Le persone omosessuali e la Chiesa cattolica
Riflessioni di Francecs Xavier Martí i Juan tratte da Exodo n.82 del gen-feb 2006, liberamente tradotte da Dino
La situazione degli omosessuali nella Chiesa cattolica non è mai stata facile e non lo è nemmeno ora. In altri tempi l’omofobia della Chiesa si realizzava in una società omofoba e l’una alimentava l’altra. Adesso invece, nel mondo occidentale non solo si tollera l’esistenza dei gay e delle lesbiche, ma addirittura si riconosce il loro diritto a stabilire unioni civili e ad adottare bambini.
Per questo la persistente belligeranza della Chiesa contro le persone “diverse” attualmente appare molto più stridente. In questo periodo – e le cose non sembra che cambieranno in questo pontificato – se sei omosessuale dovrai caricarti del giogo di essere considerato una persona che ha una inclinazione oggettivamente disordinata.
E per questo potrai entrare nel Regno dei Cieli attraverso una porta più stretta rispetto a quella degli eterosessuali. Tuttavia, a molti di noi omosessuali cristiani non preoccupa tanto come entreremo nel Cielo, cosa che in gran parte non dipende da noi, ma come stiamo nella Chiesa che ora sta facendo il suo percorso sulla terra.
Se sei un cristiano che non accetta il suo orientamento omosessuale, vale a dire che non crede che Dio volutamente l’abbia creato con questa caratteristica, ma che crede piuttosto di essere un difetto della natura, allora può essere in sintonia con la teoria e la pratica attuale della Chiesa riguardo agli omosessuali. Può partecipare attivamente e in modo visibile alla vita ecclesiale ed ecclesiastica. Tuttavia sono costretto a dirgli che dovrà pagare un prezzo molto alto: dovrà astenersi da qualsiasi relazione sessuale al di fuori dal matrimonio canonico e non potrà ufficializzare la sua tendenza nè vivere conformemente ad essa.
Esperienze mie e di altri dimostrano che questo pregiudica gravemente la propria salute psicologica e spirituale e che non favorisce per niente una vita illuminata dallo Spirito.
Se invece sei un cristiano che si riconosce omosessuale e si accetta così, per come è, ed è fermamente convinto che Dio lo ha creato così e che non gli richiede il celibato obbligatorio in cambio del suo amore, allora – sono obbligato a dire questo anche a lui – avrà serie difficoltà a vivere in piena comunione con la Chiesa.
La cosa è ancora più grave se la tua omosessualità è pubblica e nota a tutti, oppure sei un simpatizzante della “cultura omosessuale”. E ancor più se uno fa parte di una associazione di gay o lesbiche o decide di unirsi civilmente con una persona dello stesso sesso. Può darsi allora che gli vengano rifiutati alcuni sacramenti, che non possa svolgere attività pastorali e che venga messo in discussione il suo legame con la Chiesa.
Mi spiace per la crudezza della mia esposizione, ma la realtà è questa. Malgrado tutto ci sono molti omosessuali cristiani, ben autoaccettati e visibili, che vivono armonicamente le due identità, con gioia e speranza. Certo, con alcune difficoltà, come tutti gli altri; peccando, come tutti gli altri, ma senza portasi dietro fardelli aggiunti. Da qualche decennio hanno fatto la loro comparsa nelle Chiese cristiane diversi movimenti che vivono e rivendicano la compatibilità tra la fede cristiana e altre forme diverse di sessualità.
In questi movimenti consideriamo che è il Dio vivo colui che ci dà la possibilità di essere e di appartenere alla Chiesa, oltre le strette regole ecclesiastiche riguardo alla sessualità, al matrimonio e alla famiglia.Consideriamo che Dio ha un progetto umanizzatone universale, basato sull’amore, e che noi siamo parte di questo progetto.
In Spagna molti di questi gruppi si integrano con associazioni di gay e lesbiche e sono coordinati dal Settore Affari Religiosi della Federazione Spagnola LGBT. Tra i suoi componenti ci sono laici con vari gradi di impegno ecclesiale, e anche alcuni sacerdoti.
Crediamo che lo Spirito Santo, che agisce in modo invisibile e suscita in tutti la verità e il bene, rimetterà a posto la situazione degli omosessuali nella Chiesa. Nel frattempo dobbiamo già vivere pienamente la nostra condizione di omosessuali e cristiani con lo sguardo rivolto a Cristo Gesù.
Testo originale: Los homosexuales y la iglesia