Da Santiago del Cile a Roma. Perché parteciperemo alla conferenza “Le strade dell’amore”?
Testo del Consejo Pastoral de la Diversidad Sexual (Santiago de Cile) del 27 agosto 2014, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Prima di rispondere alle domande degli organizzatori della conferenza “Le strade dell’amore” vogliamo dirvi qualcosa sul nostro paese e sulla strada che ancora deve compiere nel campo dell’inclusione. Noi veniamo da una terra in cui la discriminazione verso chi è “diverso” è strutturale. Possiamo vederla e identificarla in relazione ai popoli indigeni, ai migranti (specialmente quelli di origine africana) e chi è socialmente, culturalmente ed economicamente povero.
Per quanto riguarda la diversità sessuale, negli ultimi anni il Cile ha conosciuto una notevole apertura. Possiamo in parte assistere a questo processo attraverso il disegno di legge sulle unioni civili tra omosessuali (e tra eterosessuali), che attende l’approvazione da parte del Congresso, e una legge sull’identità di genere.
Attualmente il Congresso continua il suo lavoro in mezzo alle discussioni politiche e religiose, mentre ancora non c’è alcuna regolamentazione esplicita in materia e le persone transessuali conservano la loro vulnerabilità nel tessuto sociale.
Con la tristezza nel cuore dobbiamo riconoscere che nel nostro paese – nel 2012 e nel 2013 – due giovani gay sono stati brutalmente picchiati a morte. Questo senza citare i casi dei nostri fratelli e delle nostre sorelle brutalmente abusati e discriminati a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere. Tali casi non sempre finiscono sui giornali, raramente in prima pagina.
Nell’ambito ecclesiale percepiamo la stessa omofobia che caratterizza la nostra società, nonostante la Conferenza Episcopale Cilena abbia recentemente condannato, in maniera piuttosto decisa, l’omofobia in quanto espressione di un atteggiamento non compatibile con l’Evangelo e la persona di Gesù Cristo. Tuttavia, i vescovi si sono opposti ai due disegni di legge summenzionati.
La nostra storia
La Pastorale della Diversità Sessuale (Consejo Pastoral de la Diversidad Sexual, PADIS) ha visto la luce all’interno della Comunità di Vita Cristiana (CLC) di Santiago del Cile alla fine del 2010 come risposta al desiderio di accompagnamento e accoglienza nella fede vissuto da gay, lesbiche e bisessuali di età diverse e in fasi diverse del loro processo. Alcuni di essi erano membri della CLC e in essa hanno trovato uno spazio per la loro ricerca.
Fin dall’inizio abbiamo fermamente creduto che questa sia una risposta autentica e coerente all’azione dello Spirito e alla Buona Novella annunciata da Gesù Cristo. Inizialmente il gruppo era formato da circa venti persone, inclusi due gesuiti (consiglieri ecclesiastici della CLC) che accompagnavano il gruppo. All’epoca il proposito iniziale era incontrarsi tre volte, valutare i frutti e le sfide degli incontri e discernere insieme la possibilità di andare avanti con l’iniziativa l’anno seguente.
Tutti i membri confermarono la decisione di continuare, estesero l’iniziativa e accolsero fra loro una suora dell’ordine del Sacro Cuore di Gesù come accompagnatrice. Da allora il gruppo è cresciuto, si sono aggiunte delle donne e oggi ne fanno parte circa ottanta persone gay, lesbiche e bisessuali provenienti da varie tradizioni spirituali cattoliche. Il gruppo ha guadagnato in visibilità, specialmente all’interno della CLC, e oggi è parte integrante della comunità CLC di Santiago del Cile.
Nello stesso periodo sorse il bisogno di allestire uno spazio per i padri e le madri di gay, lesbiche e bisessuali; lo spazio si materializzò a metà del 2012. L’intuizione che ci spinse a farlo era simile a quella dietro al gruppo GLB: anche i padri e le madri hanno bisogno di essere accompagnati, di ascoltarsi e di camminare insieme nel processo del riconoscimento e dell’accettazione dell’orientamento sessuale di figli e figlie.
Come risultato di questo processo e della crescente visibilità di cui stiamo godendo nelle nostre famiglie, nella Chiesa e nella società, noi della PADIS, dopo un adeguato discernimento, abbiamo deciso di comparire in una rivista cilena a grande tiratura.
L’accoglienza è stata perlopiù positiva, sia nella Chiesa che nella società, il che ci ha permesso di farci conoscere ad altri, di aprire loro le nostre porte, di estendere la nostra influenza e di raggiungere luoghi che mai avremmo immaginato. L’articolo è disponibile anche in inglese.
Chi siamo? Cosa facciamo?
Siamo uomini e donne di età diverse e di varie tradizioni spirituali, formiamo il gruppo di Gay, Lesbiche e Bisessuali (GLB), abbiamo optato per restare all’interno della Chiesa e/o di riavvicinarci a lei. Inoltre, abbiamo optato per vivere la nostra fede assieme agli altri e condividere le nostre vite in uno spazio di fraternità, comunità, preghiera e discernimento. Siamo testimoni del passaggio di Dio nelle nostre vite e della Buona Novella che altri potuto individuare nella PADIS.
