Ma un prof di religione non dovrebbe essere contro i gay?
Email inviataci da Luciano*, insegnante di religione
Quando ho cominciato a lavorare come prof di religione mi sono trasferito al nord lasciando la mia piccola città di provincia del sud. L’ho fatto perché c’erano più possibilità di lavoro ma anche perché vivere in una grande città mi faceva sentire più libero.
Con il tempo mi sono accorto che stavo fuggendo, soprattutto da me stesso. Ero partito col desiderio di libertà e mi sono ritrovato imbrigliato. A volte finisco per vivere una doppia vita, c’è un Luciano che interpreta una parte quando è sul posto di lavoro e un Luciano che è veramente se stesso con le persone che mi conoscono davvero.
Forse è per via del lavoro che faccio – il prof di religione – che tendo a nascondermi e a parlar poco. Non è che io abbia paura di parlare, non credo di essere timido, mi piace parlare anche di temi LGBT ma mi spaventa il pensiero che ciò che potrei dire su certi temi possa essere usato contro di me. Ciò che le persone pensano e dicono non dovrebbe mai essere usato per ferire.
Poi è arrivato lui, il mio attuale compagno, quando proprio non ci speravo più! Non è credente ma è molto rispettoso, ha capito che per me la fede è una cosa importante. E mi ha aiutato a capire che le mie paure a essere veramente me stesso si erano accumulate negli anni di seminario e mi impedivano di vivere pienamente.
Poi ho avuto un’altra sorpresa, una potente attestazione di stima e di ottimismo da parte di chi non mi sarei aspettato: i miei alunni. Insegno in un istituto tecnico e un giorno, in una classe, ho percepito che serpeggiavano delle battute omofobe molto sottili alle spalle di un alunno. In quel momento non ci ho visto più, non ci ho pensato due volte e mi sono schierato dalla sua parte. Allora un alunno mi fa: “Ma un prof di religione non dovrebbe essere contro i gay?”.
Dentro di me provo un moto di tristezza e penso a che brutta immagine del Cristianesimo che abbiamo dato in tanti secoli! Allora provo a mantenermi calmo, metto da parte quello che avevo programmato per la lezione di oggi, e provo a intavolare un discorso serio sull’accoglienza e l’inclusione come caratteristiche del messaggio di Gesù. E, quasi per miracolo, percepisco che mi ascoltano attentamente. Quasi pendono dalle mie labbra. La campanella suona la fine dell’ora: è praticamente volata e non me ne sono reso conto. Alla fine qualcuno mi dice “Grazie, prof!”, altri mi sorridono, altri ancora mi osservano e basta.
Forse hanno capito che se sto parlando così appassionatamente di alcuni temi, forse lo faccio perché la cosa mi riguarda in prima persona. Ma sono contento ugualmente se sono riuscito a dare un’immagine diversa del Cristianesimo. Almeno ci sto provando.
* “La verità vi farà liberi” ci ricorda il Vangelo, perché ciò di cui non si parla non esiste, crea ipocrisia e genera mostri. Ecco perché su gionata.org abbiamo deciso di raccontare il tema dell’omosessualità attraverso gli occhi e le esperienze degli insegnanti di religione cattolica (idr). Vogliamo raccontare storie, riflessioni ed esperienze vissute dagli insegnanti di religione e che oggi ancora non possono essere discusse, affrontate e condivise a viso aperto nella chiesa cattolica, altrimenti si rischia sanzioni e lo stesso posto di lavoro. Allora abbiamo deciso di dare parola a loro, perché la nostra chiesa cattolica cominci a fare i conti con una realtà che continua a non voler vedere. Leggi le loro testimonianze sulla pagina “L’ora di religione” e se vuoi aggiungi il tuo contributo, anche anonimo, scrivendoci a gionatanews@gmail.com. Accetti il nostro invito? @tendadigionata