Le testimonianze disarmate e disarmanti della veglia della Metropolia Fano-Pesaro





Riflessioni di Silvia Zucchini e Francesco Domenicucci
“Tu ci hai fatto per Te, nella tua immensità, nel tuo grande amore tu, Signore, ci hai creati per Te e il nostro cuore non trova pace se, Signor, Tu non sei qui con noi”.
Con questo canto abbiamo accolto tanti amici e amiche e tante persone a noi sconosciute, in tutto duecentocinquanta, alla veglia del 16 maggio nella parrocchia di San Paolo apostolo a Fano.
Questa è stata la veglia delle “prime volte”: prima veglia per il superamento dell’omotransbifobia nelle nostre diocesi; prima veglia partita dal basso e organizzata da un piccolo gruppo misto di sacerdoti e laici/laiche delle due diocesi insieme; and last but not least, prima veglia in cui non uno, ma ben due vescovi hanno presieduto: don Sandro Salvucci e don Andrea Andreozzi.
In un silenzio denso di ascolto abbiamo ricevuto il dono delle testimonianze di Luca, Attilio, Luisa e Mara e Agostino, giovani LGBT+ e genitori di figli LGBT+ che con grande generosità ci hanno fatto parte dei loro cammini di vita e di fede. Quello che ci stupisce è che nei giorni a seguire abbiamo ricevuto tante attestazioni di affetto e di gratitudine. Ne riportiamo alcune, certi che l’unico merito che il nostro gruppo può vantare è quello di aver lasciato agire lo Spirito.
“Una veglia bellissima. Parole di verità, nessuna ipocrisia, testimonianze di fede intensa.
Quanto è grande Dio! E quanto siamo piccoli noi! E quanto diversi gli uni dagli altri! E quanta ricchezza! Si, siamo piccoli e ricchissimi! È così! Gesù ci invita continuamente a renderci conto di quante infinite possibilità dell’essere ci sono, ci dice di non giudicare mai, di non sentirci mai “tranquilli” nelle nostre certezze. Dio è sempre di più! E l’uomo è sempre di più di un essere simile a noi, sempre molto di più. Noi dobbiamo solo godere di questa meraviglia! Per quel che riusciamo…. E abbiamo pregato per questo!!!”
“È stata una celebrazione molto potente e tanto inattesa, per me, in una chiesa cattolica”.
“Grazie a voi per averla pensata e preparata con questa cura, è stata molto intensa e si è sentita una preghiera, una comunione e una commozione autentici”.
“Grazie a voi, in così poco tempo avete trasformato la realtà intorno a voi! Pensiamo solo un anno fa, non l’avremmo certo detto! Tutto questo è di grande speranza per tutti noi, perché anche in altre diocesi ce la si può fare”.
“Siete davvero dei seminatori di Speranza, in così poco tempo smuovere una realtà così!!”
“Una veglia sentita, intensa, toccante: quanta sofferenza testimoniata a cui non possiamo rimanere indifferenti. Finalmente una porta aperta verso una nostra conversione all’accoglienza”.
“Mi sono piaciute le persone autentiche, le loro storie di figli e di genitori, i testi della veglia, il coinvolgimento dell’assemblea, i canti e poi le persone del CAV, della pastorale familiare e la presenza accogliente dei nostri vescovi”.
A ciascun partecipante è stato consegnata all’ingresso in chiesa una striscia di stoffa colorata; dopo la lettura di alcuni fatti di omotransbifobia è stato chiesto a ciascun* di noi di scrivere una parola che riteneva essenziale per il superamento di ogni discriminazione: un gesto semplice per aiutare tutti i presenti ad assumersi la propria responsabilità di credenti e di cittadini.
Breve e intenso l’intervento del vescovo di Fano, don Andrea: “Sulla mia striscia di stoffa colorata avrei voluto scrivere – tempo di ascolto- perché vedo come prima necessità il bisogno di ascoltare le vite di chi soffre e non ha spazio per dirlo”.
Anche il vescovo di Pesaro, don Sandro, conclusa la veglia, ci ha affidato personalmente un messaggio di ringraziamento per lo stile con cui abbiamo organizzato la preghiera: pacato, intenso, che non produce “strappi”. Inoltre, ci ha detto che è necessario che siamo noi genitori i primi a portare avanti nella Chiesa i vissuti dei nostri figli e il loro desiderio di riconoscimento e di dignità in quanto battezzati e figli di Dio.
Don Francesco Pierpaoli, parroco di San Paolo apostolo, che cammina con noi famiglie da ormai due anni, ha concluso la veglia richiamando le parole di Papa Leone: “le testimonianze che abbiamo ascoltato sono parole disarmate e disarmanti, a noi farle fruttare”.