Nel nome dell’Amore. Aspetto il giorno in cui in Libano sarò accettato per come sono
Testimonianza tratta dal blog Lebidaho (Libano), 26 maggio 2011, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Sono un ragazzo gay di sedici anni, non dichiarato. Vivo nel Libano meridionale. Ho capito chi ero all’età di dodici anni. Sapevo che era una cosa che avrei dovuto gestire in futuro.
L’attrazione che provavo per il mio stesso sesso veniva dal mio corpo e non da qualche dramma vissuto nell’infanzia.
I liquidi che scorrevano nei miei organi erano naturali come ogni altra cosa nel mio corpo.
Mentre crescevo, vedevo molti modelli gay positivi, dalla serie televisiva Glee ai creatori di questo sito.
Entro nel mio account MSN segreto che contiene innumerevoli indirizzi di persone gay dentro e fuori il Libano. Nella speranza di trovare un giorno quella persona che cammina per strada con me fregandosene di tutti.
Nella speranza che un giorno qualcuno mi tenga la mano e faccia sì che le persone che ci fissano siano estranei.
Nella speranza che un giorno la comunità LGBT libanese sia molto più di una quantità di siti con membri che si nascondono dietro immagini di sesso e di organi sessuali.
Un giorno troverò quella persona. Un giorno il Libano cambierà, e mi accetterà per come sono. Ma fino ad allora mi sforzerò di essere chi sono.
Non mi nasconderò più nell’ombra, anche se è più sicuro. Non verrò ridotto al silenzio per non mettere a disagio gli altri. Vi chiedete il perché?
Perché la mia serenità viene prima, e nessuno me la toglierà. Non ho scelto di combattere questa battaglia, e il più delle volte sento che non ne vale la pena, e che non vincerò mai, ma quando vedo qualcuno in televisione che combatte per me gay, per gli etero o i transgender, tutto cambia e comincia a brillare un futuro più luminoso al termine di un tunnel oscuro.
Sono un sedicenne che desidera essere quello che è, parlare con la persona che ama ignorando gli sguardi fissi su di noi. Ecco perché prego gli omosessuali libanesi di mettere in discussione il loro stile di vita fatto di “una botta e via” privi di amore.
Vi prego, cercate l’amore, non il piacere. Vi prego di prendere in considerazione un altro modo di vivere, migliore.
Anche se questo significasse lottare di più, o sguardi strani da parte della gente, e purtroppo anche da parte dei genitori, anche se significasse rischiare l’arresto.
Fatelo, fatelo nel nome dell’amore, se non in nome di ciò che siete.
Testo originale: In the name of love