Negli Stati Uniti alcune parrocchie cattoliche s’interrogano sul matrimonio omosessuale
Articolo di Lee B. Roberts pubblicato sul Journal Times Online (USA) il 2 gennaio 2015, liberamente tradotto da Marius
Di pari passo col cambiamento degli atteggiamenti della società, le recenti sentenze della Corte Suprema (americana) sul matrimonio tra persone dello stesso sesso hanno suscitato qualche interessante dibattito sull’argomento presso la parrocchia cattolica di St. Edward di Racine (Wisconsin, USA) nel mese di novembre (2014). Per la prima volta, il 9 novembre (2014), il gruppo di discussione parrocchiale Life Questions (“Domande sulla vita”) ha organizzato un programma per esplorare le differenze tra il matrimonio civile e il matrimonio sacramentale, con una presentazione a cura di Mark Hinkston, avvocato locale. La settimana successiva, c’è stato un nuovo incontro per approfondire quanto riferito, e il gruppo ha invitato Keith Hansen, diacono presso la chiesa cattolica di S. Paolo Apostolo a Mount Pleasant, a dare una risposta pastorale al tema. Hansen aveva aiutato a condurre il gruppo Gay and Straight in Christ (“Gay e Etero in Cristo”) presso la Chiesa di S. Paolo Apostolo. Il Gay and Straight in Christ è un gruppo di fraternità cristiana per persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transgender), per le loro famiglie e amici, attivo in diverse chiese di tutta l’arcidiocesi di Milwaukee.
Entrambi i programmi di Life Questions erano aperti al pubblico e si sono svolti domenica pomeriggio presso la parrocchia di S. Edward, al n. 1401 di Grove Avenue. Si sono chiariti insieme alcuni problemi, ma sono state sollevate parecchie domande circa la piena accettazione e il riconoscimento dei gay, secondo Laura Gellott, membro della congregazione e organizzatrice di Life Questions.
“Questo e altri problemi potrebbero sicuramente essere la base per ulteriori incontri di Life Questions”, ha detto la Gellott.
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Matrimonio civile e matrimonio sacramentale a confronto
Come base della discussione, Hinkston ha spiegato che il matrimonio è definito dal capitolo 765 degli Statuti dello Stato del Wisconsin come “un contratto civile, in cui è fondamentale il consenso delle parti che secondo la legge sono in grado di stipularlo, fatto che crea lo status giuridico di marito e moglie”.
Tale normativa, che risale al 1979, prosegue dicendo che “in base alle leggi dello stato, il matrimonio è un rapporto giuridico tra due persone uguali, marito e moglie, che si assumono doveri e reciproco sostegno”.
Gli aspetti legali che circondano il matrimonio tra persone dello stesso sesso sono più complicati – ha detto Hinkston – mentre elencava le diverse modifiche e i disegni di legge, a partire dal 2006 fino ad oggi, che hanno stabilito se i divieti di matrimonio tra persone dello stesso sesso sono o incostituzionali o costituzionali. Hinkston ha aggiunto che l’ultima sentenza della Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Sesto Circuito, che ha confermato il divieto di matrimonio gay in quattro stati, molto probabilmente porterà la questione alla Corte Suprema.
Nel frattempo, l’opposizione della Chiesa cattolica al matrimonio tra persone dello stesso sesso, implica che tali matrimoni non possono essere celebrati come una cerimonia cattolica, ha spiegato Hinkston. Ma, via via che sempre più persone diventano a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso, sorgono sempre più domande se la chiesa cambierà o meno la sua posizione e, in caso affermativo, in quale misura, ha detto l’avvocato. “Ci può essere una via di mezzo?”, – ha chiesto Hinkston. “Sarà interessante vedere come si realizzerà in pratica e in che misura la Chiesa ne terrà conto”.
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Accogliere veramente
Il dibattito di risposta pastorale del gruppo – guidato sia da Hansen, sia dal parroco della St. Edward, il rev. Allen Bratkowski – si è concentrato maggiormente sugli insegnamenti della Chiesa cattolica circa il rispetto per i gay come individui, e come i suoi membri rispondono alle persone gay, nel contesto della loro fede.
Hansen ha detto che la sua esperienza con i gay e gli etero nel gruppo cristiano gli ha dimostrato che molti parrocchiani gay, sebbene abbiano “una fede veramente profonda”, non si sentano per niente a proprio agio nella chiesa. “Mi sembra che dobbiamo lavorare su questo”, ha detto Hansen. “Mi sembra che dovremmo essere più aperti di quello che siamo”.
Riferendosi al versetto biblico “ama il prossimo tuo come te stesso”, Hansen ha detto che sembra che “nella nostra chiesa facciamo fatica ad accettare ogni nostro prossimo, nel modo in cui Gesù ci ha insegnato ad amare”. Parlando dell’amore incondizionato di Dio, Hansen è anche ricorso a Always Our Children (“Sempre nostri figli”), un opuscolo prodotto dalla Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti. Hansen ha sottolineato che, anche se è destinato ai genitori di figli gay, Always Our Children è davvero utile per tutti noi.”Dio ama tutte le sue creature incondizionatamente e noi siamo chiamati a fare lo stesso”, ha detto.
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Oltre i discorsi
Per essere davvero accoglienti, le parrocchie devono trattare le persone omosessuali nello stesso modo in cui trattano gli altri, ha detto Hansen. “Loro devono sapere che: – Abbiamo bisogno che voi facciate assistenza e serviate nei nostri consigli parrocchiali – ha detto. “Dobbiamo dire: Voi siete parte della chiesa di Dio, unitevi a noi”. Uno dei partecipanti ha chiesto: “Prima accoglieremo i gay e poi diremo loro che non possono fare la comunione?”. Un altro ha chiesto se i sacerdoti sarebbero disposti a battezzare i bambini di coppie gay.
Rispondendo a entrambe le domande, Padre Bratkowski ha detto che tali decisioni possono variare a seconda dei singoli sacerdoti. “La Chiesa ci insegna che spetta alla propria coscienza ricevere la comunione, oppure no”.
E, mentre alcuni sacerdoti potrebbero sostenere che la dottrina cattolica non permette loro di battezzare il figlio di genitori gay, altri lo battezzerebbero, ha detto Bratkowski, aggiungendo che lui sarebbe favorevole a battezzarlo.
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Non solo parole
Rita Burgess, direttrice del programma di educazione cristiana alla St. Edward, ha sostenuto che dovranno essere perseguite politiche finalizzate all’accettazione dei gay, prima che una parrocchia possa veramente sentirsi di accoglierli. “Possiamo parlare tutto il giorno, ma dobbiamo anche fare accoglienza”, ha detto la Burgess. “Non possiamo dire alle persone che sono le benvenute e poi, che non possono insegnare nelle nostre scuole o sposarsi nella nostra chiesa”.
Nonostante quello che sembra essere un notevole scollamento tra le opinioni di molti parrocchiani cattolici e i documenti ufficiali della Chiesa cattolica in materia di matrimonio omosessuale, Hansen ha dichiarato: “Non penso che dobbiamo rinunciare alla speranza”.
Sembrava fiducioso che le opinioni espresse da molti cattolici, al sinodo internazionale sulla famiglia di quest’anno a Roma, avranno una certa influenza sulle future decisioni della Chiesa in merito. Padre Bratkowski ha dichiarato: “La Chiesa è in piena evoluzione e cambiamento”, facendo notare che non è passato così tanto tempo da quando, nelle chiese cattoliche, non era permesso alle donne stare vicino all’altare.
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Testo originale: Church hosts discussions about same-sex marriage