Matrimoni gay, le 4 proposte in Parlamento
Articolo dell’11 aprile 2013 di Donato De Sena pubblicato su Giornalettismo
Da deputati e senatori di Pd, Sel e M5S arrivano ddl per le nozze omosessuali. Il Pdl chiede il “contratto di convivenza”. Sono complessivamente quattro i disegni di legge per il matrimonio gay già presentati in Parlamento nella nuova legislatura. I promotori delle proposte appartengono a tre diversi partiti: Partito Democratico, Sel e Movimento 5 Stelle. Tra i primi parlamentare a mobilitarsi è stato Nichi Vendola che presso gli uffici della Camera ha depositato il progetto (ddl n. 242) dal titolo “Modifiche alla codice civile e altre disposizioni in materia di eguaglianza nell’accesso al matrimonio e di filiazione da parte delle coppie formate da persone dello stesso sesso”.
LE NOZZE OMOSESSUALI – Si tratta dello stesso piano sostenuto dal vicepresidente del Pd Ivan Scalfarotto, eletto a Montecitorio, e unico firmatario della proposta di legge n. 242. Al Senato è stata poi la senatrice di Sel Loredana De Petris a farsi carico di riproporre lo stesso disegno depositato a Montecitorio da Vendola. Ha chiesto l’equiparazione di nozze eterosessuali ed omosessuali anche Sergio Lo Giudice, ex presidente nazionale dell’Arcigay, eletto nelle liste Pd, attraverso il ddl n. 15 recante “norme contro la discriminazione matriomoniale”. Per il Movimento 5 Stelle si è mobilitato invece Luis Alberto Orellana, senatore che i grillini ad inizio legislatura avevano candidato alla presidenza di Palazzo Madama. La proposta di legge n. 393 prevede nuove norme per l’accesso al matrimonio in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso e non fa riferimento, come nel caso di Sel e di Scalfarotto , alla filiazione nel titolo.
IL CAMBIO DI GENERE – Agli atti di Camera e Senato sono pervenuti anche progetti in materia di “modificazione dell’attribuizione del sesso”. E’ il caso della proposta n. 392, depositata al Senato dal grillino Alberto Airola, del ddl n. 405, presentato ancora da Lo Giudice, e del ddl n. 246 della Camera, di cui è unico firmatario Scalfarotto.
LA DISCRIMINAZIONE – Lo Giudice e Scalfarotto sono sostenitori anche di proposte contro la discriminazione degli omosessuali. Il senatore, attraverso il ddl n. 403, chiede l’”istituzione della Giornata Nazionale contro l’omofobia”. Il deputato vuol favorire invece il “contrasto dell’omofobia e della transfobia” attraverso una modifica della legge Mancino del ’93, principale strumento normativo vigente in Italia per il contrasto ai crimini d’odio, e della legge di ratifica (approvata nel ’75) della “Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale”. La senatrice M5S Michela Montevecchi, infine, prima firmataria del ddl n. 391, ha chiesto “nuove disposizioni per il contrasto dell’omofobia e della transfobia”. Le tre proposte dei grillini sono state messe a punto dalla Rete Lenford, l’ avvocatura per i diritti Lgbt, gruppo attivo in varie iniziative per il rispetto dei diritti delle persone omosessuali.
IL PATTO DI CONVIVENZA – Per quanto concerne le unioni civili ne ha chiesto la disciplina il senatore Pd Luigi Manconi (proposta n. 14 depositata a Palazzo Madama). Il centrodestra sceglie una via diversa. La senatrice Pdl Maria Elisabetta Alberti Casellati è prima firmataria di un disegno di legge (n. 197) per la modifiche al codice civile in materia di “disciplina del patto di convivenza”. Il senatore Carlo Giovanardi, infine, è l’unico sostenitore di un ddl (n. 239) per l’introduzione nel codice civile del “contratto di convivenza e solidarietà”. Il ddl Alberti Casellati, già presentato nella scorsa legislatura (n. 3301), definisce il matrimonio quale “forma giuridicamente rilevante di convivenza” e si limita a stabilire che “due persone maggiorenni e capaci, unite da reciproco vincolo affettivo, possono contrarre un patto di convivenza” attraverso il quale assumono poi “reciproci obblighi di assistenza morale e assistenziale”. Il progetto di Giovanardi (nella scorsa legislatura progetto di legge n. 3438 del Senato) invece definisce il “contratto di convivenza e solidarietà” un atto “con il quale due persone disciplinano i reciproci rapporti patrimoniali relativi alla loro invita in comune e alla sua cessazione”. Il contratto, che dev’essere ricevuto e trasmesso da un notaio al Comune di residenza dei conviventi, stabilisce i criteri secondo i quali le parti “possono regolamentare i rapporti patrimoniali e successori e i diritti di assistenza e solidarietà”. Si stabilisce, ad esempio, che il convivente acquista diritti nella successione al contratto di affitto della casa dopo almeno cinque anni di convivenza.
IL PRECEDENTE – Nella passata legislatura l’unica proposta di legge per il matrimonio gay (ddl n. 5338) era stata presentata (nel luglio 2012) dai deputati dell’Italia dei Valori.