Nel Regno Unito, nonostante il matrimonio gay, proliferano le terapie riparative
Articolo di Eric Albert pubblicato sul sitop de Le Monde (Francia) il 26 aprile 2014, liberamente tradotto da Marco Galvagno
Nonostante l’entrata in vigore della legge sul matrimonio omosessuale molti psicologi cercano ancora di curare quella che alcuni considerano ancora una patologia sessuale. Il 29 marzo i primi matrimoni gay sono stati celebrati in Gran Bretagna nel Galles. Non v’è stata nessuna manifestazione di protesta al varo della nuova legge. Tuttavia nello stesso paese persistono terapie riparative, cioè sedute di psicoterapia durante le quali gli psicoterapeuti cercano di curare gli omosessuali per farli diventare eterosessuali.
All’inizio di aprile (2014) un gruppo di 15 deputati ha suonato il campanello d’allarme sottolineando che il fenomeno restava molto diffuso nel Regno Unito. Il governo britannico ha promesso di porvi fine, ma rifiuta di vietarle per legge.
L’ampiezza esatta del ricorso a questi metodi non è conosciuta.
L’unico studio disponibile è stato pubblicato nel 2009 dall’University College di Londra ed è basato su un questionario del 2002 su un campione di 1328 psicoterapeuti ben il 17% sostiene di aver aiutato un paziente gay o una paziente lesbica a cambiare il proprio orientamento sessuale. In totale hanno “curato” 443 persone. Il fenomeno è limitato, ma reale. Tuttavia secondo gli autori dello studio tali terapie sono poco sensate se non addirittura nocive.
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Psicologi vudù
Queste strategie di conversione trovano le loro radici nell’idea che l’omosessualità sia una malattia, forse dovuta ad un trauma infantile. Negli Stati Uniti in particolare esistono un gruppo di psicologi che propongono queste tesi. Lo psicologo Joseph Nicolosi uno dei più famosi sostiene che l’omosessualità è una patologia legata a un padre distante o assente durante l’infanzia.
Nel 2010 il giornalista inglese Patrick Strudwick, che ha fatto molto per portare alla luce del sole queste teorie, le citava in una conferenza a Londra “Dicono ai papà se non fate le coccole ai vostri figli saranno altri uomini a fargliele, ed alle mamme imparate a distaccarvi (dai figli)”.
L’esistenza di queste teorie inizia ad essere presa sul serio dagli ambienti politici. Nel novembre 2013 il tema è stato dibattuto alla camera dei comuni. “Nel XXI secolo nessun gay, lesbica o bisex o trans dovrebbe essere sottoposto a questi psicologi vudù” sosteneva Stephen Gilbert, un deputato liberal democratico.
Sandra Osborne, una deputata laburista si preoccupava del ruolo che hanno i medici di famiglia nel proporre queste teorie, a volte mandano i pazienti da questi terapeuti perché non sanno come reagire. “Più che un problema che riguarda i fondamentalisti religiosi è un tema che riguarda il servizio sanitario pubblico”.
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Sradicare il fenomeno
Dall’inizio di aprile dopo la lettera di 15 deputati per mettere in allerta su questo tema. Norman Lamb, segretario di stato alla salute affermava di voler sradicare il fenomeno. In particolare prometteva che nessuna terapia di questo genere verrà più prescritta dal sistema sanitario nazionale.
Tuttavia rifiutava di proibirle per legge temendo che questo possa impedire agli psicoterapeuti di sostenere una persona smarrita di fronte alla propria sessualità.
“Ci sono persone che hanno bisogno di aiuto per accettare la propria sessualità e che cercano l’aiuto di professionisti. Non vogliamo trovarci in una situazione in cui gli psicoterapeuti abbiano paura di poter essere processati”.
Quaranta anni fa l’omosessualità è stata cancellata dalla lista delle malattie mentali, ma l’idea non è ancora stata cancellata da tutte le coscienze.
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Testo originale: Au Royaume-Uni, des députés inquiets des “thérapies” pour les homosexuels