parroco, collaboratore di papa Francesco, che si occupa di uno dei margini più nascosti non solo della Chiesa, ma anche della società. Ah, dimenticavo… abbiamo anche lui: il grande gesuita americano.
Vuoi conoscere i fantastici cinque? Bene! Nel prossimo post, ti presenterò il primo dei nostri protagonisti! Non mancare!
Il libro, disponibile tra la fine di ottobre e novembre, è una nota ironica e, per certi versi, spiazzante del progetto Cornerstone in cui un percorso umano (il mio) risuona delle voci di chi ha speso molta parte della sua vita a comprendere, accogliere, accompagnare.
Credo che questa storia debba essere raccontata ( e ne sono talmente sicura che non ho esitato a metterci la faccia ) non solo per le persone LGBTQIA, ma anche per rendere giustizia a una parte della Chiesa cattolica che, da anni, predica una lettura e un’interpretazione non fondamentalistica delle Scritture, predica cioè l’amore per il prossimo, e basta.
Perché “siamo umani e nulla di ciò che è umano ci è estraneo“.

