L’omofobia, la paura degli altri e di noi stessi
Riflessioni di Andrée Contanciel tenute al ritiro di David et Jonathan, gruppo di cristiani omosessuali francese, 8-9 settembre 2007, liberamente tradotte da Donatella e Innocenzo
Essere gay e vivere non è sempre facile? Ma essere gay non vuole dire che non possiamo essere omofobi. Come possiamo scoprire la nostra omofobia? Quali sono le ragioni dell’omofobia? Quando si è diversi è difficile essere se stessi?
La rivelazione che si è gay o lesbica può avvenire nell’adolescenza, a volte basta la semplice vista di una coppia gay che si bacia.
L’amicizia con una ragazza e l’ amore di un ragazzo è lo schema consueto proposto ad ogni ragazza, invece nessun riferimento viene offerto alle giovani lesbiche e gay, per loro non esiste nessun corso per imparare a essere omosessuali.
Ma non voler vedere la propria omosessualità può essere una reazione a questa scoperta. Si mente a se stessi, soprattutto se l’ ambiente é molto rigido in materia di morale e di religione.
Ma molto presto, il desiderio verso le persone dello stesso sesso si manifesta, mentre il desiderio verso le persone del sesso opposto non compare.
L’omofobia c’è quando ci si scopre omosessuali e si prova vergogna e paura. L’impossibilità di parlarne, può spingere al suicidio le persone gay. Alcune sviluppano tre personalità, una con i genitori, una con gli amici e una con se stessi.
La vita di un omosessuale non é di farsi trattare come lesbica o come un pederasta per tutta la vita. Anche perchè l’ immagine delle lesbiche é molto negativa, é legata alla pornografia, alle prigioni, ai camionisti. Sono rappresentate come brutte ed acide, si dice che hanno paura degli uomini e non sono adatte a vivere l’amore.
Anche nel cinema sono spesso presentate come dominatrici, malvagie, ambigue e finiscono per avere una morte violenta o si suicidano. Affrontare lo sguardo degli altri può essere molto doloroso.
Gli insulti, le percosse sono frequenti contro i giovani omosessuali. Essi diventano i capri espiatoi del liceo. Le ragazze sono viste da parte degli uomini come delle viziose o con sguardo sprezzante, ed hanno spesso verso di loro atteggiamenti violenti.
I ragazzi sono trattati da “pederasti”. Non sono rispettati sino a che non si comportano con coraggio e usano i mezzi legali a loro disposizione (Denuncia all’ amministrazione, alla polizia, etc…). La devianza dalla norma e l’ignoranza generano la paura che provoca la violenza.
La famiglia tra rifugio e prigione
Alcuni genitori consigliano l’astinenza sessuale ai loro figli omosessuali. L’ immagine che hanno dell’omosessualità è insopportabile per loro. Altri escludono completamente i figli dalla loro vita e dalla loro famiglia.
La visita da uno psichiatra é ancora un mezzo proposto per “curare l’ omosessualità”, ed i figli spesso l’accettano per stare in pace. La scelta é ristretta, l’astinenza o la guarigione. Dire che non parlarne é un segno di rispetto per gli altri, ma l’impossibilità di discuterne e il silenzio sono peggio di tutto. Nessuno ne parla ma tutti vogliono sapere.
Gli omosessuali non vogliono sentirsi dei mostri, delle bestie divertenti o dei malati mentali.
Il coming out
La paura della reazione violenta, l’ impossibilità di parlarne senza soffrire rendono il coming out molto difficile. Questa pratica deve essere fatta nello spirito dell’annuncio e non della confessione. Dopo un coming out i genitori si colpevolizzano, “perché questo succede a mio figlio?”, “non sarò mai nonnna!”.
Alcuni genitori possono avere paura che il loro figlio subisca l’influenza di persone estranee, che sia stato manipolato. Ma il coming out é fondamentale per non mentire. E’ una liberazione, è uno schiudersi, è una nuova nascita.
Il peso della cultura dominante schiaccia la minoranza
Nella nostra civiltà si è automaticamente considerati eterosessuali e perciò si deve aderire ai clichés stabiliti per il maschio e la donna. Il ragazzo deve identificarsi col padre, la ragazza con la madre. Un ragazzo non deve giocare con le bambole e una ragazza non deve giocare con le macchinine.
