Quando i matrimoni gay erano un rito della chiesa
Articolo Jim Duffy* pubblicato sul The Irish Times (Irlanda) l’11 Agosto 1998, liberamente tradotto da Michele Damiani
I matrimoni gay non portano alla poligamia come dimostrato da 6000 anni di storia dell’umanità. Negli Stati dove la poligamia è legale i matrimoni gay sono solitamente illegali. Negli Stati dove i matrimoni dello stesso sesso sono legali, la poligamia è illegale.
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Una lunga tradizione di matrimoni dello stesso sesso
Poiché le Chiese combattono il problema dell’omosessualità, una lunga tradizione di matrimoni dello stesso sesso indica che l’atteggiamento cristiano verso dette unioni non è sempre stato “rettilineo” come viene suggerito ora. Un museo dell’arte di Kiev conserva una curiosa icona del monastero di Santa Caterina sul monte Sinai raffigurante due santi cristiani togati. Tra loro, un pronubo tradizionale romano (l’uomo migliore) celebra quello che, in una raffigurazione romana standard, rappresenterebbe un matrimonio tra marito e moglie. Nell’icona Cristo è il pronubo e solo una cosa è insolita: il marito e la moglie sono di fatto due uomini. L’icona sta suggerendo che un matrimonio omosessuale viene consacrato da Cristo?
L’idea stessa sembra scioccante da principio. La risposta definitiva proviene da altre fonti riguardanti i due uomini raffigurati, s. Sergio e s. Bacco, due soldati romani che divennero martiri cristiani.
Mentre l’accoppiata di santi, in particolare nella chiesa antica, non era insolita, l’associazione di questi due uomini fu considerata particolarmente vicina. Severo di Antiochia nel sesto secolo espresse che: <<Non dobbiamo separare nella parola [Sergio e Bacco] chi fu unito in vita.>> Nella definitiva del decimo secolo riguardante il giudizio degli ortodossi sulle loro vite, s. Sergio viene descritto chiaramente come il <<dolce compagno e amante>> di s. Bacco.
In altre parole conferma quello che la precedente icona implica cioè erano una coppia omosessuale che godeva di un matrimonio gay celebrato.
Gli antichi scrittori cristiani accettarono apertamente il loro orientamento e la rispettiva relazione inoltre, in un’immagine che per alcuni occhi cristiani moderni potrebbe essere al limite della blasfemia, l’icona ha Cristo stesso come pronubo: l’uomo migliore soprintende il loro matrimonio gay.
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La sorprendente scoperta del prof. John Boswell
Dopo dodici d’anni di ricerche negli archivi delle chiese cattoliche e ortodosse, il professore di storia dello Yale, John Boswell, ha scoperto che, verso la fine del diciottesimo secolo, esisteva una sorta di matrimonio gay cristiano. Nonostante ciò, l’idea stessa di un matrimonio gay cristiano appare inconcepibile.
Contrariamente alla credenza comune, il matrimonio cristiano non è rimasto immutato nei tempi, ma si è evoluto sia come concetto che come rito.
Tra le varie intestazioni degli antichi documenti liturgici della chiesa (e chiaramente separati da altri generi di benedizioni non coniugali di bambini adottati o dati in affidamento) il prof. Boswell rilevò che, oltre alle cerimonie matrimoniali eterosessuali, c’erano riti intitolati <<La funzione delle unioni dello stesso sesso>> (greci del decimo e undicesimo secolo) e <<Il mandato per unire due uomini>> (undicesimo e dodicesimo secolo). Questi appaiono sicuramente come matrimoni gay.
Le cerimonie descritte da Boswell possiedono tutti i rituali contemporanei di un matrimonio.
