L’ira dei conservatori sugli invitati gay e liberal della Casa Bianca per la visita del papa
Articolo di David Gibson pubblicato sul sito del settimanale cattolico National Catholic Reporter (USA) del 21 settembre 2015, traduzione di finesettimana.org
Abbiamo il primo incidente diplomatico conclamato collegato alla visita accuratamente orchestrata di papa Francesco negli Stati Uniti? La Casa Bianca di Obama ha commesso un grave errore nell’organizzare quella che avrebbe dovuto essere una passeggiata per il benvenuto al pontefice di quella che essenzialmente è una “foto di società” a Washington?
Sembra questo il giudizio espresso dallo sdegno dei conservatori sugli inviti della Casa Bianca ad un certo numero di cattolici gay e di sostenitori LGBT, di un vescovo episcopaliano dichiaratamente gay e di una religiosa famosa attivista per la giustizia sociale. Sono tra le circa 15.000 persone che prendono parte al ricevimento per Francesco nel South Lawn mercoledì prima del suo incontro privato col presidente.
Ma questi ospiti particolari sono una “galleria degli orrori” di dissidenti e il loro inserimento è “uno scioccante spettacolo di indecenza” ideato per “verificare fino a che punto arrivi la tristemente famosa tolleranza di papa Francesco”, ha scritto mercoledì scorso Thomas Williams sul sito di destra Breitbart.com.
Nel suo articolo, Williams – che ha lasciato il presbiterato per sposare una donna con cui aveva una relazione – ha descritto Suor Simone Campbell, una degli ospiti, come il “direttore esecutivo della lobby di giustizia sociale Network”.
Campbell, che è conosciuta come l’organizzatrice dei giri “Nuns on the Bus” (“Suore sul bus”), dice di essere “per la vita, non solo per la nascita”. Ha anche detto che, mentre il suo lavoro non si focalizza di per sé sull’aborto, lei crede che la sua missione di combattere l’ingiustizia sociale e di promuovere l’assistenza sanitaria per tutti gli americani contribuisca a ridurre il numero degli aborti. Williams punta il dito anche sull’invito a Aaron Ledesma, un cattolico ventitreenne che ha detto di essere recentemente tornato a partecipare alla messa in quanto ispirato dal messaggio di inclusione di Francesco, e sull’invito al vescovo episcopaliano Gene Robinson, primo vescovo dichiaratamente gay nella Comunione Anglicana, che è ora un membro anziano al Center for American Progress, un think tank legato al partito democratico.
Williams è un messaggero vulnerabile per tali critiche: era un prete di una congregazione religiosa riservata ed influente, i Legionari di Cristo, a lungo beniamina della destra cattolica, che il Vaticano ha cercato di risanare dopo le rivelazioni di sporchi scandali sessuali e finanziari. Poi ha lasciato il presbiterato per sposare una donna – la figlia di Mary Ann Glendon, una cattolica conservatrice insegnante di diritto e ambasciatrice presso la Santa Sede sotto il presidente Bush – con la quale aveva avuto un figlio mentre faceva ancora parte del clero.
Alla storia del sito Breitbart è stato dato ulteriore slancio quando The Wall Street Journal giovedì ha pubblicato un articolo che sosteneva che “il Vaticano si era sdegnato” per la lista degli ospiti. E si indicava un anonimo “anziano funzionario vaticano” come fonte della notizia.
Questo è stato l’elemento scatenante, e in una cascata di tweet e di interventi su blog, i cattolici conservatori e i loro alleati hanno dato voce allo sdegno per “l’infantile stoccata al papa” e per “l’insulto deliberato” e “da ragazzi” ai cattolici americani. “La Casa Bianca vuole deliberatamente mettere in imbarazzo il Papa mettendogli un dito in un occhio e mettendo il naso nella dottrina cattolica”, ha scritto Ed Morrissey su HotAir.com.
Perfino l’editoriale del Washington Post è entrato in azione sabato, scrivendo che il Vaticano “aveva sollevato obiezioni” (in realtà un portavoce vaticano ha fatto notare che la Santa Sede non entra correntemente in tali questioni) e criticando l’amministrazione Obama per la sua volontà di offendere un animo gentile come Francesco e al contempo inchinarsi davanti a governi dispotici come Cina, Arabia Saudita e Cuba.
Il presidente non inviterebbe mai tali dissidenti ai ricevimenti dati per i leader di quei paesi, ha scritto il Post (senza precisare che anche Francesco era stato criticato per non aver incontrato i dissidenti politici e per non aver parlato con maggior forza sui diritti umani a Cuba).