Si crede che non ci possa essere amore tra due persone dello stesso sesso e che la felicità é possibile solo in una relazione eterosessuale.
Essere gay e vivere
E’ incredibile che nella nostra epoca, noi ricorriamo ancora allo psichiatria per “guarire dall’omosessualità” e che quelli più giovani siano i capi espiatori dei loro compagni del liceo. Essere omosessuale e presentarsi come tale, implica spesso farsi violenza per uscire dal fenomeno del vittimismo, per non essere più vittima, ma essere solo se stessi.
Chi si sente vittima vive sempre la sua omosessualità come un errore ed accetta di essere il capo espiatorio, ci vuole una certa forza di carattere per prendere coscienza dell’ omofobia di cui si é vittima e farsi accettare.
I ragazzi gay non hanno gli stessi argomenti di conversazione dei loro compagni, non hanno gli stessi gusti musicali. Frequentano più volentieri le ragazze, perché sono delle amiche di qualità.
C’é spesso una grande tristezza nei giovani omosessuali. Il desiderio di essere come gli altri, o di essere accettati dagli altri, obbliga a più sforzi in diversi campi. Coltivare la differenza per coltivare la tolleranza.
Ai nostri giorni si é costretti a definirsi sessualmente, prima che per in passato.
Le nuove generazioni sono sessualizzate molto presto. I più giovani spesso cercano adulti che li aiutino a parlare della loro omosessualità.
La paura di parlare della propria omosessualità viene dal timore di perdere la stima della famiglia e di distrurre le loro relazioni. Tuttavia é meglio che la famiglia lo sappia direttamente dalla persona che da altri. Questa fiducia data loro a volte può fortificare i legami tra i membri di una famiglia.
Come si manifesta l’ omofobia?
Tutti sono omofobi, le ingiurie sono stupide. Gli omosessuali sono paragonati a cose sporche, contro natura. L’omofobo si sente in diritto di utilizzare gli insulti. “Gay” o “lesbica” possono essere parole offensive o insignificanti, dipende da come vengono pronunciate.
Quello che si vuole vivere è la complicità con gli altri, quando si sente l’ espressione “non è che un… omosessuale” si è esclusi dagli altri.
Tra omosessuali questi termini son talvolta impiegati con humour, perchè non bisogna diventare paranoici e vedere l’ omofobia dappertutto.
La sessualità é un qualcosa di privato, ma finché ci sarà dell’ omofobia, resterà di dominio pubblico. Le lesbiche continueranno a essere viste come coloro che “rubano” la donna di un uomo, mentre l’amore omosessuale continuerà a suscitare omofobia viscerale e disgusto e continueranno a farci chiedere: “se ho il diritto di essere così?”.
Ingiurie omofobe
L’ omofobia si articola in un triangolo: l’ingiuriatore, l’ingiuriato, il Testimone: l’ ingiuriato é vulnerabile; l’ ingiuriatore si sente nel su diritto; il testimone può reagire per riparare. Come si costruisce l’omofobia? Il ragazzino deve provare che è un ragazzo e che “non gioca con le bambole”.
Dalla prima infanzia si segnano le persone “con il fuoco”, “questo sarà un delinquente, quella non sarà bella”. Noi non vogliamo che nostro figlio sia omosessuale, lui é il nostro specchio.
L’omofobo s’innalza sopra l’alto e riduce gli esseri umani alla loro sessualità. Le basi dell’omofobia si fanno scudo della condanna, del non rispetto, delle norme. L’omofobia e l’antisemitismo non hanno le stesse radici?
La discriminazione, per l’accesso ad alcune professioni, é spesso praticata verso molte minoranze nel servizio militare, nella polizia…etc, perchè nella mentalità corrente l’uomo deve avere il potere, la donna deve essere sottomessa. Gli uomini decidono, le donne devono ubbidire.
Un omosessuale attivo è considerato meglio di un omosessuale passivo, ma noi domandiamo mai agli eterosessuali tanti dettagli sulle loro pratiche sessuali?
