Le strade dell’amore. Per una nuova teologia della sessualità
Riflessioni della pastora valdese Letizia Tomassone pubblicate sul mensile cristiano “Confronti” del novembre 2014
Il Sinodo cattolico sulla famiglia aveva aperto qualche speranza con le frasi del cardinale Erdő nella Relatio post disceptationem relative alla realtà delle coppie di fatto dello stesso sesso e alla necessaria accoglienza in chiesa dei loro figli.
Frasi scomparse nella finale Relatio Synodi, a segnalare un profondo conflitto anche teologico fra i vescovi raccolti a Roma. Proprio sul piano teologico il convegno indetto dal Forum europeo dei credenti Lgbt si è confrontato con un’ampiezza forse insospettata.
Non è stato infatti un momento di pura rivendicazione di diritti all’esistenza, ma un confronto profondo e sincero a partire dalla fede condivisa da tante persone sul continente europeo.
Tanto più significativa e, perciò, la posizione espressa dalla teologa cattolica Antonietta Potente, quella che in fondo rifiuta l’integrazione, o la vede come un possibile scacco, invece che come un successo. Continuare a essere un segno di contraddizione per scalzare le abitudini consolidate: questo l’invito della teologa, che ha rivolto un messaggio molto profondo e destabilizzante al Forum dei credenti Lgbt riunito a Roma.
Potente, commentando un testo biblico in cui Dio esorta il profeta a farsi segno d’esilio e a mostrarsi a tutti per farli riflettere sul patto d’alleanza e di grazia, ha sostanzialmente mostrato come non sia possibile accomodarsi in una sorta di tranquilla integrazione nella Chiesa. Seppure mai questa dovesse arrivare per le persone omosessuali e transgender, cosa che non sembra comunque dietro l’angolo.
Ma quello che conta davvero è l’atteggiamento con cui si rivolge ai vescovi l’invito all’accoglienza: se per trasformare tutta la realtà della Chiesa o per esserne assorbiti e resi invisibili.
Anche il vescovo australiano Geoffrey Robinson, la presenza più autorevole di una Chiesa cattolica seriamente impegnata nella riflessione sulla sessualità, ha messo in rilievo la necessità di una trasformazione globale.
Per lui non ci può essere approccio diverso nei confronti delle persone omosessuali se non si trasforma lo sguardo della Chiesa sulla sessualità in generale, introducendo l’elemento della gioia e della crescita nella relazione nella propria comprensione della sessualità.
Sembra un discorso di retroguardia ma è da queste fondamenta che può nascere una nuova teologia della sessualità aperta alle donne e agli uomini reali, e non a quelli idealizzati e irreali disegnati dalla Chiesa ufficiale.
Molto bella anche la lettura biblica del reverendo James Alison che parte dalla rottura evangelica del tabù puro/impuro per mostrare che in Cristo non vi può più essere condanna basata su tali pregiudizi.
La sua lettura è limpida, la sua consapevolezza di essere Chiesa proprio in quanto persona omosessuale colpisce a fondo chi pensa che l’orientamento sessuale non debba essere mostrato. Invece è proprio essendo con franchezza ≪chi si è≫ che si fa strada alla verità, nella propria vita e nella comunità dei credenti.
Io stessa ho poi ricordato come sia stata la parola e la vita messa in gioco di persone omosessuali nel confronto con le Chiese a dar origine a un lungo viaggio attraverso i campi fede e omosessualità di Agape (centro ecumenico valdese a Prali, Torino, ndr) per arrivare alla decisione delle Chiese valdese e luterana di celebrare benedizioni per le coppie di credenti dello stesso sesso che vogliano condividere il loro amore con la comunità cui appartengono.
Ferruccio Castellano è stato all’origine di tutto questo movimento, e doveva incontrare persone disposte ad ascoltare, in ambito valdese, e a lasciarsi trasformare e aprire gli occhi dallo Spirito di Dio.
Questa capacità di ascoltare e lasciare che a insegnare adesso siano gli altri, gli ultimi, quelli costantemente fuori, emarginati, e quanto il convegno ha chiesto al
Sinodo dei vescovi. Un convegno così partecipato e fondato nella parola di Dio è stato una sorpresa e una benedizione. Siamo anche fieri che tale evento sia stato ospitato a Roma dalla Facoltà valdese di teologia.
Un piccolo modo per mettersi al servizio, ancora una volta, di quei fratelli e quelle sorelle che rivendicano la propria casa nella Chiesa cattolica ma sono ancora di nuovo messi alla porta in attesa.
Antonietta Potente è stata chiara: non chiedete, siete già dentro la Chiesa di Gesù Cristo, e vi siete posti come un segno di contraddizione e una interpellazione che viene da Dio. Per ora il Sinodo dei vescovi nella sua veste ufficiale non ha voluto ascoltare.
Siamo però certi che la forza che è emersa dal movimento che ha portato al convegno e alle tante realtà locali di credenti o di genitori o di famiglie coinvolte sui temi della sessualità Lgbt porterà buoni frutti.