1. La comunità riunita in una chiesa
2. La benedizione della coppia innanzi all’altare
3. Le loro mani destre unite come nei matrimoni eterosessuali
4. La partecipazione di un prete
5. Il ricevimento dell’eucarestia
6. Un banchetto nuziale successivo
Tutto ciò viene raffigurato negli affreschi dell’epoca nell’unione omosessuale tra l’imperatore bizantino Basilio I (867-886) e il suo compagno Giovanni. Tali unioni omosessuali si celebrarono anche in Irlanda tra la fine del dodicesimo e l’inizio del tredicesimo secolo, come documentato dallo storico Gerardo del Galles (Geraldus Cambrensis). Il dottor Boswell elenca dettagliatamente alcune cerimonie di unioni omosessuali trovate nei documenti liturgici di chiese antiche.
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Il vano tentativo di riscrivere la storia
Un documento greco del tredicesimo secolo intitolato <<Mandato per celebrare le unioni dello stesso sesso>>, dopo aver invocato S. Sergio e s. Bacco, chiamati a Dio per <<concedere a questi tuoi servitori la grazia di amare l’altro e di sopportare gli odiati e non, causa di scandalo in ogni giorno della loro vita, con l’aiuto della Santa Madre di Dio e tutti i tuoi santi. >> Il cerimoniale termina con: <<Ed essi possono baciare il Santo Vangelo e l’un l’altro e si possa concludere.>>
In un altro documento serbo-slavo del quattordicesimo secolo intitolato <<La funzione delle unioni dello stesso sesso>>, nell’unione di due uomini o di due donne, alla coppia si fa tendere la mano destra sul Vangelo mentre la sinistra tiene una croce. Al bacio del Vangelo segue, su richiesta, quello scambiato dalla coppia, quindi il prete, una volta alzata l’eucarestia, offre loro la comunione. Le documentazioni di matrimoni antichi si possono trovare nelle biblioteche di tutta Europa.
Boswell trovò documenti di unioni dello stesso sesso, che coprono un periodo dall’ottavo al diciottesimo secolo, in diversi archivi come quelli del Vaticano, a S. Pietroburgo, a Parigi, a Istanbul e nel Sinai e non è il primo a fare tale scoperta dal momento che il domenicano Jacques Goar (1601-1653) include tali cerimonie in una pubblicazione di libri di preghiera greci.
Mentre ai tempi dei romani l’omosessualità era di fatto illegale, solo a partire dal quattordicesimo secolo i sentimenti anti-omosessuali si diffusero nell’Europa occidentale, ciò nonostante le unioni dello stesso sesso continuarono ad aver luogo.
Nel 1578, nella chiesa di San Giovanni Laterano (tradizionalmente la chiesa parrocchiale del Papa) a Roma, ben 13 coppie furono <<sposate>> durante la messa con l’evidente collaborazione del clero locale, <<ricevendo assieme la comunione, utilizzando la stessa Sacra Scrittura nuziale, successivamente mangiarono e dormirono assieme>>, secondo un rapporto dell’epoca. Le persone gay si sono unite per millenni. Un’altra unione tra donne si registra in Dalmazia nel diciottesimo secolo. Nel quotidiano The Irish Times, alcuni scrittori odierni hanno pubblicato diverse rivendicazioni storiche discutibili riguardanti la Chiesa.
Gli studi accademici di Boswell sono talmente dettagliati da porre domande fondamentali alle autorità della chiesa moderna e ai cristiani eterosessuali sulla loro posizione verso l’omosessualità.
Per la Chiesa ignorare la prova evidente nei suoi stessi archivi sarebbe da vigliacchi. Le attestazioni testimoniano in modo convincente che non c’è traccia di quell’atteggiamento immutevole e costante verso l’omosessualità che la Chiesa moderna rivendica.
Tutto ciò dimostra che negli ultimi due millenni, per molto tempo, nelle chiese parrocchiali e nelle cattedrali dall’Irlanda a Istanbul e nel cuore di Roma, attraverso la cristianità, le relazioni omosessuali venivano accettate come espressioni valide di una capacità, data da Dio, d’amare e impegnarsi con un’altra persona, un amore che poteva essere celebrato, onorato e benedetto nel nome di Gesù Cristo e, attraverso l’eucarestia, in sua presenza.
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* Jim Duffy è un giornalista-commentatore politico e ricercatore.
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Testo originale: When gay marriage was a rite