Ne lesbiche, ne gay. Solo persone
Riflessione di Giorgio Rainelli* tratta dal Bollettino Refo, n.16, Aprile-Giugno 2002, pp.9-10
Omosessualità: inclinazione sessuale di chi è attratto da persone del proprio sesso; eterosessualità: s. f. inclinazione sessuale di chi è attratto da persone di sesso diverso (Vocabolario Zingarelli ed. 2002).
Sto seduto davanti al commercialista; è una persona competente, sa fare il suo mestiere; mi sta illustrando la dichiarazione dei redditi, il famigerato 730, lo guardo stupito: non ho mai capito nulla di tasse, detrazioni fiscali e cose simili, sono state, sono e saranno sempre un mistero per me.
Antonio, il commercialista, lo conosco da anni, abbiamo frequentato il liceo insieme; eravamo complementari: io bravo in latino e italiano, lui un genio in matematica; è stato sempre uno studente brillante, un ragazzo all’epoca, parlo di trent’anni fa, ed ora un uomo deciso sicuro delle sue azioni.
Dopo la compilazione dell’orribile 730 prendiamo un caffè e facciamo quattro chiacchiere sul privato; gli racconto del mio lavoro, dei miei piccoli o grandi problemi in famiglia e anche lui mi parla di Carlo, il suo compagno che è partito come medico volontario in Africa, mi dice che è duro stare lontani e sentirsi solo per telefono o per e-mail e vedersi una volta al mese o, peggio ogni due, ma fortunatamente ora tra le vacanze di Pasqua, il 25 aprile ed il I maggio potranno vedersi per un periodo un po’ più lungo.
Ebbene sì, il mio amico commercialista, professionista capace in giacca e cravatta è gay, e mi sembra del tutto normale che abbia voglia di rivedere Carlo dopo due mesi di lontananza per stare un po’ in santa pace a condividere le piccole cose della vita comune, o i grandi ideali.
Carlo e Antonio sono una bella coppia e anche una delle più stabili che io conosca; ho visto andare a male un sacco di matrimoni, di unioni, di rapporti eterosessuali nel giro dei miei amici. Loro invece dopo 10 anni stanno ancora insieme con le loro crisi, i loro problemi, le loro gioie.
Altro scenario: alla televisione scorrono alcune immagini del World Gay Pride 2000 a Roma: tanti colori, tanta gente di ogni tipo; poi il conduttore comincia a parlare di sessualità, anzi di omosessualità! Lì ho provato il profondo impulso di spegnere il televisore.
Sembrava che gli omosessuali (gay come si preferisce dire oggi) e le lesbiche fossero degli strani tipi: i primi solo piume, paillettes, tacchi a spillo, ancheggiamenti e moine; le seconde delle specie di “maschiacci” con jeans sdruciti e l’aria da camionista. Che dovevo fare o dire se non alterarmi molto, ed è dire poco?
Ho pensato a Carlo e Antonio e a Bernadette, una mia amica lesbica; né i primi né la seconda rispecchiavano quegli stereotipi.
Carlo e Antonio sono rispettivamente un medico volontario in Africa e un commercialista e stanno insieme da 10 anni, Bernadette è una delle donne più affascinanti e “femminili” e dolci che io abbia conosciuto. È alta, longilinea, insegna all’università: insomma non sembra proprio un camionista anche se ha la patente e guida molto, ma molto bene.
Certamente tra le persone omosessuali ci sono anche l’effeminato o la “maschiaccia”, così come tra le persone eterosessuali si trovano il “macho sciupafemmine” o la “ mangiatrice d’uomini”; ma questo non esaurisce il mondo eterosessuale; eppure nessuno si sognerebbe di ridurre la realtà eterosessuale a queste due categorie.
Non è dunque corretta l’equazione gay=effeminato, lesbica=maschiaccio, così come non è corretta l’uguaglianza omosessualità maschile=prostituzione oppure omosessualità=ricerca continua di sesso e avventure.
Forse è il caso di sfatare certi miti, di cambiare punto di vista su certi modelli di comportamento che ci sono proposti, di guardare le cose in faccia senza la paura di pronunciare la parola “omosessualità”.
Solo allora impareremo a non guardare con sfiducia o con un sorrisetto malcelato – tra l’ironico, il preoccupato e il compassionevole il monitore o la monitrice della nostra scuola domenicale che “sappiamo” essere gay o lesbica, o il nostro vicino di panca in chiesa, persona tanto brava ma…
E’ inutile nascondere che tra le persone eterosessuali, come peraltro tra quelle omosessuali, ci sono diversi “tipi”: ma questo è nella natura umana, così variegata eppure così “normale”.
* Riflessione tratta dalla scheda “Chi sono gli omosessuali” redatta dal gruppo di lavoro sull’omosessualità (GLOM), nominato nel marzo 2001 dagli esecutivi delle Chiese Battiste, Metodiste e Valdesi, per promuovere un rilancio del dibattito nelle chiese a proposito del tema dell’omosessualità.