Mi sento impotente davanti a queste tragedie ecco perché è tempo di lottare insieme
Riflessioni inviateci da Vilian, lettore del progetto Gionata
Io purtroppo sono stato un povero ignorante per tanto tempo, ed ancor oggi molte cose sfuggono ai miei sensi limitati. Sono pressoché impotente di fronte a queste orribili tragedie per cui tutti perdono il calore del proprio animo.
Tepore che non viene perso solo dal caro estinto e dai suoi congiunti che gli sopravvivono, non solo da loro, ma anche da ogni altra persone che vive su di una terra dove queste violenze all’ordine del giorno trafiggono mente e cuore di tanti spettatori (ignari protagonisti) lasciandoli inerti e sempre più sottomessi nell’accettare che simili disgrazie avvengano.
A tutti coloro che soffrono per le ingiustizie, posso solo dire che le mie limitate forze mi permettono unicamente di innalzare dal mio cuore un canto d’amore, che corre nell’eco delle mie preghiere per arrivare carezzevole al cuore degli uomini.
Nel mio canto risiede la speranza che sia la forza di tutti i ricordi affettivi a permettere a chi soffre di andare avanti per vivere. Non la forza corrosiva di un muto dolore che porta a svanire nel nulla.
Il mio desiderio è che non vi sia più alcuna paura nel voler vivere onestamente e coraggiosamente per quello che si è. Il mio invito è di scegliere la vita sopra la morte, scegliendo di impegnarsi devotamente alla ricerca della propria ed altrui felicità ribellandosi piuttosto a tutti coloro che conosciamo che vorrebbero toglierci la libertà sulle nostre vite.
A tutti gli uomini di buona volontà che vorrebbero rendersi utili per migliorare lo stato delle cose, posso solo dire che ho visto ciò che sta dietro alle nostre spalle, e bisogna starne molto attenti: mani invisibili guidate da volontà bilocate, poteri forti che governano tutto il nostro vivere. Nessuno può essere del tutto immune al loro potere.
Tramite i piani di queste forze viene predeterminato il destino di interi continenti. Sarebbe ingenuo non rendersene conto. E’ vano cercare di scacciarle. E risulterebbe controproducente chiudere gli occhi alla natura del loro esistere. Finché non cominciamo a vederle nella loro interezza, a concepire l’assolutezza del loro agire, gli uomini di buona volontà avranno sempre e solo sofferenze da raccogliere dal mondo.
Sia chiaro che non è asservimento ciò che promuovo, richiedo solo di prestare attenzione alle lunghe mire di queste mani, comprenderne gli obiettivi e mutare -con il mutare del nostro agire e volere- la direzione dei loro interessi. C’è disperato bisogno di ribilanciare i rapporti di forza ponendo loro nelle condizioni di osservare la verità del nostro essere, non più di farci emarginare dalla mole di pregiudizi di cui fanno uso al fine di proteggere i loro attuali interessi.
Se vedessero in noi fonti di ricchezza, loro per prime ci spianerebbero la strada alla possibilità di una vita più felice: perché è nel loro stesso guadagno personale fornirci beni e servizi in modo da poter ottenere da noi un ritorno materiale. Ai miei occhi è l’unico sistema, sebbene non nobile né immediato, per uscire da questa situazione di morte spirituale.
Ho trascritto i miei pensieri, cercando di esprimerli quanto più possibilmente in maniera chiara ed accettabile da chiunque legga. Ho fatto ciò perché credo fermamente in ciò che sto portando avanti, e tutto ciò è dettato da un mio profondo senso del dovere di fronte alla dignità della vita umana.
Ho un sogno: la possibilità di una vita serena per tutti. I mezzi per realizzare questo mio sogno non mancano, ciò che manca davvero è solo l’esistenza di una volontà unanime. E che però può essere creata, consenso dopo consenso, lentamente ma certamente.
Vi ringrazio se avete letto tutto questo mio fiume di parole, e vi invito da ora fino alla fine dei vostri giorni a combattere instancabilmente per la difesa della dignità umana vostra e del prossimo.