Il Post ha anche scritto che invitare suor Campbell significava insultare Francesco perché lei critica le politiche della Chiesa sull’eutanasia; suor Campbell ha inviato una mail per specificare di non aver mai sollevato la questione né criticato il Vaticano su quello.
“Non avrò l’opportunità di incontrare papa Francesco direttamente, ma mi porterò nel cuore molte persone che ho incontrato nei nostri giri Nuns on the Bus nel nostro grande paese”, ha detto suor Campbell, che partecipa attualmente ad un giro col bus con altre religiose per promuovere l’insegnamento di Francesco ancor prima della sua visita.
“Queste sono le persone di cui Francesco si preoccupa”, ha scritto, riferendosi agli americani in difficoltà che ha incontrato in molte città durante l’attuale viaggio. “Queste sono le persone di cui oi ci preoccupiamo. Papa Francesco conosce il lavoro che noi suore cattoliche facciamo camminando con la gente, e gli siamo grati per la sua leadership che mette ponti sulle divisioni e cerca di trasformare i nostri sistemi politici ed economici”.
Dopo attenta analisi, forse sono i conservatori americani e i critici di Obama ad essere scioccati, più del papa che dicono di difendere. Mentre sembra che la lista degli ospiti abbia infastidito il funzionario vaticano che ha parlato con il WSJ, molti altri funzionari in Vaticano e negli Usa hanno dichiarato privatamente che per loro la faccenda non è un problema e che non vale la pena parlarne.
Hanno detto che ci sono problemi molto più importanti di cui preoccuparsi in relazione al viaggio del papa dal 22 al 27 settembre a Washington, New York, Filadelfia, e hanno fatto notare che gli ospiti in questione non sono che un ridottissimo numero di persone tra diverse migliaia.
Inoltre i funzionari dell’amministrazione hanno detto che la Casa Bianche ha lavorato con la Conferenza episcopale cattolica degli Usa, con l’arcidiocesi di Washington, con i Catholic Relief Services e con le Catholic Cahrities per distribuire gli inviti agli ospiti in tutto il paese.
Sono stati invitati anche rappresentanti degli evangelicali e di altre fedi e a molti ospiti è stato detto che potevano portare amici scelti da loro. (I rappresentanti degli ebrei saranno assenti perché l’evento coincide con Yom Kippur, il sacro Giorno di Astinenza. Questa tempistica è stata causa di sporadiche proteste, benché la maggior parte dei leader ebrei ignorasse tali rimostranze e dicesse che capivano come la programmazione fosse difficile. Tanto più che Francesco incontrerà formalmente i leader ebrei e interconfessionali venerdì a New York).Sembra improbabile che Francesco possa aver gravi problemi nei confronti di suor Campbell.
Ha fatto di tutto per lodare il lavoro delle religiose americane, la cui presenza nell’ambito della giustizia sociale sembra rispecchiare le sue priorità e ha concluso un’indagine vaticana sulle suore Usa iniziata sotto il suo predecessore, papa emerito Benedetto XVI.
Anzi, Francesco la settimana scorsa ha nominato suor Maureen Kelleher, membro fondatore del gruppo di Campbell Network, delegata speciale al Sinodo vaticano del mese prossimo.
Il papa ha anche accolto dei gay in Vaticano e ha invitato un transgender spagnolo ad incontrarlo nella sua residenza privata. Ha incontrato sostenitori di LGBT cattolici e ha nominato al Sinodo del prossimo mese in Vaticano un vescovo tedesco che ha proposto che la Chiesa benedica le coppie gay.
La settimana scorsa, un prete di New York che celebra per gay e lesbiche cattolici ha rivelato che, dopo aver celebrato la messa con Francesco in una cappella pontificia in Vaticano, ha dato al papa un DVD che racconta storie di cattolici LGBT e del loro rapporto con la Chiesa.
“Glielo mandano i gay e le lesbiche degli Stati Uniti”, ha detto a Francesco il rev. Gil Martinez, pastore alla Chiesa di San Paolo Apostolo, secondo l’intervista di Martinez all’Huffington Post. Parlando in spagnolo, sua lingua madre, della sua prossima visita negli Usa, Francesco aveva detto a Martinez: “Mi piacerebbe incontrare e parlare con persone gay e lesbiche. La prego di dire loro di pregare per me, come io prego per loro”. Mercoledì alla Casa Bianca il papa potrebbe comunicare il suo messaggio di persona – se riesce a trovarli tra la folla.
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Testo originale: Conservatives (not Vatican) outraged at White House guest list for pope