“Nell’amore non c’è timore”. Quando i cristiani LGBT+, i loro genitori camminano insieme con i pastori
Testo del gruppo dei Cristiani LGBT+ Sicilia tratto dal libretto “Nell’amore non c’è timore. Testimonianze dal weekend per Cristiani LGBT+, i loro genitori e gli operatori pastorali” (30 settembre-2 ottobre 2022) a cura dei Cristiani LGBT+ Sicilia e di In viaggio per Emmaus – genitori di persone LGBT+, pubblicato nel dicembre 2022, pp.3-7
I giorni di grazia che abbiamo vissuto dal 30 settembre al 2 ottobre 2022 a Ragusa risuonano ancora dentro di noi in modo reale e tangibile, sperimentando l’incontro col Risorto negli altri e con gli altri.
Ciò che vogliamo raccontarvi è la storia d’amore tra noi e la Chiesa, proprio lo stesso amore che ci rende una sola cosa, ci rende Chiesa, nonostante questo a volte non sia ricambiato. Il tema che abbiamo scelto per il week-end di formazione e spiritualità a Ragusa è stato infatti “Nell’amore non c’è timore”, riprendendo la prima lettera di Giovanni (4,18).
Da questa verità abbiamo attinto il coraggio per poter “uscire dall’armadio”, sia nel nostro privato che nella vita comunitaria, perché amiamo Dio e amiamo la Chiesa e in virtù di questo amore non possiamo che gridare senza paura: “Noi esistiamo”.
Siamo coscienti che Dio ci ama nell’interezza della nostra persona, comprese l’identità di genere e l’orientamento sessuale e affettivo, e così desideriamo che anche la Sua Chiesa possa amarci, senza considerare “intrinsecamente disordinata” una parte della nostra essenza.
Proprio per questi motivi abbiamo voluto vivere, in questi tre giorni, un percorso che ci permettesse di cambiare il nostro timore nell’Amore che paure non ha.
Questo percorso è stato possibile anche attraverso giochi ed iniziative che permettessero – come una rete – di intrecciare i cammini, le storie, i volti dei partecipanti, con l’obiettivo di fare gruppo e sentirsi parte di una realtà che lavora, medita, prega, riflette su tematiche importanti.
Il momento di preghiera, che abbiamo vissuto il 30 settembre, ha carezzevolmente introdotto questi giorni. Attraverso le meditazioni, i canti, le preghiere e il segno, la veglia ha cercato di stimolare il nostro cuore a riconoscere i timori che lo attraversano.
Anche noi, come i discepoli in Mt 13, 22-33, siamo chiamati a non dubitare di ciò che ci scuote, delle tempesta che la nostra barca – la nostra vita spirituale – può attraversare: la strada che porta all’Amore salvifico di Gesù passa per l’unico mistero di Croce e Resurrezione.
Ci siamo chiesti: cosa rende il cuore di un cristiano LGBTQ+ impaurito? Quali dubbi e timori potrebbero attanagliare i genitori, gli operatori pastorali o gli amici delle persone LGBTQ+?
Padre Cesare Geroldi nella Lectio ci ha aiutati a rispondere a queste domande: è essenziale un’apertura del cuore alla narrazione di fede, decodificare la narrazione biblica e capire in che modo parla al nostro cuore. La prima lettera di Giovanni (4,18) ci invita a riconoscere e affrontare i nostri timori.
Padre Cesare ci ha invitati a riflettere su tre tipi di paure, associando ad ognuna di esse una figura biblica: la paura di situazioni oggettive che creano disagio (Giona); la paura verso gli altri (Paolo); la paura verso Dio (il padre misericordioso). In ciascuna esperienza c’è un aspetto unico: non solo la consolazione di Dio ma, ancor di più, la riconciliazione con un Padre che ci viene incontro e converte tutti i nostri dubbi semplicemente amandoci per quello che siamo.
La fraternità, la comunione, è stata l’elemento chiave del ritiro. Oltre che tra di noi, l’abbiamo potuta sperimentare anche con la comunità ragusana attraverso due momenti aperti a tutte e tutti.
Il primo momento ha mantenuto l’aspetto teologico e spirituale, infatti è stato avviato un dibattito a partire dalla domanda provocatoria contenuta nel libro di Aristide Fumagalli: “Può l’amore omosessuale caratterizzarsi di quella oblatività, intimità, passione e impegno che rendono straordinaria la relazione d’amore eterosessuale?” (L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana, Cittadella, 2020).
Non si è certamente tentato di dare una netta risposta alla domanda, ma grazie all’introduzione curata da Don Fabio Coppola e Don Gero Manganello siamo riusciti a portare alla luce i passi che la Chiesa sta compiendo per imparare a camminare insieme e aprire il cuore all’ascolto di fratelli e sorelle LGBTQ+ che per molto tempo, spesso a causa di una morale cristiana incapace di accogliere, hanno vissuto nell’ombra.
Questo ha permesso un dibattito ricco di testimonianze: l’esperienza dei genitori, come Corrado e Michela e Mara e Agostino, dinanzi il coming-out dei propri figli; l’intimo scritto a quattro mani, donatoci da Luana e la sua compagna, capace descrivere, quasi sviscerando, il loro amore con i suoi tempi scanditi non più da due singoli individui ma da una coppia che non ha paura di camminare insieme verso Dio.
Insieme a queste, le testimonianze, quasi inaspettate, dei membri della comunità ragusana hanno messo in luce quanto lavoro c’è ancora da fare, quanta testimonianza è ancora necessaria perché i cuori di tutti possano aprirsi all’ascolto e alla conoscenza di una realtà che non è nuova, ma sta uscendo dall’armadio.
Il secondo incontro aperto alla comunità è stato un percorso che si è avvalso anche della sapienza delle Scienze Umane. La counselor Elvira Adamo ha tenuto, domenica 2 ottobre, un momento di formazione su alcuni aspetti scottanti che emergono nel rapporto fede-omosessualità: omofobia interiorizzata e senso di colpa; il senso del “Coming Out” e la sua – ancora attuale – importanza; il bullismo e l’omofobia tra i giovani; l’importanza del linguaggio e il rispetto verso gli altri attraverso l’inclusione e il riconoscimento di tutte le diversità.
Sorprendente e fruttifera, ancora una volta, la plenaria insieme alla comunità ragusana che ha risposto piacevolmente all’iniziativa pubblica. Le testimonianze che vi proponiamo, infatti, non sono solamente le nostre, ma anche quelle di persone che conoscevano in maniera distorta il mondo LGBTQ+ relegandolo molto spesso a cliché che non possiamo più erigere a rappresentanza delle persone omosessuali.
Anche nella loro commozione abbiamo percepito quanto sia stato e quanto ancora sia fondamentale permettere una più ampia conoscenza della comunità LGBTQ+ affinché anche la pastorale per i cristiani omosessuali, dove è presente, possa comprendere appieno come guidare e accompagnare tutte e tutti senza esclusione.
I gruppi “Cristiani LGBT+ Sicilia”, “In viaggio per Emmaus”, “La Tenda di Gionata” e “Agedo Ragusa”, porgono a voi i più sinceri auguri di un buon Natale e un buon anno, facendovi dono di questa piccola raccolta di testimonianze scritte dalle persone che hanno partecipato al week-end di Ragusa 2022, auspicando e rinnovando il dialogo e la possibilità di poter continuare a camminare insieme.