Anche se gli uomini si occupandosi dei figli, più che nel passato, i mestieri praticati dagli uomini sono sempre più valorizzanti ( Un cuoco=Paul Bocuse, Una cuoca= una nonna dietro ai fornelli). allo stesso modo, per lo stesso lavoro, le paghe degli uomini sono spesso più alte di quelle delle donne:
“La società valorizza delle qualità diverse secondo i sessi, una ragazza deve essere saggia e carina e un ragazzo deve essere turbolento.
I comportamenti del corpo ci stigmatizzano se usciamo dai ranghi. un uomo non può avere un gesto femminile e una donna deve essere graziosa”.
I modelli presentati nei racconti per bambini non hanno niente da offrire agli omosessuali. L’ ideale maschile è il giocatore di rugby o il calciatore, anche se una nicchia commerciale bersaglia i gay, senza osare dirlo, poiché i gay sono spesso all’origine di mode nel vestire e lanciano gusti musicali, sono i bersagli preferiti dal marketing.
Cosa é l’omofobia interiorizzata?
Si può leggere spesso negli annunci d’incontri: “astenersi effeminati”, “astenersi bisex o alcolizzati”. S’interiorizza l’ omofobia anti-effeminati. Si è disturbati per il comportamento di un “effeminato” quando siamo con persone che ci conoscono, nel mondo del lavoro, in famiglia, con gli amici.
L’abbigliamento ci fa dare un giudizio immediato. Non assumiamo la parte “effeminata” che é in noi, in questo modo non si é mai se stessi.
Uscireste con una persona “effeminata”, andreste al ristorante, alla spiaggia con lui? Lo si “fa con” quando si vuol provocare, ma non la si presenta mai alla famiglia. La relazione é difficile per lo sguardo della gente, gli altri potrebbero pensare che anche noi siamo un “effeminato”.
Le persone “effeminate” ci rinviano un’immagine di non accettazione della nostra sessualità. La persona effeminata se ha il coraggio di non nascondersi, di essere se stessa, è una persona libera, non ha problemi con la sua immagine.
Prendendoci il tempo di conoscerla, “l’effeminatezza” di una persona diventa solo una parte della sua complessa personalità, solo così il suo modo di apparire non é più, per noi, la sua sola identità.
“L’effeminato” è uno stereotipo, ma noi siamo anche a disagio con un transessuale, noi non sapremo con chi abbiamo a che fare fino al momento in cui “la persona strana” non diventerà semplicemente una persona. E’ possibile che gli altri ci considerino una persona “effeminata”?
Ci sono in noi, due personalità da riunire per non avere una condotta distruttrice, bisogna ricostruirsi per avere la stima degli altri e farsi amare.
Sapremo rispondere all’omofobia naturalmente se siamo arrivati ad espellere la nostra omofobia interiore. Bisogna liberarsi dell’idea che gli omosessuali non sono all’altezza degli eterosessuali, anche se si vive bene la propria omosessualità.
Il ragazzo perfetto: non vuole deludere nessuno; Il camaleonte: recita un ruolo con le persone, non é mai se stesso; Il PD di servizio: è sempre assillato, insultato; Il Ribelle: reagisce contro l’ omofobia, ma passa per l’alcool, la droga, è infelice.
Questi quattro tipi di persone spesso sono preda del suicidio. Perchè l’omosessualità può essere vissuta in maniera felice solo quando si comprende la propria omofobia e non le si dà campo libero nella nostra vita.
In sintesi la costruzione della nostra personalità si realizza nell’infanzia attraverso processi di rigetto. Ad esempio: “sono francese, non sono straniero; Sono un ragazzo, non sono una ragazza; Sono un uomo, rifiuto l’uomo effeminato; sono una donna rifiuto la “camionista”.
Però il rifiuto di certe parti di se, che non si ritiene degne di essere amate se sono omosessuale, portano purtroppo alla disistima. In fondo il non voler essere una “camionista” per una lesbica o una persona “effeminata” per un gay è omofobia interiorizzata, ovvero la paura dell’altro in sé.
Testo originale: Homophobie, la peur de l’autre en soi