In breve, siamo un gruppo di accoglienza, uno spazio di sostegno di fronte alle sfide della vita e, in particolare, alla discriminazione, per condividere la fede in Gesù e incontrarsi a cadenza quindicinale in un luogo di formazione e di preghiera comune e personale che ci permetta di crescere insieme nella fede e di condividere le nostre esperienze, viste da varie dimensioni.
Essendo un gruppo nel quale si incontrano diversi carismi e particolarità, abbiamo reso disponibili la nostra conoscenza e i nostri punti di vista per arricchire il processo di formazione che abbiamo intrapreso come fosse un viaggio, un viaggio composto da cicli di formazione su materie spirituali, ecclesiologiche e sociali. Rafforziamo la riflessione personale e quella condivisa con gli altri, la vita spirituale e apostolica, la vita e la difesa della comunità, perché sentiamo che sono questi i “luoghi” nei quali il Dio della Vita ci parla.
Mossi dal desiderio di servire, vogliamo uscire e condividere con gli altri la Buona Novella del nostro battesimo e della nostra appartenenza alla Chiesa. Guidati dalla nostra consapevolezza di essere figli e figlie di Dio cerchiamo di vivere la nostra vita nella fedeltà alle diverse vocazioni che Dio ispira nelle nostre coscienze e che ci raggiungono nelle nostre varie realtà e nella risposta generosa alle sfide che ci stanno di fronte nella nostra Chiesa e nella società.
Il Gruppo Genitori, formato da padri e madri di gay, lesbiche e bisessuali, sente il bisogno di condividere le sue esperienze genitoriali, di accompagnare i figli e le figlie e di essere Buona Novella per la Chiesa e per la nostra società. Costituisce uno spazio per crescere nel rispetto e nell’accettazione incondizionata di figli e figlie, guidati dal desiderio di contribuire alla società e alla Chiesa avanzando verso il rispetto e l’inclusione delle minoranze sessuali. L’omosessualità dei figli e delle figlie ha un impatto sulle famiglie così come ha un impatto sulla Chiesa.
Molte volte non si ha idea di come assisterli, di come parlare con loro e tra i genitori stessi. In alcuni casi si sperimenta la discriminazione del figlio o della figlia nella Chiesa e, di conseguenza, ci si distacca da essa perché si fanno propri il dolore, la frustrazione e il desiderio di crescere e di essere felice del figlio o della figlia. Noi vogliamo accogliere queste esperienze e aprire nuove strade di riconciliazione, rispetto e accettazione.
Nella pratica, il gruppo si incontra ogni due settimane in questo spazio di formazione per ricevere un accompagnamento nella nostra esperienza di padri e madri di figli e figlie omosessuali. Questi incontri ci permettono di imparare dagli altri e di aggiornare le nostre conoscenze sull’omosessualità, il che ci ha permesso di capire meglio e più a fondo la realtà che i nostri figli e le nostre figlie vivono. Noi siamo speranzosi, nonostante le difficoltà che anche noi troviamo in questo cammino, in quanto la PADIS è uno spazio all’interno della “Chiesa ufficiale”.
Questo ha permesso a molti di noi di sentirsi di nuovo membri della Chiesa Cattolica e di ricevere forza dalla nostra condizione di figli e figlie di Dio. Ambedue i gruppi sono stati in grado di avviare un dialogo fruttuoso con i vescovi della Conferenza Episcopale, con i quali hanno condiviso il desiderio che gay, lesbiche, bisessuali e transessuali vengano riconosciuti e accettati dai pastori e dai laici della Chiesa. Siamo estremamente grati alla CLC cilena per il sostegno che ci ha offerto fin dall’inizio.
Cosa ci aspettiamo dalla Conferenza? Qual è la nostra motivazione nel partecipare?
Quando abbiamo sentito della Conferenza, i membri e gli accompagnatori della PADIS hanno immediatamente pensato che avremmo dovuto partecipare e che una nostra delegazione si sarebbe dovuta recare a Roma. Vogliamo condividere con altri la nostra storia breve ma intensa, le grazie che abbiamo ricevuto e la nostra particolarità culturale e sociale di Latinoamericani.
Vogliamo condividere la nostra esperienza di laici nella Chiesa che costruiscono, dirigono, discernono e guidano una comunità pastorale all’interno di un movimento laicale in collaborazione con sacerdoti e religiose. Ci guida il desiderio di imparare da altre esperienze.
Siamo felici di poter prendere parte alle discussioni, di ascoltare, di vedere e magari di contribuire al processo di riflessione sul messaggio che la Conferenza vuole spedire ai vescovi presenti al Sinodo. Ci aspettiamo di portare con noi in Cile discussioni ispirate, legami di solidarietà, speranza e fede e desideriamo essere anche noi Buona Novella per gli altri: le persone LGBTI, le loro famiglie, la Chiesa e la società.
Consejo Pastoral de la Diversidad Sexual, Santiago de Chile
Email: pastoraldiversidadsexual@gmail.com
Testo originale: Sexual Diversity Pastoral (Santiago, Chile): What do we expect from the Conference? What was our motivation for participating?